Mel Gibson divorzia dopo 28 anni di matrimonio

Sembrava una delle coppie modello di Hollywood, 28 anni insieme, 7 figli, di cui solo uno ancora minorenne.

Mai un pettegolezzo, mai uno screzio, una vita dedicata alla famiglia.

Poi le prime crepe: gli arresti di Gibson, l’alcoolismo, le foto con donne appariscenti e di dubbia reputazione.

Alla fine è arrivata anche la decisione di chiedere il divorzio da parte della moglie Robyn, a detta del sito TMZ, per inconciliabili divergenze.

Probabilmente sarà un divorzio combattuto, perchè tra i coniugi Gibson, sposati dal 1980, ben prima che l’attore accumulasse una fortuna valutata circa 900 milioni di dollari, non esisterebbe un accordo prematrimoniale, garantendo alla moglie il 50% dell’intero patrimonio.

Ma non finisce qua: Robyn Gibson avrebbe fatto richiesta del totale affidamento del figlio minore, oltre che ad un congruo assegno di mantenimento per tutti i sette figli della coppia.

Pare però che Mel abbia già una relazione da parecchio tempo e che la coppia sia formalmente divisa da circa un anno e mezzo.

In ogni caso, Robyn e Mel Gibson hanno lasciato un comunicato ufficiale: “Durante tutto il nostro matrimonio e la nostra separazione abbiamo sempre combattuto per mantenere il riserbo e l’integrità della nostra famiglia e continueremo a fare così.”

Litigo per l'educazione di mia figlia, è normale?

Neppure un anno di matrimonio, arrivato dopo qualche anno di convivenza ed una figlia bellissima.

E lo sento sgretolarsi giorno dopo giorno.

Le motivazioni?

Sempre e solo una: i sistemi di approccio all’educazione di nostra figlia.

Proveniamo da due culture assolutamente diverse, anzi, meglio, da due continenti diversi. Ho sempre combattuto per questo rapporto contro tutti e tutto, l’ho difeso ad oltranza e lo voglio fare ancora.

Ma ora, di fronte all’ennesimo screzio con mio marito, sono sola in casa con mia figlia. Lui è uscito, sbattendo la porta, non so dove sia e stranamente mi sento davvero poco in ansia.

Penso che non sia scappando che si risolvano i problemi, ma discutendone insieme.

La questione è però un’altra: quando ci si trova di fronte un muro, uno che ti dice, da me si fa così e quindi è giusto, uno che si mostra esternamente come la persona più buona e malleabile del mondo e poi invece, nelle quattro mura di casa, dimostra ogni giorno di più di non saper tollerare un confronto civile, che si fa?

E’ giusto per il bene della propria figlia, accettare ed ingoiare rospi, mentire a se stessi ed al proprio marito, perchè tanto lui può imporsi a forza come vuole, ma io non mi smuovo dalla mia idea?

E’ un uomo quello che se ne va sbattendo la porta, pestando i piedi come un bambino di 5 anni, e solo perchè io non sono d’accordo sul fatto che la bambina viva tutto come un’imposizione?

Il tutto sotto gli occhi di sua figlia. Ed io, per non farle capire nulla, fingo che tutto vada bene.

Ma non è così.

La consapevolezza però sembra che appartenga solo a me. I rapporti però non si salvano da soli, così come non si costruiscono da soli.

Chissà mai che tu, passando di qua di tanto in tanto, legga queste quattro righe e rifletta.

Io sono più che disposta a chiarirsi, ma senza polemica e senza la necessità di voler avere sempre ragione per forza.

Ma è sintomatico che io sia qua, a scrivere su un pc, piuttosto che a parlare con te… che non ci sei.

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