Il vero socio occulto: la banca.

Socio occulto.

Secondo la giurisprudenza italiana, è un imprenditore che non agisce direttamente nella propria attività, ma tramite un prestanome. In tale modo riesce a compiere l’attività d’impresa pur non apparendo come colui che la esercita.

La partecipazione del socio occulto in gergo detto anche tiranno, si basa generalmente su accordi segreti, mediante intestazione fittizia di quote o azioni ad altri soggetti.

Tra imprenditore occulto e imprenditore apparente giuridicamente c’è un contratto di mandato senza rappresentanza e l’imprenditore occulto è il mandante mentre l’imprenditore apparente è il mandatario. L’imprenditore occulto mette i soldi per l’attività d’impresa, prende le decisioni aziendali e incassa gli utili, l’imprenditore apparente, che di solito è nullatenente, esegue le decisioni e viene pagato con una somma fissa mensile.

In tal caso, la responsabilità per le obbligazioni sociali è estesa anche al socio occulto (anche se lo stesso non ha partecipato direttamente all’attività sociale) e il fallimento può essere a lui esteso.

Non entrerò in discorsi più giuridici, che riguardano aspetti che poco importano per il punto a cui voglio arrivare.

In Italia tutti dicono che il socio occulto di ogni imprenditore è il fisco. Non sono d’accordo, perchè posso tranquillamente affermare che il vero socio occulto sono le banche.

Mi spiego.

Ho analizzato migliaia di rapporti bancari, di ogni genere, talmente tanti che ne ho perso il conto.

Alla fine ho trovato uno schema ben preciso, comune a tutti gli istituti di credito. Cercherò di spiegarmi nel modo più semplice possibile.

A partire dagli anni ’80, il periodo d’oro del consumismo italiano, fino a raggiungere il 2007 circa, chiunque avesse un’azienda, anche di minime dimensioni, veniva trattato dalle banche con i guanti.

Tappeti di velluto rossi stesi, fidi dati grazie ad una telefonata… fare l’imprenditore sembrava quanto di più semplice ci fosse al mondo, tutto perfetto.

Le banche ti ricoprivano d’attenzioni, pacche sulle spalle, direttori che ti portano a pranzo fuori per convincerti a fare nuovi investimenti. Sembrava di essere un bene prezioso e come tale si ricevevano, usando una metafora, bellissime collane d’oro.

Nel 2008 il brusco risveglio: tali collane erano solo placate di oro neanche puro, per nascondere il cappio che le banche si preparavano a stringere.

Già, perchè con la scusa della crisi del mercato finanziario ed il fallimento pilotato di Lehman, sono state gettate le basi per tagli netti, ingiustificati e drastici a tutto il credito concesso.

Da un giorno all’altro, con motivazioni traballanti a dir poco, tutti coloro che avevano vissuto nel paese dei balocchi si sono ritrovati improvvisamente con le orecchie d’asino addosso.

Porte chiuse in faccia, telefonate minatorie, qualunque cosa pur di imporre rientri su denaro mai realmente concesso, ma sempre incassato a suon di tassi usurari.

Questa non è una favola però, è la realtà. Dimostrabile con qualunque banca, con uno scarto massimo di tre mesi. Il resto è storia, fallimenti a raffica, esecuzioni, suicidi.

Tutto perfettamente pianificato. Tanto è vero che sfido chiunque a sottopormi un documento specifico che è la prova INEQUIVOCABILE di quanto sto scrivendo. 

IL CORRENTISTA E’ DIVENTATO IL PRESTANOME DELLA BANCA.

Perchè le banche sono il nostro socio occulto e non il fisco, che pure ha dato una mano al crollo verticale del benessere raggiunto?

Niente di più semplice.

Abbiamo detto che il socio occulto in realtà è il soggetto che agisce sull’andamento dell’impresa, in modo nascosto.

Dare affidamenti, fare esporre aziende e famiglie, per poi togliere tutto e stringere il cappio, a chi ha giovato se non alle banche?

Il fisco… certo, ci leva il sangue… ma a chi da i soldi che prende? 

VOGLIAMO PARLARE DEI CONTRIBUTI DI STATO PER I SALVATAGGI DELLE BANCHE? 

Una banca non può fallire, semplicemente perchè crea moneta bancaria in qualsiasi momento e possiede immobili tali per cui, se fossero messi all’asta, ogni fallimento finirebbe in bonis.

Eppure lo Stato preleva dai cittadini per versare alle banche che, mentre creano fittizi problemi di liquidità e patrimonio, si permettono di avere conti off-shore per depositare denaro di dubbia provenienza.

Quando leggo che una banca non è patrimonializzata ormai rido.

Il patrimonio per definizione giuridica, è l’insieme dei rapporti giuridici attivi e passivi rilevanti economicamente e facenti capo ad un soggetto: per le banche in soldoni i passivi sono i depositi dei clienti, gli attivi sono solo denari messi in conto capitale?

NO SIGNORI, LA REGOLA E’ LA STESSA CHE PER OGNI COMUNE MORTALE. NEL PATRIMONIO RIENTRANO ANCHE I BENI IMMOBILIARI. LE CASE ESECUTATE, PER INTENDERCI. NON CREDO SERVANO ULTERIORI SPIEGAZIONI.

Certo che se le banche creano sofferenze, crediti deteriorati, falsificano i bilanci iscrivendo come debito un credito, ci vuole poco a MOSTRARE COME PATRIMONIO INESISTENTE QUALCOSA AL CONTRARIO DI PESANTEMENTE TANGIBILE.

Quindi, il giro è questo:

Dove finiscono i soldi delle tue tasse…

Allora, arrivati a questo punto, credete ancora realmente che il socio occulto sia il fisco e non le banche?

Riflettete.

Sapete cosa comporta questo?

ART. 147 co. 4 LEGGE FALLIMENTARE: se dopo la dichiarazione di fallimento della società risulta l’esistenza di altri soci illimitatamente responsabili, il tribunale, su istanza del curatore, di un creditore, di un socio fallito, dichiara il fallimento dei medesimi.

Apparentemente esiste un imprenditore individuale sottoposto al fallimento, ma poi si scopre l’esistenza di soci e, quindi, di una società occulta.

Le conseguenze della “scoperta” saranno il fallimento della società occulta e di tutti i soci illimitatamente responsabili e gli effetti del fallimento cominceranno a decorrere dalla data della sentenza pronunciata nei confronti del solo imprenditore.

Questa ipotesi non era prevista dall’art. 147 l.f., ma frutto di una interpretazione estensiva del quarto comma del 147; la riforma del 2006, però, ha espressamente previsto tale ipotesi al comma 5, ipotesi che possiamo così riassumere:

quando dopo la dichiarazione di fallimento di un imprenditore individuale risulti che l’impresa è riferibile ad una società di cui il fallito è socio illimitatamente responsabile fallirà anche la società occulta di cui l’imprenditore (palese) ne faceva parte come socio e i soci di tale società illimitatamente responsabili

Ma come, ho appena detto che le banche non falliscono (ed ecco perchè ho scritto prima “fallimento pilotato della Lehman”).

Lo ribadisco.

Però le banche hanno liquidità e laddove si dimostra con certezza questo modus operandi, diventano RESPONSABILI ILLIMITATAMENTE al pari degli imprenditori falliti, in liquidazione e via discorrendo.

Devono pagare e da aggredenti diventano AGGREDIBILI.

Non è teoria, è consapevolezza e conoscenza.

BASTA AI SOPPRUSI, DIFENDIAMOCI. UNA VOLTA PER TUTTE.

 

Piccola postilla: è notizia freschissima che CITIGROUP RESTITUIRA’ 1.74 MILIARDI DI DOLLARI A LEHMAN (fonte)

Dopo che JP MORGAN ha restituito già 1,42 miliardi di dollari e si sta definendo la posizione di CREDIT SUISSE per circa 1 miliardo.

Volete credere ancora nelle favole? 

 

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