Spending review? Certo, nel welfare, pensioni, scuola, servizi ai cittadini… MAI per casta e spese militari

Altro che spending review: per molti ma non per tutti.

Per il welfare, le pensioni, la scuola, la sanità, le regioni, i comuni, la giustizia… si, lì si taglia sempre.

Segno che i peracottari che sono al governo ci vogliono sempre più ignoranti, ammalati, senza soldi, e possibilmente, se aumenta la mortalità come in Grecia, si liberano di un bel po’ di costi.

Mai però che si tocchino i privilegi dei parlamentari & co: vitalizi, pensioni d’oro, stipendi e rimborsi spese senza limiti… ed hanno anche il coraggio di chiamarli diritti acquisiti, così che per legge non possono essere tolti.

Ed il diritto acquisito alla pensione? Ed al lavoro, che si perde a causa di politiche economiche suicide? Ed il diritto allo studio? Alla salute?

Vi rendete conto di come è stata calpestata la nostra Costituzione negli ultimi anni?

Ogni giorno, più volte al giorno.

Ed ecco, un’altra bellissima chicca, perchè io sono buona e voglio farvi felici…

Il budget previsto nella legge di Stabilità – circa 18 miliardi – è sostanzialmente lo stesso del 2014. I soldi verranno stanziati anche per nuovi aerei, elicotteri, navi e carri blindati. Finanziamenti minori per le forze terrestri e i satelliti spia. Per avere dettagli sul piano F35, invece, bisogna aspettare marzo.

NIENTE TAGLI ALLA SPESA MILITARE.
CONTINUEREMO A COMPRARE QUEI BIDONI DI F-35.

Verrebbe da chiedersi perchè, dal momento che l’Italia è piena di basi americane, oltre che di loro testate nucleari.

A cosa ci serve la spesa militare? A noi a nulla, esattamente come alla Grecia, cui la troika impose tagli ovunque tranne alla spesa militare.

Ma servì agli Stati Uniti, alla Francia ed alla Germania, che riuscirono a piazzare gran parte della produzione di armamenti che, in mancanza di guerre consistenti, erano immobilizzazioni di capitale.

E così, ancora una volta, l’Italia farà la serva della troika, comprando ciò che nessuno vuole: Babbo Natale ha accontentato i generali italiani nonostante non avessero ancora presentato la loro bella letterina, ovvero il libro bianco della Difesa.

Con la legge di stabilità hanno ricevuto un bel budget con cui possono comprare ciò che vogliono, con in aggiunta un assegno in bianco di cui si conoscerà l’importo a marzo per l’acquisto degli F-35.

E la gente muore. Su questo la troika non ha nulla da ridire.

Come di consueto, il budget militare complessivo è composto dal bilancio ufficiale del ministero della Difesa e dai finanziamenti, ormai strutturali, che gravano sui ministeri di Sviluppo Economico per i programmi di riarmo e su quello delle Finanze per le missioni militari all’estero.

Nel 2015 il ministero della Pinotti disporrà per le forze armate – Carabinieri esclusi – di 14 miliardi di fondi propri, dei quali oltre 10 per il personale (in lieve aumento rispetto al 2014), poco più di un miliardo per le spese di esercizio (lieve calo) e 2,7 miliardi per nuovi armamenti, ai quali vanno sommati 2,8 miliardi di contributi Mise allo stesso scopo (in tutto circa 200 milioni in meno rispetto 2014) e quasi un miliardo del fondo Mef per le missioni militari all’estero (stessa cifra del 2014) “ormai diventato fonte di finanziamento integrativa indispensabile per pagare le spese di esercizio”, come osserva Francesco Vignarca di Rete Disarmo.

Il contributo del ministero dello Sviluppo Economico intitolato “Partecipazione al Patto Atlantico e ai programmi europei aeronautici, navali, aerospaziali e di elettronica professionale” comprende per il 2015 un miliardo e mezzo per nuovi aerei ed elicotteri (cifra destinata per metà ai cacciabombardieri Eurofighter, il resto diviso tra gli elicotteri militari Nh90 e Eh101 e i caccia da addestramento M346), circa 700 milioni per nuove navi da guerra (fregate Fremm e avvio del nuovo programma navale), almeno 200 milioni per i carri blindati Freccia e finanziamenti minori per il programma Forza Nec/Soldato Futuro per la digitalizzazione delle forze terrestri e per i satelliti spia Sicral 2.

Rimane invece integralmente a carico della Difesa il programma F35, compreso nei 2,7 miliardi di investimenti in armamenti.

Per conoscere il relativo dettaglio di costo per il 2015 bisognerà aspettare a marzo la pubblicazione del Documento programmatico pluriennale della Difesa, nel quale si vedrà non solo se la spesa annuale prevista (644 milioni nel 2015 e 735 nel 2016) verrà ridimensionata, ma anche se i costi d’acquisizione dell’intero programma F35 (10 miliardi) verranno dimezzati come deciso dal Parlamento lo scorso 24 settembre.

Uno scenario che Washington sta contrastando con ogni mezzo, come dimostra il ricatto dell’appalto di manutenzione internazionale assegnato all’Italia a condizione implicita che il programma rimanga così com’è.

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