Monti: il Tesoro ammonisce la UE. La sua manovra ci è costata 300 miliardi.

Monti, la verità. Ecco quanto ci è costata la sua manovra.

Mario Monti.

I sinistri al grido di “non toccate la Fornero”, prevedendo altrimenti catastrofi peggio dello Tzunami del 2006, vogliono farci credere che il governo Monti non solo ha salvato l’Italia, ma ha anche permesso di contenere il rapporto debito/pil, che senza di lui avrebbe raggiunto la quota del 145%.

E ce lo propinano in ogni dove, lui e la sua fedele ministra; ma quello che più mi fa riflettere è che esiste ancora qualche babbeo che ci crede.

Allora facciamo un paio di conti.

Innanzitutto smitizziamo la panzana del rapporto debito/pil.

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Spending review? Certo, nel welfare, pensioni, scuola, servizi ai cittadini… MAI per casta e spese militari

Altro che spending review: per molti ma non per tutti.

Per il welfare, le pensioni, la scuola, la sanità, le regioni, i comuni, la giustizia… si, lì si taglia sempre.

Segno che i peracottari che sono al governo ci vogliono sempre più ignoranti, ammalati, senza soldi, e possibilmente, se aumenta la mortalità come in Grecia, si liberano di un bel po’ di costi.

Mai però che si tocchino i privilegi dei parlamentari & co: vitalizi, pensioni d’oro, stipendi e rimborsi spese senza limiti… ed hanno anche il coraggio di chiamarli diritti acquisiti, così che per legge non possono essere tolti.

Ed il diritto acquisito alla pensione? Ed al lavoro, che si perde a causa di politiche economiche suicide? Ed il diritto allo studio? Alla salute?

Vi rendete conto di come è stata calpestata la nostra Costituzione negli ultimi anni?

Ogni giorno, più volte al giorno.

Ed ecco, un’altra bellissima chicca, perchè io sono buona e voglio farvi felici…

Il budget previsto nella legge di Stabilità – circa 18 miliardi – è sostanzialmente lo stesso del 2014. I soldi verranno stanziati anche per nuovi aerei, elicotteri, navi e carri blindati. Finanziamenti minori per le forze terrestri e i satelliti spia. Per avere dettagli sul piano F35, invece, bisogna aspettare marzo.

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La fiducia nelle Istituzioni: gli Italiani la pensano così.

Ringrazio di cuore lo S.F.M.A.N., Social Movement Family Academic Networking, che vi invito a seguire su Twitter, perchè il compito di questo network è fondamentale nell’informazione libera.

Mi hanno appena fornito questo studio, che non può far altro che indurre a molte riflessioni.

In primis, in Italia non ci si fida dello Stato, al contrario ad esempio di quanto avviene in Germania.

In generale nel Paese tedesco la fiducia verso le Istituzioni è molto alta, persino nell’Unione Europea, che al contrario raccoglie ovunque e sempre di più scetticismo.

Interessante l’Istituzione italiana che gode del maggior consenso da parte degli Italiani, nonostante lo Stato centrale continui a tagliarne fondi e possibilità di azione: il Comune.

Già, perchè l’Italia è piena di piccoli Comuni, al di sotto dei 10.000 abitanti, dove tutti si conoscono, dove il Sindaco è vicino alla popolazione ed ai suoi problemi, e vi partecipa attivamente.

Più grande è la struttura statale, meno raccoglie consensi: inevitabile in quanto la popolazione la sente lontana e preoccupata solo delle poltrone.

Allora c’è da chiedersi: ma davvero la riforma-non riforma delle province, con la costituzione delle città metropolitane, è quello che serve ad un Paese frammentato come l’Italia?

Io ne dubito fortemente.

Potere al popolo, potere ai Comuni. E fine del patto di stabilità.

Solo in questo modo i veri Amministratori potranno effettuare una spending-review senza il taglio dei servizi sociali.

Il centralismo non funziona, se non per consentire ai politici, come hanno fatto fino ad ora, di persistere nello spreco e nella ruberia di denaro pubblico.

E gli Italiani dimostrano la propria intelligenza proprio con i risultati di questo studio.

 

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