Ci hanno raccontato che serviva un Governo di tecnici per salvare l’Italia dal default: sono arrivati i professoroni Monti & Co.
A distanza di qualche mese e di molti pasticci, i professoroni decidono finalmente di dare il via alla spending review, in sostanza un taglio dell’elefantiaca spesa pubblica.
E qui viene il bello: i professoroni non bastano, devono chiamare tre consiglieri speciali per portare a termine il proprio compito.
Il primo si chiama Enrico Bondi, l’uomo che prima ha risanato Parmalat e poi l’ha svenduta al gruppo francese Lactalis: avrà il compito di definire la spesa per l’acquisto di beni e servizi.
Il secondo è un altro professore bocconiano, Francesco Giavazzi, già vice presidente del Banco di Napoli, famoso per aver sostenuto che l’abolizione dell’art. 18 genererebbe un incremento delle attività produttive delle imprese italiane: dovrà analizzare il sistema dei contributi pubblici alle imprese.
La vera chicca è il terzo: Giuliano Amato.
Uno che è sopravvissuto al dissesto del PSI, nonostante ne fosse uomo di punta. Uno che ha saputo ricollocarsi praticamente in ogni Governo della Seconda Repubblica. Uno che è riuscito ad aumentare i contributi previdenziali dei cittadini e a diminuirne le pensioni, mentre al contempo andava lui stesso in pensione precependo 31 mila euro al mese, a prescindere dai contributi versati.
Giuliano Amato è stato chiamato come consigliere per quanto riguarda i finanziamenti pubblici ai partiti.
Gli autori di Zelig non saprebbero fare di meglio.
Mi aspetto Rocco Siffredi prossimo consigliere per le politiche sociali e della famiglia. Del resto, abbiamo già avuto come parlamentari Moana Pozzi e Cicciolina…
Lascia un commento