Monti: il Tesoro ammonisce la UE. La sua manovra ci è costata 300 miliardi.

Monti, la verità. Ecco quanto ci è costata la sua manovra.

Mario Monti.

I sinistri al grido di “non toccate la Fornero”, prevedendo altrimenti catastrofi peggio dello Tzunami del 2006, vogliono farci credere che il governo Monti non solo ha salvato l’Italia, ma ha anche permesso di contenere il rapporto debito/pil, che senza di lui avrebbe raggiunto la quota del 145%.

E ce lo propinano in ogni dove, lui e la sua fedele ministra; ma quello che più mi fa riflettere è che esiste ancora qualche babbeo che ci crede.

Allora facciamo un paio di conti.

Innanzitutto smitizziamo la panzana del rapporto debito/pil.

L’ingenuo Cottarellli (si proprio quello che abbiamo rischiato di trovarci come PdC, l’uomo del FMI, colui che ha scritto il piano di risanamento greco facendo perdere in un solo anno oltre il 60% del PIL), qualche giorno fa ha fatto un comunicato a reti unificate: ” Senza il governo Monti, il rapporto debito/pil avrebbe raggiunto il 145%”.

NON HO ANCORA CAPITO, CI E’ O CI FA?

Del resto, senza Giolitti probabilmente sarebbe al 240% e senza Vespasiano ben oltre il 300%.

Siamo sullo stesso livello di Cottarelli, il lancio casuale dei dati.

Ricordiamo a Cottarelli, (ah, anche colui che si sarebbe dovuto occupare di spending review) che da Monti a Gentiloni il debito pubblico è aumentato di oltre 400 miliardi, ma questo è meglio non dirlo, vero?

Cottarelli si è anche scordato di dire che in un solo anno di governo Monti il rapporto debito/PIL è passato da 120,70% a 126,40%, il PIL a -2,56% e disoccupazione da 9,30% al 10,80% uccidendo il Paese. MA SONO BAZZECOLE QUESTE.

Se leggo un altra analisi dotta o sento un altro pensoso servizio TV di beatificazione di Cottarelli/Monti e di illustrazione del fallimento italiano al Consiglio Ue,metto mano alla pistola.

E ALLORA ANALIZZIAMOLO QUESTO MERAVIGLIOSO GOVERNO MONTI, CHE HA APERTO LA STRADA PRIMA AL PIRLOTTO LETTA, DURATO IL TEMPO DI UNA DIGESTIONE, POI ALLO STRABILIANTE RENZI ED ALLA FINE ALLA FINTA MUMMIA GENTILONI (CHE DI NASCOSTO CONTINUAVA L’OPERA DI MASSACRO ITALIANO, MOSTRANDOSI FINTO TONTO), TUTTI PROSELITI DI PADOAN, SUL QUALE NON MI ESPRIMO PERCHE’ SONO UNA SIGNORA.

PIL: coi governi di Centro Destra e Centro Sinistra perdavamo l’1,0% di PIL all’anno (equivalenti a 250 euro di ricchezza in meno all’anno per ogni Italiano), con Monti il 2,0% (circa 500 euro all’anno a persona, neonati inclusi). Monti fa il  peggior risultato degli ultimi 15 anni

– DEBITO PUBBLICO: coi governo di Centro Destra e Centro Sinistra l’Italia ha ridotto dal 53% al 38% il differenziale di rapporto tra Debito e PIL rispetto alla media Europea (dello 0,9% all’anno medio). Con Monti la forbice s’e’ riaperta come mai successo prima,  interromendo una tendenza alla riduzione che durava da 5 anni ininterrotti. Monti fa il  peggior risultato degli ultimi 15 anni.

– DISOCCUPAZIONE: coi governo di Centro Destra e Centro Sinistra il Tasso annuo di Disoccupazione ha avuto uno scostamento medio annuo dello 0,1% migliore della media UE (equivalente a 20.000 disoccupati in meno), con una performance media leggermente migliore negli anni dei governi di Centro Destra. Con Monti la Disoccupazione ha avuto un aumento di ben l’1,5% in piu’ della media Europea. Come dire, dei circa 500.000 disoccupati in piu’ registrati in Italia nella media nel 2012 rispetto al 2011, ben 380.000 sono responsabilita’ del Governo Monti. Monti fa il  peggior risultato degli ultimi 15 anni

La verità, com’è noto, si nasconde dove può.

Stavolta, per dire, quell’ambiguo serpentello s’è scelto come tana un innocuo box a pagina 17 del Piano nazionale di riforma (Pnr), uno dei tre pezzi di cui si compone il Documento di economia e finanza (Def) approvato dal governo il 12 aprile.

Il titolo è anodino: “Una valutazione del ‘Salva Italia’ con la nuova variante del modello Igem con frizioni finanziarie”. E che dice? Tradotto, questo: la manovra di Mario Monti, quella che secondo la vulgata di questi anni ci ha salvato dalla bancarotta nel dicembre 2011, in realtà ha distrutto l’economia italiana infliggendole minor crescita per 300 miliardi totali dal 2012 al 2015.

Questa, a livello scientifico, non è una notizia per nessuno: una manovra di tagli e tasse, specie durante una crisi, distrugge Pil. La notizia vera è che sia il governo a scriverlo con questa nettezza nel suo più importante documento di finanza pubblica.

La cosa, confermano fonti del Tesoro, non è ovviamente casuale: Gentiloni aveva infatti tentato una correzione sui conti pubblici pari a due punti di rapporto tra deficit e Pil due anni. In soldi fa circa 35 miliardi a regime (ogni anno).

All’ingrosso esattamente quel che fece Mario Monti col suo decreto sei anni fa. In sostanza, è la tesi, “stiamo dicendo alla Commissione Ue che se non ci consentono di rallentare il percorso verso il pareggio di bilancio sarà un disastro”.

E ora torniamo al box di pagina 17 del Pnr.

Come fanno questa nuova stima gli economisti del Tesoro? In sostanza, spiegano, hanno raffinato il loro modello di analisi macroeconomica detto Igem.

L’Igem “base”, per così dire, è un modello neo-keynesiano “pensato specificamente per l’economia italiana” che è in grado (entro certi limiti) di “svelare”, ad esempio, quali effetti hanno sulla realtà certe scelte politiche: in questa versione, ci dice il Def, “gli effetti prospettati sono indotti solamente dalle misure correttive dei conti pubblici”. Insomma, tot tagli di spesa portano a tot effetti sul Pil.

Ora, però, il modello Igem è in grado anche di tener conto pure di un’altra cosetta: il settore bancario o, più precisamente, “il deterioramento repentino delle condizione di offerta di credito”, un deterioramento che “si tradusse in un aumento medio del rapporto tra le sofferenze (i crediti inesigibili) e il capitale bancario pari al 6,2% tra 2011 e 2015”.

Il Mef raffina il modello previsionale incorporando gli effetti di tagli e tasse sulle banche: e scopre, buon ultimo, il disastro dell’austerità In sostanza, siccome le banche erano messe male, il decreto “Salva Italia” fu ancor più distruttivo di come si pensava: “La presenza di frizioni finanziarie amplifica gli effetti recessivi del consolidamento fiscale sia sul Pil sia sulle principali componenti della domanda (consumi e investimenti).

In particolare, gli effetti sugli investimenti sono particolarmente severi in quanto la contrazione del valore del capitale bancario induce una corrispondente riduzione del credito” (cioè le banche tendono a prestare meno).

In una nota, il Tesoro, poco prima del nuovo Governo Conte, è stato ancor più preciso: “ Il premio per il finanziamento esterno aumenta e così il costo che le imprese devono sostenere per finanziarsi. A sua volta, l’aumento del costo dell’indebitamento spinge le imprese a ridurre gli investimenti, deteriorando così ulteriormente le prospettive di profitto e quindi il valore degli investimenti stessi. Questo meccanismo circolare di acceleratore finanziario’ è tale da indurre un’amplificazione dello choc”.

Quanto è costata, dunque, l’austerità imposta dal Fiscal Compact ai Paesi Ue e realizzata in Italia soprattutto dal governo Monti?

Un calo medio (cioè ogni anno) di quasi il 10% degli investimenti e del 3,6% dei consumi tra il 2012 e il 2015 .

Gli effetti sulla ricchezza prodotta in Italia (il Pil) sono pari invece al 4,7% in media, cioè circa 75 miliardi l’anno per quattro anni, vale a dire 300 miliardi: per capire il livello dell’ammissione del governo, secondo il modello Igem senza le frizioni finanziarie l’impatto era “solo” dell’1,6% l’anno sul Pil, 25 miliardi.

APRIAMO LA MENTE SE VOGLIAMO CAPIRE.

E SE MALAUGURATAMENTE GUARDATE ANCORA TV O SEGUITE IL MAINSTREAM, SE NON VOLETE TROVARVI SENZA ACCORGERVENE AL LIVELLO CEREBRALE DELLA PRIMA FOTO CHE SEGUE, ANDATE A FARVI UNA CORSA.

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