Tre direttori di banca rinviati a giudizio per usura

Direttori di banca rinviati a giudizio per usura

Saranno processati in qualità di responsabili di una filiale del Banco Popolare denunciati da un imprenditore della provincia di Pisa per gli interessi richiesti sullo scoperto di conto corrente

Interessi passivi sullo scoperto di conto corrente superiori al duemila per cento. Una guerra di anni tra imprenditore e banca che ora si è trasformata in un processo per usura ai danni dei tre direttori della filiale in cui erano stati aperti i conti dal titolare di un’impresa edile di Pontedera.

Accusati del reato di usura, il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Pisa Giuseppe Laghezza ha rinviato a giudizio i direttori della filiale di Pontedera del Banco Popolare (ex Cassa di risparmio di Pisa, Lucca e Livorno) che si sono succeduti dal settembre 2006 all’aprile 2013.

Si sarebbero preferiti i vertici, ma la parte offesa ha comunque gradito.

Mi stupisco sempre più del fatto che i direttori di banca facciano ancora voce grossa e non abbiano capito come sono agnelli sacrificali. Ed è giusto così, sanno e fanno, liberandosi delle loro frustrazioni.

CARI DIRETTORI NIENTE SCONTI PER VOI.

Ecco perchè insisto sempre sulla querela penale. Non esplorativa ma dimostrativa.

Fatta in modo corretto, aggressivo anche se serve, i risultati arrivano.

Sarà  infatti un processo basato su prove documentali in cui il calcolo degli interessi e i parametri utilizzati avranno un ruolo determinante per stabilire l’eventuale responsabilità penale dei bancari e l’effettivo danno procurato al cliente che sostiene di essere stato vessato con richieste di soldi da usura.

Nel procedimento compare come responsabile civile anche il Banco Popolare citato dall’imprenditore, ma nella realtà sono loro i veri mandanti.

Poichè ormai la notizia sarà di pubblica conoscenza, sempre che qualcuno ne parli, ho deciso di scrivere i nomi degli imputati.

Floriana Maria Pucci 59 anni, di Lucca;

Vincenzo Rosi, 65 anni, di Camaiore;

Edi Giulio Arcangioli, 63 anni, di Viareggio.

Secondo l’accusa l’imprenditore avrebbe pagato interessi passivi con tasso a usura sullo scoperto di conto corrente per circa 125mila euro.

Interessi maturati su due conti usati per l’attività dell’impresa edile. Un flusso costante di entrate e uscite con periodi fisiologici in rosso.

La Procura ha riconosciuto tutte le tesi esposte e dimostrate in querela penale. Di qui il rinvio a giudizio.

Nel conteggio degli interessi passivi in contestazione ai tre bancari viene attribuito a ciascuno, come responsabile dell’ufficio, il tasso ritenuto usurario.

  • a Pucci vengono imputati a seconda del periodo preso in esame interessi dell’899 per cento e del 418 per cento dal settembre 2006 al dicembre 2007;
  • a Rosi dal febbraio 2008 al marzo 20011 interessi del 383 per cento e del 738 per cento;
  • ad Arcangioli – direttore filiale dal luglio 2011 all’aprile 2013 – viene addebitata la richiesta di interessi all’imprenditore che vanno dal 1424 per cento al 2046 per cento.

CAPITO?

Avete dubbi? Timori?

E’ il momento di dire basta.

Non chiedetemi di istruire i vostri legali, non ho tempo per fare da nave scuola.

Chiedetemi di intervenire, se ci sono i presupposti lo faccio, ma le regole le decido io.

Sia però chiaro un aspetto: se si parte su questa strada, NON SI TORNA INDIETRO. Avanti fino alla fine.

Senza remore.

Non sarete MAI lasciati soli.

 

 

 

 

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2 Risposte a “Tre direttori di banca rinviati a giudizio per usura”

  1. Di denunce ne o fatte Ade One mai riuscito ad avere rinvii a giudizio
    o

  2. Aldo, le denunce non si fanno tanto per.
    Non è certo un caso che poche vanno per il verso giusto. Purtroppo l’avvocatura o è collusa o ignora un settore davvero troppo particolare.
    Senza contare le archiviazioni per denunce contro ignoti, nonchè invece i patteggiamenti delle banche prima di arrivare a sentenza. Ma ci sono, eccome se ci sono. Devi rivolgerti a persone competenti. Non a improvvisati.

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