Udine: leasing “dopati” alla Hypo Bank, in otto davanti al Gup ad ottobre

Udine.

Promettevano ai clienti condizioni di leasing a tassi favorevoli, come ci si aspetterebbe da qualsiasi banca seria e onesta, ma poi, nel segreto degli uffici del grattacielo a specchi di Tavagnacco, manipolavano i conti a proprio piacimento, gonfiando gli interessi con rincari invisibili e sistematici.

Per i sette imputati della maxi-truffa sui leasing “dopati” alla “Hypo Alpe Adria Bank spa” e alla “Hypo Leasing spa” e per lo stesso istituto di credito a sua volta investito dall’inchiesta in virtù del decreto legislativo 231/01 sulla responsabilità amministrativa delle società per reati commessi da amministratori, manager o dipendenti, l’ora “x” con la giustizia è scattato il 6 ottobre.

È alle 15 di quel giorno che il gip del tribunale di Udine, Francesco Florit, ha dichiarato aperta l’udienza preliminare a carico dell’ex direttore generale e amministratore delegato della banca, Lorenzo Di Tommaso, e del resto delle persone, tra ex dirigenti e dipendenti, per le quali la Procura di Udine ha chiesto il rinvio a giudizio.

L’ipotesi è che, uniti tra loro in un’associazione a delinquere finalizzata alla truffa, abbiano concorso ad alterare la bellezza di 54.568 contratti e a introitare in tal modo 88.134.000 euro di utili non dovuti.

La notifica della fissazione dell’udienza preliminare ha interessato anche il lungo elenco delle parti offese che, con il passaggio del procedimento dalle stanze della Procura alle aule del tribunale, potranno costituirsi parte civile.

Nel capo d’imputazione a firma dei pm Barbara Loffredo e Paola De Franceschi le persone indicate sono 56: quasi tutte società più o meno grandi, oltre a qualche privato cittadino e a gruppi finanziari, con sedi sparse in tutta Italia. Chiude la lista la Banca d’Italia, alla quale Di Tommaso è accusato di avere esposto una situazione economica, patrimoniale e finanziaria non vera rispetto all’esposizione di Hypo nei confronti della clientela.

Attraverso le segnalazioni inviate mensilmente, in particolare, l’allora numero uno del colosso di Tavagnacco avrebbe indicato crediti in bonis per 56.884.000 euro che avrebbero dovuto essere classificati invece come “anomali” e omesso di ipotizzare dubbi esiti per 46.238.000 euro. Il tutto, s’intende, allo scopo preciso di ostacolarne le funzioni di vigilanza.

Oltre a Di Tommaso, 62 anni, di Udine, che il Cda silurò non appena si ebbe notizia dell’inchiesta, sono chiamati a rispondere dello scandalo – e a decidere con i propri difensori se chiedere al gup l’ammissione a riti alternativi, oppure seguire il rito ordinario dell’udienza preliminare – anche Sandro Ballerino, 49, di Udine, vice direttore generale addetto all’area commerciale, Carlo Bellogi, 53, di Aviano e residente a Udine, dal 2011 responsabile del “Legal service” e della funzione reclami e, già dal 2008, componente dell’organo di vigilanza, Daniele Metus, 55, di Moruzzo, vice direttore generale, Paolo Pellicciotti, 47, di Udine, responsabile del “Market support” e direttore generale di “Hypo Alpe Adria Leasing”, Nadia La Neve, 50, di Udine, responsabile dell’area “Credit processing”, e Andrea Micalich, 51, di Udine, direttore commerciale della rete agenti leasing e direttore generale di “Hypo Alpe Adria Finance”.

Gli accertamenti della Guardia di finanza di Udine, che ha condotto le indagini, hanno collocato gli “albori” della truffa già ad almeno il 1997, ma delle sue conseguenze è stata trovata traccia soltanto a partire dal 2004.

Da allora e fino al 31 marzo 2013 – a fare traballare il sistema erano stati i servizi che “Striscia la notizia” aveva mandato in onda sulla scorta delle segnalazioni ricevute da alcuni clienti -, Hypo Bank è riuscita a gonfiare contratti per un importo complessivo di 72.747.000 euro sui leasing in carico a Hypo Alpe Adria Bank, e di altri 15.387.000 per quelli di Hypo Leasing.

I correttivi che permettevano la manipolazione dei conteggi avvenivano grazie a un particolare programma informatico, denominato Nsil, di cui proprio Di Tommaso aveva deciso l’acquisto

fonte: ilmessaggeroveneto.it

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