Qualcuno dica alla Fornero di far pace con il cervello…

La sua avventura come Ministro è partita a suon di lacrime durante la presentazione della manovra Salva Italia.

Per il 99% degli italiani, me compresa, fino a novembre scorso era una perfetta sconosciuta, e Dio solo sa quanto vorrei che tornasse ad esserlo.

Le sue lacrime quindi, giustificate dal ricordo dei sacrifici fatti dai genitori, crearono inizialmente una sorta di compassione per un ingrato compito che la Fornero (e sottolineo LA) si era trovata a dover affrontare, facendo dimenticare per un istante il lauto compenso che le spettava per questo.

Ma spesso le prime impressioni sono quelle corrette. Bisogna dire che LA FORNERO ce l’ha messa proprio tutta per farle cambiare e a distanza di mesi quelle lacrime hanno assunto ai più un altro significato, probabilmente quello corretto: vergogna per ciò che si apprestava a fare.

LA FORNERO ha mostrato una spocchia difficile da trovare, un egocentrismo ed una presunzione tale da risultare imbarazzante. Ma peggio sono le sue esternazioni.

Ne cito solo qualcuna tra le migliori, visto che c’è una vasta scelta: ogni volta che LA FORNERO apre bocca, dimostra che il detto confuciano “è meglio tacere e dare l’impressione di essere stupidi piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio” le calza a pennello.

Qualche chicca:

dicembre 2011: Vogliamo lasciarlo stare questo articolo 18? Io sono pronta a dire che non lo conosco. C’è tanto da fare nel mercato del lavoro, l’articolo 18 arriva per ultimo

dicembre 2011: L’Italia è un Paese ricco di contraddizioni, che ha il sole per 9 mesi l’anno e con un reddito base la gente si adagerebbe, si siederebbe e mangerebbe pasta al pomodoro

14 dicembre: ci sarà il taglio degli stipendi dei parlamentari entro gennaio

21 dicembre: riguardo all’art. 18, non ho nulla in mente

24 gennaio: sui licenziamenti sarò radicale

30 gennaio: riforma certa entro marzo

02 febbraio: la riforma si farà con o senza dialogo

06 febbraio: il posto fisso per tutti è un’illusione

17 febbraio: introdurremo sgravi fiscali, riforma incisiva entro il mese di marzo

13 marzo: Non possiamo mettere una ‘paccata’ di miliardi sul tavolo e sperare dopo che ci sia l’accordo, non si fa così

13 marzo: gli esodati sono circa 350.000, ma si tratta di una stima probabilmente in difetto

25 marzo: non siamo stati chiamati per distribuire caramelle

26 marzo: no a una riforma ridotta in polpette

08 aprile: Si sono creati problemi con la riforma delle pensioni. Gli esodati sono uno dei problemi: me ne faccio carico, non li ho dimenticati. Sono di più dei conti che abbiamo fatto, troveremo una soluzione equa

11 aprile: LA FORNERO consiglia a un’esodata delle poste di accettare di andare in pensione con la minima, ovvero con circa il 40% in meno come assegno mensile rispetto a quello pattuito al momento della firma per l’uscita da lavoro.

13 aprile: gli esodati sono 65.000, giusto quelli che possiamo coprire con le risorse a disposizione. (i restanti si accontentino della pensione minima)

14 aprile: gli esodati creati dalle imprese che mandano fuori i dipendenti a spese della collettività

15 aprile: se la riforma del lavoro non passa, siamo pronti ad andare a casa.

15 aprile, qualche ora dopo: Ma cosa avete capito? La riforma del lavoro è un cantiere aperto e noi siamo pronti a nuove valutazioni

17 aprile: non lo dico io, siamo il paese dei bamboccioni e sarebbe ora di far crescere i nostri ragazzi

19 aprile: Abbiamo contrattato con i sindacati e le parti Sociali! Non sono d’accordo! Noi andiamo avanti lo stesso.

19 aprile: il termine esodati è orrendo

21 aprile, dopo essere contestata a suon di uova nella sua Torino: Le parti sociali non vogliono trattare! Sanno solo lamentarsi al posto di concertare un tavolo assieme.

21 aprile: meno lamentele, più unione, in questo paese c’é poco spirito costruttivo

21 aprile: gli esodati tornino al lavoro

28 aprile: Noi non abbiamo smantellato l’art. 18 ma forse è vero che stiamo togliendo qualcosa, stiamo togliendo una garanzia che attribuiva al giudice la possibilità di reintegrare il lavoratore licenziato

Noi italiani siamo nelle mani di persone come LA FORNERO. Tocca a noi piangere.

LA FORNERO, RIPIGLIATI.

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