In Italia la patata non tira più.

Belli i tempi quando Rocco Siffredi ammiccante davanti alle telecamere pubblicitarie invitava a fidarsi di chi le ha provate tutte: Amica Chips è la migliore.

L’annuncio di ieri del patron di Amica Chips, Alfredo Moratti, ha l’effetto di una doccia gelata che calma anche gli animi più irrequieti: «Con l’imposta sui cibi considerati non sani dovrei pagare un euro per ogni chilo di prodotto: 75 mila euro al giorno. Piuttosto vendo tutto a una multinazionale e me ne vado via dall’Italia»

«L’Italia – protesta l’imprenditore – è ormai finita, spacciata. La gente non ha più voglia di lavorare e ai pochi che ce l’hanno ci pensa Monti a farla passare». Moratti lamenta di «non trovare gli operai: i giovani non vogliono faticare» mentre sul governo aggiunge: «Vogliono rendersi conto sì o no che gli operai guadagnano poco e a noi costano troppo? Lo sanno che il 20 per cento dei miei dipendenti ha dovuto fare ricorso alla cessione del quinto dello stipendio per mantenere la famiglia?».

L’ennesima conseguenza di scelte governative che spingono le migliori aziende italiane a decentralizzare in Paesi esteri a causa di una tassazione scellerata ed i cittadini ad indebitarsi sempre di più per far fronte a tutti gli aumenti del costo della vita, tra i quali ovviamente spicca la pressione fiscale. Impoverendo il Bel Paese, che perde aziende preziose e vede morire sempre più velocemente la linfa vitale della nostra economia.

Caro Professor Monti, capisco che Lei sia poco interessato alla patata, ma quanto meno vuole dimostrarsi attento al compito per il quale è stato chiamato dal Paese Italia.

A metter tasse sono capaci tutti, a toglierle nessuno, specie se questo significa una razionalizzazione di una spesa pubblica a livelli ormai incontrollabili.

Ci sorprenda.

Ci dimostri che con Lei la patata tira ancora.

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