Esprimo la mia opinione di cittadina libera: perchè non voterò M5S alle Europee.

Sono perfettamente consapevole che sto per tirarmi addosso uno tzunami dal quale non saprò neppure difendermi.

Sono altrettanto conscia delle bravissime persone che fanno parte del Movimento 5 Stelle, forse solo inesperti politicamente, ma che stanno lottando in Parlamento con una tenacia ed un’onestà intellettuale che non si vedeva da tempo, ed a loro va tutto il mio totale plauso e ringraziamento.

L’Italia però, se vuole rialzarsi e tornare ad essere il grande Paese che è stato prima dell’Euro, deve fare tabula rasa, una vera e propria rivoluzione.

Il primo fondamentale ed inevitabile passo è la coscienza di dover USCIRE DALL’EURO, non dall’Europa, ed essere pronti a tutto quello che verrà messo in atto dalla Troika e dalla Germania per impedircelo, perchè l’Italia è una pedina fondamentale dei grandi poteri economico-finanziari occulti che stanno cercando di instaurare un nuovo ordine mondiale.

L’unica arma che noi cittadini abbiamo a disposizione, senza dover ricorrere a situazioni ben più pesanti, è la scelta giusta di chi votare alle prossime Europee, perchè saranno fondamentali visto anche il semestre di guida italiana.

A questo punto, chi ha fatto dichiarazioni definitive in questo senso?

MagdiCristiano Allam, basta vedere il sito del suo movimento “Amo l’Italia”, Fratelli d’Italia, che lo candideranno come capolista, Matteo Salvini e la Lega, tutti probabilmente uniti insieme a Marine Le Pen.

Mi aspettavo anche dal M5S una presa di posizione chiara e definitiva, ma non è così, basta leggere i loro 7 punti per le Europee:

1. Referendum per la permanenza dell’Euro: su questo punto c’è molto da discutere. I Lettoni hanno fatto un referendum nel quale il no ha vinto, eppure si sono trovati ad adottare l’Euro. Questo perchè nessun trattato Europeo prevede che un sistema di votazione collettiva di questo genere possa portare a decisioni che l’Europa debba adottare. Inoltre, e questo è grave che non si sappia, la nostra Costituzione vieta esplicitamente all’ art. 75 che possa svolgersi un simile referendum sulle leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali ma, secondo una consolidata interpretazione della Consulta, non sarebbe mai possibile interferire, attraverso referendum, con l’ambito di applicazione delle norme comunitarie e con gli obblighi assunti dall’Italia nei confronti dell’Unione Europea. Né, occorre precisare, è possibile nel nostro ordinamento proporre lo svolgimento di referendum consultivi, al di là delle espresse previsioni della costituzione (articolo 132). Quindi trattasi di pura propaganda, per far credere agli allocchi di poter partecipare attivamente, mentre al contrario, non prendendo una posizione chiara, il Movimento dimostra di essere a favore dell’Euro, nonostante tutti i proclami.  Dia una dichiarazione chiara e netta: vogliamo uscire dall’Euro. E la cosa cambia. Ma è stata più volte sollecitata, e questo è il risultato, per me inaccettabile.

2. Abolizione del Fiscal Compact: in realtà, il Fiscal Compact dovrebbe essere già certificato come nullo dal Governo, non secondo me, ma secondo Giuseppe Guarino, giurista nato nel 1922, uno dei primi professori della Sapienza di Roma. Ebbene, in un’intervista al Foglio di qualche tempo fa, dove si definiva medico, che ho letto con enorme piacere, il Professor Guarino esamina il Fiscal Compact:

“E’ qui che si introduce l’obbligo per gli stati di mantenere ‘la posizione di bilancio della pubblica amministrazione (…) in pareggio o in avanzo. Norma inapplicabile. All’articolo 2 del Fiscal compact, infatti, si ripete per due volte che questo accordo internazionale dev’essere interpretato e applicato soltanto finché compatibile ‘con i trattati su cui si fonda l’Unione europea e con il diritto dell’Unione europea’”. Tuttavia i trattati costitutivi dell’Unione non restringono a tal punto la possibilità di indebitarsi dei paesi membri. Il Trattato di Lisbona, documento fondamentale dell’Ue che è entrato in vigore nel 2009 “fondendo” il trattato sull’Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea, “fissa al 3 per cento il limite che l’indebitamento non può superare – ricorda Guarino – Il Fiscal compact, invece, riduce il limite a zero punti. Insomma il Fiscal compact sopprime la sovranità fiscale degli stati firmatari, in violazione del Trattato di Lisbona al quale pure si richiama. E’ probabile che il Fiscal compact sia stato una scorciatoia, visto che l’unanimità tra i 27 paesi membri necessaria a modificare il Trattato di Lisbona non sarebbe mai stata raggiunta. Fatto sta che questo trattato rimane illegale. Non ha la forza costituzionale per modificare il Trattato di Lisbona”. Non soltanto il riferimento ai trattati, anche quello al “diritto dell’Unione europea” contenuto nel Fiscal compact pare fuori bersaglio, visto che l’azzeramento del deficit non è previsto dal regolamento 1175 del 2011, vigente tuttora in materia di politica di bilancio. Gli stati europei, dunque, da qualche mese si stanno infliggendo più rigore fiscale – a colpi di azzeramento dei deficit e rientro dei debiti pubblici – di quanto il diritto comunitario ne preveda. Il Fiscal compact non si applica, se vogliamo rispettare i trattati europei. Né va portata avanti la sua trasposizione nella Costituzione italiana, con la riforma dell’articolo 81 sul pareggio di bilancio. Il governo – conclude Guarino nelle vesti di medico nient’affatto pietoso – dovrà esigere che sia la Commissione dell’Unione europea ad attestare pubblicamente che il limite valido all’indebitamento annuo è quello del 3 per cento, e non altro”

Pertanto, dovrebbe essere conclamato da ciascun Stato Europeo come nullo. Anche senza bisogno di elezioni.

3. Adozione degli Eurobond: ecco, questo è l’esatto contrario del punto due. Parto dal concetto che già se Barroso ha sempre spinto per adottarli, è ragione sufficiente per fare l’esatto opposto. Gli Eurobond sono visti come la panacea contro tassi troppo alti. È vero che convertendo il debito italiano in eurobonds si pagano meno interessi perché l’Europa intera offre più credibilità nel poterlo ripagare. Ma questo avviene introducendo un altro costo: si continua l’incentivo all’indebitamento finché anche l’Europa stessa sie si potrebbe ritrovare come l’Italia oggi. Le difficoltà dell’indebitamento pubblico sono un problema intergenerazionale che deve essere risolto ora, responsabilizzando la politica fiscale a livello locale, anche affrontando il rischio di default o di svalutazione. Accorpare il debito creando eurobonds in vista della creazione di un mega stato da 500 milioni di abitanti posticipa soltanto il problema del debito ai nostri figli, proprio come il debito odierno è stato ereditato dalle scelte sventurate della generazione precedente. E soprattutto crea maggiore sudditanza dei Paesi più deboli verso i Paesi più forti.

4. Alleanza tra i Paesi Mediterranei per una politica comune: tutto e il contrario di tutto. Prima chiede l’adozione degli Eurobond, che sostanzialmente consiste in un’unione politica TOTALE dell’Europa, e poi si pretende invece di crearne due, tramite questa alleanza. Contraddittorio a dir poco.

5. Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio: giusto, se non fosse che è già così. Innanzitutto le start-up innovative sono finanziate dalle Regioni tramite l’utilizzo di fondi europei, e non rientrano nel deficit di bilancio. Inoltre le stesse Commissioni Europee prevedono l’accesso diretto ai fondi direttamente dagli imprenditori, quindi anche in questo caso il deficit non è toccato.

6. Finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni: a questo punto, sorge il dubbio che l’incompetenza sia davvero concreta e che si giochi sulle parole per nasconderla. Esistono una marea di questi finanziamenti europei che incentivano le attività agricole, da anni, e la maggior parte sono stanziati ma mai richiesti. Ci è o ci fa?

7. Abolizione del pareggio di bilancio: punto inutile, perchè il pareggio di bilancio è stato introdotto a seguito del Fiscal Compact, pertanto se chiedono l’abolizione del primo, ça va sans dire che a ruota segue anche questo.

Dopo aver analizzato secondo la mia opinabilissima opinione il programma M5S per le Europee, mi sembra assolutamente inconsistente e creato ad hoc per non dire nulla, lasciando lo specchietto delle allodole di un fantomatico referendum per cui secondo il Movimento sono sempre i cittadini che devono decidere.

Fossi un loro elettore, mi sentirei notevolmente presa in giro, proprio perchè è scritto in perfetto politichese ma nasconde lacune conoscitive immense. Anzi, sembra quasi scritto da chi non saprebbe che fare se venisse eletto, magari buttato giù davanti ad un bel bicchiere di vino, tanto l’italiota medio ci cascherà con tutti i piedi se metteremo solo una frase che gli farà credere di avere una democrazia partecipativa.

Svegliamoci. E’ ora.

E’ ora che i politici, degni di chiamarsi tali, parlino poco ed agiscano, per il bene della nostra Italia. Dobbiamo esigerlo, ne abbiamo il potere perchè siamo cittadini italiani.

Tabula rasa e uscita dall’Euro. Chi dirà questo forte e chiaro avrà il mio voto.

Grillo può urlare quanto vuole, ma con questo “programmino” ha dimostrato tutte le pecche del Movimento, che già in Parlamento non è passato inosservato ai più, nonostante ripeto il grandissimo impegno che ci stanno mettendo questi ragazzi e che meritano encomio.

Non sono le urla a contare, ma i FATTI CONCRETI.

O questo sarà il nostro futuro:

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