Bollo auto: cancellata l’esenzione per auto e moto storiche

Ringraziamo il CARO CARISSIMO Renzi per l’ennesima strenna natalizia contenuta nella legge di stabilità appena approvata: l’abolizione dell’esenzione del bollo auto per auto e moto storiche.

Fino a qualche giorno fa, dal compimento del 20esimo anno di età della macchina, si era esentati dal pagamento del bollo.

Ora non è più così, perchè siamo passati a ben trenta anni di anzianità di un’auto per avere l’esenzione.

Le conseguenze per i possessori di auto e moto d’epoca non finiscono qui: l’abolizione della norma potrebbe avere ripercussioni anche sulle assicurazioni. Le compagnie assicurative infatti saranno libere di valutare se un veicolo sia di interesse storico o meno e quindi decidere se applicare lo sconto.

Scusa ufficiale? 

Lo scopo della nuova norma sarebbe quello di combattere il fenomeno delle “false storiche”, problema sollevato qualche tempo fa dall’ACI. Diversi automobilisti, infatti, pur di non pagare il bollo, hanno utilizzato quotidianamente “vecchie carrette”, pericolose anche per la circolazione, che di “storico” e pregiato non avevano nulla. Si crede, peraltro, che questa misura potrebbe rilanciare il settore del commercio di auto nuove, ancora in forte crisi.

Dopo 22 anni passati nel settore auto posso fare un paio di considerazioni: il bollo è una tassa di proprietà sull’auto VERGOGNOSA, considerando che un normale cittadino per la maggior parte usa la vettura per andare a lavorare o per i bisogni della famiglia, non certo per andare a divertirsi, visto che in pochi ormai se lo possono permettere.

Nonostante il mercato dell’auto in costante crisi da anni, si sono tolte tutte le agevolazioni per le aziende e per le famiglie, che comunque statisticamente portavano un incremento nelle entrate fiscali (iva, messa in strada, ipt… almeno il 30% su un listino sono TASSE), si è aumentata l’IPT, accise sulla benzina, il bollo è cresciuto esponenzialmente.

Allora, diciamolo chiaramente, la scusa NON REGGE.

Tutte balle.

Nella realtà le persone hanno auto di vent’anni, non per vezzo, ma per necessità: non possono permettersi di cambiarla. L’esenzione del bollo era un minimo di sollievo.

Togliere questo, al contrario, penalizza ancora di più il cittadino comune ed in crisi, in quanto è ovvio che una vettura di oltre 30 anni ha interesse storico, ma con una precisazione: per averlo deve essere una vettura non di larga produzione, d’elite (tipo la Triumph in foto sopra per intenderci) 

Auto quindi di reale valore, non solo storico, ma anche di costo iniziale: resteranno i soliti privilegiati che non pagheranno, mentre gli asini che tirano il carretto lo dovranno fare ancora di più grazie a questo ulteriore balzello, magari su una panda di 20 anni, di quelle che non si fermano mai e che quanto meno costano poco in manutenzione.

In Italia va tutto al rovescio.

Le vetture con alto valore sono esentate, i “cadaveri” devono pagare.

E con questo pensano di rialzare il mercato dell’auto?

Si può fare: abbassando la tassazione, le accise, eliminando bolli, riportando ipt e tasse di trascrizione a livelli decenti, abolendo o motorizzazione o pra (uffici pubblici che fanno il medesimo lavoro, doppi dipendenti pubblici per nulla).

Fino a che Fiat era in Italia, incentivi a gogò e mercato forzato: mi ricordo il primo anno in cui era stata fatta la rottamazione statale, parlo del 1997, decisa a fine 1996: il primo gennaio 1997 Fiat partiva con campagne pubblicitarie a raffica sugli incentivi, STRANAMENTE, visto che tutte le altre case automobilistiche arrivarono in blocco un mese dopo il martellio di Torino.

E intanto, i cimiteri di auto nuove sotto al sole aumentano… e non ricominciamo con la storia delle bufale: provate ad entrare in un concessionario e verificare se per determinati modelli non hanno pronta consegna di qualsiasi tipo.

PAGATE PIDIOTI PAGATE, TANTO SONO SOLO BUFALE, NO? 

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