UBI Banca: quanti sanno che sta per partire il processo del secolo contro di loro?

Giovanni Bazoli, ripreso all’uscita del Tribunale di Bergamo, dopo l’istruttoria del procedimento penale contro UBI Banca – Banca Popolare di Bergamo

UBI BANCA, altrimenti detta BANCA POPOLARE DI BERGAMO.

Uno dei maggiori gruppi bancari italiani.

Con sede a Bergamo (e lo sanno tutti gli imprenditori italiani che si trovano a dover affrontare una miriade di azioni esecutive proprio in quel Tribunale, al punto che il suo Presidente, per evitare ogni questioni su quesiti di CTU, ha predisposto quesiti UGUALI per tutti), messa sotto indagine da un coraggiosissimo PM, FABIO PELOSI, e che grazie al suo lavoro incrollabile, facendo appoggio su un pool guidato dal Procuratore Capo di Bergamo WALTER MAPELLI e sulla Guardia di Finanza, è riuscito in un’impresa che sembrava impossibile, al punto che durante l’istruttoria i difensori ridevano (visti personalmente): ha convinto un’altrettanta coraggiosissima GUP, ILARIA SANESI, a rinviare a processo con accuse gravissime ben 30 imputati, tra cui i VERTICI DI UBI BANCA IN CARICA.

Nessuno ne parla, nessun Tg, tutti tacciono. Sapete perchè?

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Vitalizi: chi si oppone al taglio e perchè? L’idiozia dei diritti acquisiti.

VITALIZI. Scusate ma vista questa foto non ho resistito.

Iniziamo a comprendere cosa sia realmente il vitalizio:  è l’ ‘assegno pensionistico’ che i parlamentari ricevono alla fine del mandato e non prima di aver compiuto il 65esimo anno di età (salvo eccezioni). L’importo viene calcolato con il sistema contributivo, analogo a quello vigente per tutti i dipendenti dello Stato.

Attenzione. 

I parlamentari godono comunque di un trattamento pensionistico, che acquisiscono di diritto per i versamenti trattenuti alla fonte dalle loro “misere” buste paga. Questo è un diritto inappellabile.

Il vitalizio è un’aggiunta, una somma che percepiscono solo per aver effettuato un mandato (e non sto parlando solo dei parlamentari, ma ad esempio dei consiglieri regionali, Nicole Minetti – tanto per fare un nome – avrebbe già potuto percepirlo al termine del mandato perchè la legge era diversa e non si dovevano attendere i 65 anni, ma vi ha rinunciato SOLO perchè la Regione Lombardia le ha dato una buonauscita di 80.000 € link della notizia) (altro…)

La mafia dei cassonetti: come il crimine ci guadagna

 

La mafia dei cassonetti gialli: ecco come il crimine guadagna dagli abiti riciclati
Dai cassonetti gialli italiani finiscono in Tunisia e da lì sulle bancarelle dei mercati africani, attraverso un lucroso traffico gestito dalle mafie, soprattutto la camorra. È così che i vestiti usati del nostro paese e del Nord Europa – quelli che appunto vengono depositati nei cassonetti gialli, nella convinzione di fare un atto generoso per qualcuno – gonfiano invece il portafoglio della criminalità organizzata. E non va meglio per i rifiuti plastici mandati in Cina: materiale in certi casi contaminato, inutilizzabile negli stabilimenti europei, diretto a fabbriche inesistenti e smistato a destinazione dalle organizzazioni criminali. In un groviglio di traffici illeciti di rifiuti che unisce Genova a Tunisi e Sfax, Trieste e Livorno a Tianjin.

Tipi diversi di oggetti riciclati, rotte differenti, che però si incrociano attraverso faccendieri e case di spedizione specializzate in export illegale, in grado di falsificare documenti e dare consigli su come aggirare i controlli.

È su questo mondo che sta facendo luce un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Firenze, che vede coinvolte 98 persone e 61 società, con ipotesi di reato di associazione a delinquere e traffico illecito di rifiuti. Un malaffare che riguarda imprenditori impegnati a ridurre i costi all’osso, intermediari con ventiquattrore piene di contanti, consulenti e prestanome italiani e cinesi. (altro…)

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