Terremoto in Abruzzo: il sindaco di Pacentro lancia un appello a Madonna, la popstar risponde devolvendo 500.000 dollari come aiuti concreti

Pacentro chiama, Madonna risponde.

Il giorno dopo la prima devastante scossa che ha squassato l’Abruzzo, il sindaco di Pacentro aveva fatto un appello perchè la popstar, i cui nonni paterni erano partite proprio dal paese abruzzese alla volta dell’America, aiutasse le popolazioni colpite. E la risposta dell’ex “material girl” non si è fatta attendere ed è stata molto concreta: destinerà circa 500.000 dollari ai terremotati.

La portavoce di Madonna, Liz Rosemberg, ha spiegato che la star è rimasta molto colpita dalle immagini di distruzione che sono arrivate anche sulle tv americane. «Sono felice di tendere una mano alla terra da cui provengono i miei nonni», ha detto Madonna a “People”. «Il mio cuore è vicino alle famiglie che hanno perso i loro cari e le loro case», ha aggiunto.

Lunedì il sindaco di Pacentro aveva lanciato a Madonna l’appello attraverso l’Adnkronos: «Voglio fare un appello ad una star internazionale come Madonna perchè ci aiuti a reperire in tutto il mondo i fondi per aiutare la popolazione abruzzese», aveva detto Fernando Caparso, il sindaco di Pacentro, piccolo centro in provincia di L’Aquila, da dove i nonni paterni di Madonna, Michelina Di Iulio e Gaetano Ciccone, partirono a cavallo tra le due guerre in cerca di fortuna in America.

«Se Madonna – aveva spiegato il sindaco raggiunto al telefono – utilizzasse la sua popolarità per attirare l’attenzione del mondo sulla tragedia degli abruzzesi sarebbe una cosa bellissima. Ci darebbe una grande mano. Chi meglio di lei, che si chiama Ciccone di cognome, potrebbe aiutare questa terra?».

Per fortuna Pacentro, che si trova a circa 10 km da Sulmona, «non ha avuto némorti né feriti -aveva sottolineato Caparso – ma solo danni agli edifici più vecchi e alla Chiesa madre. Ma la paura è stata tanta e ora soprattutto il nostro pensiero è come poter aiutare i nostri corregionali che hanno perso tutto: per questo mi auguro che Madonna spenda delle parole per loro». E la star non ha ignorato la richiesta di aiuto.

fonte: la Stampa

Barack "Albertone" Obama si inchina davanti al re saudita, i video poco per volta vengono oscurati dalla rete

Stranamente sono stati rimossi da YouTube i video che riprendevano l’ossequioso inchino di Barack Obama in versione Albertone Sordi verso il re dell’Arabia Saudita Abdullah, ma le foto restano, in particolare quella qua sopra è decisamente impietosa, ancora più del video che magari qualcuno ha avuto la fortuna di vedere prima che venisse oscurato.

Ho trovato questo video ancora attivo, ma non so per quanto:

Il primo sito a rendere noto il fatto è stato The American Thinker, che oggi risponde alle ridicole spiegazioni rilasciate dall’Ufficio Stampa della Casa Bianca.

La tesi è che essendo il presidente alto e il re basso, Obama si sia dovuto abbassare per tendergli la mano.

Un presidente nero che si prostra davanti al capo di una setta religiosa razzista (anche con i bianchi, purché infedeli) che considera inferiori tutti i non musulmani non è un bel segnale.

George W. Bush, qualche anno fa, era stato letteralmente massacrato dai media liberal per aver stretto la mano allo stesso monarca.

Per Jihad Watch si tratta di una aperta “violazione del protocollo”, che non prevede inchini del presidente americano nei confronti di “monarchi stranieri”, perché si tratta di un “atto esplicito di sottomissione”.

Scott Johnson di Powerline (uno dei blog responsabili del licenziamento di Dan Rather dalla CBS nel 2004) arriva a paragonare il gesto al celebre bacio tra Jimmy Carter e Leonid Breznhev nel 1979 e aggiunge qualche particolare divertente su un’altra clamorosa infrazione di protocollo: il quasi-abbraccio tra Michelle Obama e la Regina Elisabetta.

E la pasionaria conservatrice Michelle Malkin aggiunge benzina al fuoco delle polemiche, scatenando la reazione di centinaia di blog, a destra e a sinistra dello schieramento politico (qui una piccola selezione).

Possibile che Obama non fosse a conoscenza che il presidente degli Stati Uniti per protocollo non si inchina di fronte a nessuno? Dubito.

Quindi perchè ha scelto di inchinarsi proprio con il buzzurro re dell’Arabia Saudita?

Un terremoto così in California non avrebbe provocato nemmeno un morto…

E’ triste da dirsi, eppure queste parole sono state pronunciate dal presidente della Commissione Grandi Rischi, Franco Barberi.

Seguite a ruota da quelle del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente: “qui sono cadute anche le case nuove”.

La parte più nuova dell’ospedale dell’Aquila, in costruzione da anni, ha ceduto ed è quella che ha registrato maggiori danni: chi l’ha costruita, ha realmente rispettato le normative antisismiche?

Vedendo la puntata di Matrix di questa notte, è emerso con chiarezza il paradosso dell’italietta fatta di tangenti e di facili speculazioni: sono crollati gli edifici più nuovi, case appena costruite, vendute come antisismiche a caro prezzo, la prefettura, la questura, l’ospedale, la casa dello studente, l’Hotel Duca degli Abruzzi…

La chiesa di Tempera, a 7 km dall’Aquila, era una costruzione recente, eppure ora non esiste più.

Barberi affonda il colpo: «Se è vero che anche edifici che avrebbe­ro dovuto essere costruiti in base alle normative antisismi­che hanno subito danni irra­gionevoli — spiega —, allora si pone il problema del con­trollo della qualità delle co­struzioni. In particolare per le strutture pubbliche e strategi­che: ospedali, scuole, edifici del governo».

L’Abruzzo è una zona altamente sismica ma non è l’unica che registra una situazione tanto critica. Secondo le ultime stime, in Italia ci sarebbero al­meno 75-80 mila edifici pub­blici da consolidare: 22 mila edifici scolastici sono in zone sismiche, 16 mila in zone ad alto rischio. Circa 9 mila non sono costruiti con criteri anti­sismici moderni.

La questione è un’altra.

In realtà nel nostro Paese esistono normative antisismiche, ma ne manca una, FONDAMENTALE: una norma che ren­da obbligatorio il monitorag­gio sul tempo di vita delle co­struzioni.

Sembra proprio quella la grande lacuna.

Il decreto ministeriale 16 gennaio 1996, intitolato «Norme tecniche per le co­struzioni in zona sismica» e seguito, dopo il terremoto del 2003 in Molise, dall’ordi­nanza della Protezione civile numero 3274, che ha rimap­pato e riqualificato il territo­rio nazionale, aggiungendo zone sismiche o elevandone la classe.

E poi da altri due de­creti, uno del 2005, l’ultimo del 2008, che si chiama «Nuo­ve norme tecniche per le co­struzioni in zona sismica». Leggi tecniche, moderne.

Poi ci sono le costruzioni. I progetti, i materiali usati, le strutture. Nelle case in cemen­to armato degli anni Sessanta si usavano i tondini a barra li­scia, oggi esistono quelli con barre ad aderenza migliorata, che legano meglio con il cal­cestruzzo. Chissà com’erano quelli della casa di via XX Set­tembre, nel centro dell’Aqui­la, che adesso è un mucchio di rovine alto due metri e mezzo.

Chi si arricchisce costruendo in modo irregolare?

In Giappone o in California l’edilizia è concepita secondo le disposizioni antisismiche già da oltre 20 anni: vengono utilizzate le strutture in acciaio e in isolamento sismico, un dispositivo posto alla base degli edifici che consente il passaggio delle onde generate da un terromoto dal suolo alla struttura. La scuola di San Giuliano di Puglia è stata ricostruita secondo queste nuove norme.

In Giappone dalla metà del Novecento l’architettura antisismica è all’avanguardia nel mondo: le norme sono severe e soprattutto applicate.

Grazie a questa severità che il recente terremoto di Kyoto del settembre 2004 con magnitudo 7.2 non ha provocato nè danni ingenti nè vittime, così come pure a Tokyo nel giugno 2006 il terremoto di 6.6 di magnitudo causò la morte di solo 8 persone.

Anche la California che sorge sulla faglia di Sant’Andrea, divisione naturale tra la placca nordamericana e quella pacifica, ha un alto livello di probabilità sismica.

La città di San Francisco già nel passato è stata soggetta a fortissimi terremoti, il più tragico nel 1906 che devastò quasi totalmente la città. Ma oggi a San Francisco tutti gli edifici sono ormai costruiti secondo le più evolute norme antisismiche, tanto che il terremoto del 1989 di magnitudo 7.1 fu causa solamente, si fa per dire, del crollo del vecchio Bay Bridge. Tutta la zona viene ora costantemente monitorata dalle autorità governative.

E dopo terremoti molto recenti registrati nella zona tra San Francisco e Los Angeles, come quello del 22 dicembre 2003 di magnitudo 6.6, si ebbero solo 2 vittime. Nel dicembre 2004 con scosse di magnitudo 6 non si registrò alcuna vittima.

Esistono dei responsabili, colposi, di questa tragedia nazionale?

Credo di si, ma siamo in Italia, passeranno i giorni e ci si dimenticherà di tutto, gli speculatori, sempre gli stessi, continueranno ad agire indisturbati, portandosi sulla coscienza il peso di tante morti, fregandosene.

E noi tutti, me compresa, saremo pronti a gridare allo scandalo e a polemizzare, andando a rivangare qualcosa già successo che poteva e doveva servire da esempio.

Eppure noi nel nostro piccolo possiamo solo aiutare le popolazioni colpite, ma chi ci governa, ci ha governato e ci governerà, quanto può fare e invece non fa?

Mi chiedo, ma se in Abruzzo, Dio non voglia, dovesse arrivare una scossa come questa in video, magnitudo 6.8, in quanti sopravviverebbero?

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