Vi spiego perchè sono a favore dell’uscita dall’Euro.

Doverosa premessa: io NON sono un’economista, ma una semplice cittadina, quindi quello che state per leggere è frutto esclusivamente di una mia opinione che mi sono costruita informandomi liberamente, come possono fare tutti.

Certo, non ascoltando tv o leggendo giornali, che hanno loro tornaconti per supportare la tesi de “o l’euro o la morte”. Tanto per fare un esempio, avevo un amico che ho perso di vista che lavorava per l’Espresso e mi confidò che ogni articolo pubblicato doveva seguire la volontà dell’editore, altrimenti finiva cestinato. Che per lavorarvi bisognava sottoscrivere un contratto dove ci si impegnava a seguire senza fiatare le decisioni dell’editore.

Per carità, ora sarà tutto diverso, io avevo quasi 30 anni, ne è passato di tempo, ma da allora ho smesso di credere a quanto scritto sui giornali, che si basano sul fatto ineluttabile che la maggior parte degli italiani legge solo i titoli, e su quanto trasmesso dalle tv, tutte.

Tornando al punto focale di questo post.

Nei miei ricordi di bambina è indelebile una trasmissione “giochi senza frontiere”. L’entrata nell’Euro per me doveva essere proprio quello, senza frontiere, tanto più che il giorno stesso presi la macchina e andai in Francia, felicissima del fatto che quello che dicevano fosse vero.

Allora anche tutto il resto sarebbe stato vero: più unione, più ricchezza, meno sacrifici. Ormai rimbalza ovunque la frase di Prodi: sarà come lavorare un giorno in meno ed essere pagati un giorno in più.

A distanza di quindici anni, fatevi un esame di coscienza, è davvero così?

Siamo massacrati dalle tasse, con centomila lire si riempiva il carrello della spesa, con cento euro neanche un sacchetto. Le aziende chiudono, si perdono posti di lavoro, l’Europa ci chiede sempre maggiori sacrifici, e sappiatelo, noi versiamo al Fondo Salvastati le nostre tasse, che lo Spiegle, maggior testata tedesca, ha ammesso che sono serviti per salvare le banche tedesche.

E sembra che non sia mai finita. Vincoli assurdi, uno Stato insolvente e nullafacente, suicidi, pensionati sempre più alla fame, giovani senza lavoro.

Era questa l’Europa che ci è stata prospettata grazie all’Euro? NO.

Allora perchè non uscirne? Perchè dobbiamo continuare consapevoli ormai del fatto che saremo sempre più affamati, che il potere delle banche crescerà, che se avremo la fortuna di lavorare lo faremo per mantenere l’Europa e non il contrario?

Non metterò alcun tipo di diagramma, dato o quant’altro che possa convincere qualcuno, ma vi vorrei spiegare come ho fatto io, semplice cittadina, a capire perchè non ci possiamo permettere l’Euro, discutendo sulle varie tesi pro-euro.

1. Uscire dall’Euro non è possibile perchè abbiamo sottoscritto i trattati

Errore, non esiste alcun trattato che preveda che, una volta ratificato, il Paese non possa uscirne. Non è una prigione, e non significa uscire dall’Europa, anche perchè fisicamente impossibile. Ricordatevi che esistono Nazioni che sono in Europa ma che non hanno adottato l’Euro. E ponetevi la domanda: chi è stato l’unico Stato a crescere grazie all’Euro?

2. Se usciamo dall’Euro, non avremo una valuta forte ma una svalutazione impressionante tale per cui non potremo neppure più permetterci la benzina per la macchina

Sarebbe semplice rispondere che 6 premi Nobel per l’economia dicono l’esatto contrario, ma stiamo parlando da cittadini.

Scusatemi, c’è qualcuno che si ricorda di aver mai pagato 4.000 lire al litro per la benzina? Forse si è dimenticato il valore del cambio, ma due euro al litro corrispondono più o meno a quella cifra. E’ questo il nostro guadagno?

Se si facesse un cambio 1 euro = 1 lira, si calcola che la svalutazione sarebbe di circa il 30%, ma spalmata nell’arco di oltre un anno. Il marco si rivaluterebbe, ma questo produrrebbe un caldo del loro pil calcolato di circa il 7%.

Non è che tutti i nostri averi scompaiono in un giorno, come invece potrebbe succedere andando avanti così, visto che il Fondo Monetario ha appena annunciato prelievi forzosi sui nostri conti correnti. Apriamo la mente.

Cosa comporta avere una valuta debole? Maggiore export, maggiore pil, maggiore circolazione di denaro, probabilmente a livelli tali per cui si potrebbe ripetere il boom economico degli anni ’60, a discapito dei Paesi, vedi Germania, che hanno sfruttato l’euro, moneta troppo forte per la nostra economia, per distruggerci in competitività. Addirittura falsando in molti prodotti il marchio Made in Italy, che ora non ha più gran valore, ma che al contrario, con un ritorno alla sovranità monetaria, tornerebbe ad occupare il posto che merita.

Ricordatevi una cosa: la Germania ha già tentato due volte di colonizzare l’Europa, ora ci sta riuscendo. Sta macinando utili e guadagni distruggendo i loro competitors, come l’Italia, se ne frega dei vincoli europei e stampa euro in casa propria. La Germania sta combattendo la sua terza guerra e la sta vincendo facilmente, perchè ha creato il terrore che senza Euro non si vive: giusto, loro tornerebbero dove meritano di stare, ma intanto i danni di guerra e dell’unificazione tedesca li abbiamo pagati noi.

3. La crisi si combatte con più Europa

Eh no, io invece ho capito l’esatto contrario. La realtà è che l’Europa ha creato la crisi, per togliere sovranità nazionale. La crisi si combatte con l’incentivazione al lavoro, gli ammortizzatori sociali, gli aiuti alle famiglie. Pensate al Fiscal Compact: l’Italia ha firmato per pagare 50 miliardi all’anno all’Europa per i prossimi 20 anni. Da dove li prenderanno se non dalle nostre tasche? Ed invece, quanto si potrebbe fare per noi italiani socialmente, se non vi avessimo aderito? Dico solo una cosa: siamo al 14 di gennaio, e ci sono già stati 19 suicidi. 

4. L’Euro ha unito gli Europei

Mah, sarà, ma quando penso ad un tedesco mi vien voglia di investirlo. Sono l’unica? L’euro ha diviso, Paesi deboli da Paesi forti, e questa divisione ha permesso grandi speculazioni che stiamo pagando con la vita. Ci vuol ben altro per gli Stati Uniti d’Europa. Neanche un miracolo probabilmente basterebbe.

5. La crisi non si risolve stampando moneta

Bene, a parte il fatto che anche volendo non lo possiamo fare, perchè tutto dipende dalla BCE, sono enormi balle. La crisi si risolve riprendendosi la sovranità monetaria. Guardiamo gli USA, cresciuti del 4,1%, il Giappone, la Cina. Chi se ne frega del rapporto debito pubblico/pil. Il debito pubblico è un’altra fuffa creata ad hoc per spingerci a fare sacrifici. In queste Nazioni, si stampa moneta ogni volta che serve, l’inflazione è allo 0,1%, la crescita continua e la disoccupazione è praticamente inesistente.

Quando non si è padroni della propria moneta, si è solo un’altra cosa: SCHIAVI.

La riconquista della sovranità monetaria consentirebbe allo Stato italiano di recuperare la possibilità di spendere in deficit, eliminando l’ostacolo costituito dalla necessità di approvvigionarsi del denaro mediante l’imposizione di tasse o la vendita di titoli di Stato sui mercati.

6. La liretta sarebbe attacco di speculazioni

Come se l’invenzione dello spread non ci abbia sottoposto in questi ultimi 3 anni a speculazioni vergognose. No. Io non credo, per un semplice motivo: più la lira perde valore, più le nostre merci diventano appetibili. Difficile che i concorrenti siano così stupidi da produrre eccessiva svalutazione, perchè i primi a perderci sarebbero loro. Esiste addirittura uno studio della Banca d’Affari Merryl Lynch che dice che l’Italia è uno dei pochi Paesi che ha tutto l’interesse ad uscire dall’Euro, come l’Irlanda, e che questa scelta provocherebbe addirittura un avanzo primario, ovvero non dovendo più sottostare all’austerity imposta, il Governo può abbassare le tasse, ridistribuire ricchezza e servizi sociali, e risparmiare. Non solo: gli investitori stranieri avrebbero nuovamente interesse a portare capitali nel nostro Paese. Ricordate gli anni 80, e come le politiche di speculazione della lira portavano vantaggi sostanziali a tutto il Paese:

  • Crescita del PIL: il PIL riprenderà a crescere  nel breve periodo grazie al rilancio delle esportazioni, dovuto alla svalutazione del tasso di cambio. Nel medio-lungo periodo saranno essenziali misure di politica economica atte a favorire lo sviluppo  e la sostenibilità della domanda interna. Le previsioni di Merryl Lynch, in caso di uscita ordinata dall’euro, sono ad esempio le seguenti. Come si nota dai dati,Italia e Irlanda sarebbero le nazioni a trarne maggiori vantaggi relativi, mentre la cosa sarebbe piuttosto distruttiva per la Germania:

 

7. Il nostro debito pubblico ci ammazzerebbe

E qui occorre la sveglia dei Bersaglieri.

Non mi sembra che sia ben chiaro ai miei connazionali che le manovre poste in atto con il pretesto di diminuire il debito pubblico hanno in realtà lo scopo di “estrarre dai cittadini italiani risorse da veicolare verso le banche del Nord onde consentirne il risanamento”. Tuttavia il Rapporto sulla Sostenibilità Fiscale della Commissione Europea afferma che il debito pubblico italiano non è un problema, anche se “rischia di diventarlo se ci si continuerà ad avvitare sulla strada delle politiche di austerità suicida, che distruggono reddito e gettito fiscale. Ma tutti gli studi sull’uscita dall’euro concordano sul fatto che un default in Italia non sarebbe necessario, dato il forte avanzo primario dei conti pubblici e la forte propensione al risparmio delle famiglie.”

Capito? Il nostro debito pubblico è una balla, creata per farci indebitare per pagarlo, perchè non abbiamo sovranità monetaria. Per di più, circa l’80% è nelle mani di italiani, pertanto se lo Stato potesse stampare moneta, sarebbe risolvibile in pochi anni.

Non solo. Secondo gli articoli 1277 e seguenti del Codice Civile, i debiti contratti in Italia (a prescindere se con controparte estera o italiana) verranno convertiti in lire, con tasso di cambio 1:1 onde evitare abusi. I debiti contratti all’Estero resteranno in Euro, sempre che sopravviva. Il capitale di proprietà della Banca Centrale nazionale presso la Banca Centrale europea e le riserve sotto qualsiasi forma (oro, valute estere, eccetera) depositate presso la BCE vengono ritirati o ‘comprati’ dalle altre Banche centrali a saldo (o acconto) di qualsiasi altro debito accumulato, che noi sappiamo non supera il 20%.

Grazie a questo, lo Stato potrebbe garantire gli investimenti degli italiani, proprio perchè potrebbe coprirli stampando moneta. Senza pagare interessi a nessun ente estero, senza indebitarsi se non con sè stesso. E la Banca d’Italia tornerà ad essere l’ente per cui è stata creata, la nostra banca centrale, non privatizzata. Anzi, magari sarebbe il caso di nazionalizzare le banche, fino a che non saranno in grado di stare in piedi da sole, riportandole di peso al loro compito: non speculazione ma sostegno all’economia ed alle famiglie.

Questo è il mio pensiero.

Nessuno può dire con estrema certezza quello che accadrà con l’uscita dall’euro, per contro, visto il momento attuale, c’è qualcuno che può dirci quando finirà la crisi e quando torneremo ai livelli pre-crisi? Chi ha parlato onestamente, ha detto che ci vorranno non meno di 20 anni, senza alcuna sicurezza.

La verità è che l’Europa non può permettersi l’uscita dall’Euro dell’Italia, perchè siamo un Paese di grande produzione e facilmente controllabile, grazie ad una classe politica corrotta.

Seguiamo le persone corrette, oneste e che amano il nostro Paese. Grazie a Dio ce ne sono ancora.

Claudio Borghi, economista  e persona di grandissima umanità, che combatte assieme ad Alberto Bagnai ed Antonio Rinaldi, economisti più che encomiabili, per abbattere tutti i pregiudizi contro l’uscita dall’Euro :

Matteo Salvini e Roberto Maroni, che hanno avuto il coraggio per primi senza se e senza ma di combattere in prima linea:

Ed infine, ultimo ma primo assoluto, Magdi Cristiano Allam. Un uomo eccezionale, che ha a cuore talmente tanto l’Italia da averne creato un movimento “Io Amo L’Italia”, che si batte tutti i giorni contro il sistema europeo, partendo dal suo interno, e scusate, ci vogliono grandi attributi per rischiare tanto.

Come ama dire lui: INSIEME CE LA FAREMO. SENZA PAURA.

Esprimo la mia opinione di cittadina libera: perchè non voterò M5S alle Europee.

Sono perfettamente consapevole che sto per tirarmi addosso uno tzunami dal quale non saprò neppure difendermi.

Sono altrettanto conscia delle bravissime persone che fanno parte del Movimento 5 Stelle, forse solo inesperti politicamente, ma che stanno lottando in Parlamento con una tenacia ed un’onestà intellettuale che non si vedeva da tempo, ed a loro va tutto il mio totale plauso e ringraziamento.

L’Italia però, se vuole rialzarsi e tornare ad essere il grande Paese che è stato prima dell’Euro, deve fare tabula rasa, una vera e propria rivoluzione.

Il primo fondamentale ed inevitabile passo è la coscienza di dover USCIRE DALL’EURO, non dall’Europa, ed essere pronti a tutto quello che verrà messo in atto dalla Troika e dalla Germania per impedircelo, perchè l’Italia è una pedina fondamentale dei grandi poteri economico-finanziari occulti che stanno cercando di instaurare un nuovo ordine mondiale.

L’unica arma che noi cittadini abbiamo a disposizione, senza dover ricorrere a situazioni ben più pesanti, è la scelta giusta di chi votare alle prossime Europee, perchè saranno fondamentali visto anche il semestre di guida italiana.

A questo punto, chi ha fatto dichiarazioni definitive in questo senso?

MagdiCristiano Allam, basta vedere il sito del suo movimento “Amo l’Italia”, Fratelli d’Italia, che lo candideranno come capolista, Matteo Salvini e la Lega, tutti probabilmente uniti insieme a Marine Le Pen.

Mi aspettavo anche dal M5S una presa di posizione chiara e definitiva, ma non è così, basta leggere i loro 7 punti per le Europee:

1. Referendum per la permanenza dell’Euro: su questo punto c’è molto da discutere. I Lettoni hanno fatto un referendum nel quale il no ha vinto, eppure si sono trovati ad adottare l’Euro. Questo perchè nessun trattato Europeo prevede che un sistema di votazione collettiva di questo genere possa portare a decisioni che l’Europa debba adottare. Inoltre, e questo è grave che non si sappia, la nostra Costituzione vieta esplicitamente all’ art. 75 che possa svolgersi un simile referendum sulle leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali ma, secondo una consolidata interpretazione della Consulta, non sarebbe mai possibile interferire, attraverso referendum, con l’ambito di applicazione delle norme comunitarie e con gli obblighi assunti dall’Italia nei confronti dell’Unione Europea. Né, occorre precisare, è possibile nel nostro ordinamento proporre lo svolgimento di referendum consultivi, al di là delle espresse previsioni della costituzione (articolo 132). Quindi trattasi di pura propaganda, per far credere agli allocchi di poter partecipare attivamente, mentre al contrario, non prendendo una posizione chiara, il Movimento dimostra di essere a favore dell’Euro, nonostante tutti i proclami.  Dia una dichiarazione chiara e netta: vogliamo uscire dall’Euro. E la cosa cambia. Ma è stata più volte sollecitata, e questo è il risultato, per me inaccettabile.

2. Abolizione del Fiscal Compact: in realtà, il Fiscal Compact dovrebbe essere già certificato come nullo dal Governo, non secondo me, ma secondo Giuseppe Guarino, giurista nato nel 1922, uno dei primi professori della Sapienza di Roma. Ebbene, in un’intervista al Foglio di qualche tempo fa, dove si definiva medico, che ho letto con enorme piacere, il Professor Guarino esamina il Fiscal Compact:

“E’ qui che si introduce l’obbligo per gli stati di mantenere ‘la posizione di bilancio della pubblica amministrazione (…) in pareggio o in avanzo. Norma inapplicabile. All’articolo 2 del Fiscal compact, infatti, si ripete per due volte che questo accordo internazionale dev’essere interpretato e applicato soltanto finché compatibile ‘con i trattati su cui si fonda l’Unione europea e con il diritto dell’Unione europea’”. Tuttavia i trattati costitutivi dell’Unione non restringono a tal punto la possibilità di indebitarsi dei paesi membri. Il Trattato di Lisbona, documento fondamentale dell’Ue che è entrato in vigore nel 2009 “fondendo” il trattato sull’Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea, “fissa al 3 per cento il limite che l’indebitamento non può superare – ricorda Guarino – Il Fiscal compact, invece, riduce il limite a zero punti. Insomma il Fiscal compact sopprime la sovranità fiscale degli stati firmatari, in violazione del Trattato di Lisbona al quale pure si richiama. E’ probabile che il Fiscal compact sia stato una scorciatoia, visto che l’unanimità tra i 27 paesi membri necessaria a modificare il Trattato di Lisbona non sarebbe mai stata raggiunta. Fatto sta che questo trattato rimane illegale. Non ha la forza costituzionale per modificare il Trattato di Lisbona”. Non soltanto il riferimento ai trattati, anche quello al “diritto dell’Unione europea” contenuto nel Fiscal compact pare fuori bersaglio, visto che l’azzeramento del deficit non è previsto dal regolamento 1175 del 2011, vigente tuttora in materia di politica di bilancio. Gli stati europei, dunque, da qualche mese si stanno infliggendo più rigore fiscale – a colpi di azzeramento dei deficit e rientro dei debiti pubblici – di quanto il diritto comunitario ne preveda. Il Fiscal compact non si applica, se vogliamo rispettare i trattati europei. Né va portata avanti la sua trasposizione nella Costituzione italiana, con la riforma dell’articolo 81 sul pareggio di bilancio. Il governo – conclude Guarino nelle vesti di medico nient’affatto pietoso – dovrà esigere che sia la Commissione dell’Unione europea ad attestare pubblicamente che il limite valido all’indebitamento annuo è quello del 3 per cento, e non altro”

Pertanto, dovrebbe essere conclamato da ciascun Stato Europeo come nullo. Anche senza bisogno di elezioni.

3. Adozione degli Eurobond: ecco, questo è l’esatto contrario del punto due. Parto dal concetto che già se Barroso ha sempre spinto per adottarli, è ragione sufficiente per fare l’esatto opposto. Gli Eurobond sono visti come la panacea contro tassi troppo alti. È vero che convertendo il debito italiano in eurobonds si pagano meno interessi perché l’Europa intera offre più credibilità nel poterlo ripagare. Ma questo avviene introducendo un altro costo: si continua l’incentivo all’indebitamento finché anche l’Europa stessa sie si potrebbe ritrovare come l’Italia oggi. Le difficoltà dell’indebitamento pubblico sono un problema intergenerazionale che deve essere risolto ora, responsabilizzando la politica fiscale a livello locale, anche affrontando il rischio di default o di svalutazione. Accorpare il debito creando eurobonds in vista della creazione di un mega stato da 500 milioni di abitanti posticipa soltanto il problema del debito ai nostri figli, proprio come il debito odierno è stato ereditato dalle scelte sventurate della generazione precedente. E soprattutto crea maggiore sudditanza dei Paesi più deboli verso i Paesi più forti.

4. Alleanza tra i Paesi Mediterranei per una politica comune: tutto e il contrario di tutto. Prima chiede l’adozione degli Eurobond, che sostanzialmente consiste in un’unione politica TOTALE dell’Europa, e poi si pretende invece di crearne due, tramite questa alleanza. Contraddittorio a dir poco.

5. Investimenti in innovazione e nuove attività produttive esclusi dal limite del 3% annuo di deficit di bilancio: giusto, se non fosse che è già così. Innanzitutto le start-up innovative sono finanziate dalle Regioni tramite l’utilizzo di fondi europei, e non rientrano nel deficit di bilancio. Inoltre le stesse Commissioni Europee prevedono l’accesso diretto ai fondi direttamente dagli imprenditori, quindi anche in questo caso il deficit non è toccato.

6. Finanziamenti per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni: a questo punto, sorge il dubbio che l’incompetenza sia davvero concreta e che si giochi sulle parole per nasconderla. Esistono una marea di questi finanziamenti europei che incentivano le attività agricole, da anni, e la maggior parte sono stanziati ma mai richiesti. Ci è o ci fa?

7. Abolizione del pareggio di bilancio: punto inutile, perchè il pareggio di bilancio è stato introdotto a seguito del Fiscal Compact, pertanto se chiedono l’abolizione del primo, ça va sans dire che a ruota segue anche questo.

Dopo aver analizzato secondo la mia opinabilissima opinione il programma M5S per le Europee, mi sembra assolutamente inconsistente e creato ad hoc per non dire nulla, lasciando lo specchietto delle allodole di un fantomatico referendum per cui secondo il Movimento sono sempre i cittadini che devono decidere.

Fossi un loro elettore, mi sentirei notevolmente presa in giro, proprio perchè è scritto in perfetto politichese ma nasconde lacune conoscitive immense. Anzi, sembra quasi scritto da chi non saprebbe che fare se venisse eletto, magari buttato giù davanti ad un bel bicchiere di vino, tanto l’italiota medio ci cascherà con tutti i piedi se metteremo solo una frase che gli farà credere di avere una democrazia partecipativa.

Svegliamoci. E’ ora.

E’ ora che i politici, degni di chiamarsi tali, parlino poco ed agiscano, per il bene della nostra Italia. Dobbiamo esigerlo, ne abbiamo il potere perchè siamo cittadini italiani.

Tabula rasa e uscita dall’Euro. Chi dirà questo forte e chiaro avrà il mio voto.

Grillo può urlare quanto vuole, ma con questo “programmino” ha dimostrato tutte le pecche del Movimento, che già in Parlamento non è passato inosservato ai più, nonostante ripeto il grandissimo impegno che ci stanno mettendo questi ragazzi e che meritano encomio.

Non sono le urla a contare, ma i FATTI CONCRETI.

O questo sarà il nostro futuro:

n/a