La truffa delle carte revolving

 

Le carte revolving: una truffa legalizzata.

L’unica che ho mai utilizzato in vita mia risale a circa 12 anni fa, ed era di Finconsumo, assorbita ora da Santander.

Avevo un fido di 1.500.000 lire, con un rimborso mensile previsto di 50.000 lire.

Te la spiegavano come se fosse l’affare della vita: avere a disposizione sempre una sorta di salvadanaio che si riempiva man mano che ripagavi la rata mensile.

La utilizzai una sola volta, per regalare una playstation 2. Spesi 790.000 lire, ne rimborsai il doppio in due anni.

Già, perchè all’epoca nessuno parlava di tassi, usura o quant’altro. Ma le revolving sono una fonte di guadagno incredibile ed USURATO per chi le emette.

Ormai se ne trovano di tutti i tipi, emesse da banche, finanziarie, società commerciali di ogni genere, persino supermercati che ti illudono di poter far la spesa pagando a rate.

Si, idea bella, ma, QUANTO CI COSTANO E CHE SUCCEDE SE SI SMETTE DI PAGARE?

Partiamo al solito dal punto principale: sulle carte di credito revolving il tasso viene applicato a livello mensile e non annuale: una vera truffa per cui molte società emittenti sono state multate, eppure continuano imperterrite.

Fino a che trovano polli da spennare, che non si rendono conto della trappola in cui cadono, della spirale senza fine di pagamenti imposti prima di poter sancire la chiusura del debito, perchè fermarsi?

Per una semplice multa, sapendo che incide forse meno dello 0,5% dei guadagni che ottengono?

Andiamo più nello specifico.

Pratiche commerciali scorrette: l’Antitrust, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato,ha multato con 180 mila euro alcune importanti società finanziarie che operano in Italia. Compass, Linea ed Equilon le tre “multate”, che si sarebbero rese “colpevoli” di inadeguata informazione ai clienti sulla sottoscrizione dei contratti.

Al momento della firma infatti viene inclusa anche la richiesta di concessione di una carta di credito revolving a tempo indeterminato.

Le carte revolving vengono poi inviate ai consumatori,anche molto tempo dopo che sono stati sottoscritti i finanziamenti. Senza però informazioni chiare e senza che i clienti diano preciso consenso.

Lo schema è preciso: si parte con un semplice prestito personale,tramite linea di credito. A quel punto viene sottoscritto il contratto,e la presa d’atto della facoltà del professionista di concedere una linea di credito con la carta, senza la richiesta di una approvazione preventiva. La sottrazione dalla richiesta della revolving è praticamente impossibile, e la multa si è basata in particolare proprio per questa circostanza.

La carta revolving è una via di mezzo fra una linea di fido, un prestito e una carta di credito: mette a disposizione una quantità di soldi con le stesse modalità del finanziamento a tasso variabile. E’ un prodotto che rientra nel settore del credito al consumo.

La somma messa a disposizione con la carta revolving, può essere usata tutta o poco per volta. Il credito si rimborsa con rate mensili e via via che si provvede al rimborso ,il conto si alimenta di nuovo ed è di nuovo spendibile.

Molti non sanno che le persone autorizzate a rilasciare un prestiti devono avere determinate requisiti,iscrizione a Banca Italia e tutti i crismi che determinano professionalità, preparazione, autorizzazione a concedere prestiti.

Quanti di noi hanno firmato prestiti in qualche negozio tipo mediaword o simili, in realtà dovrebbero solo fare la richiesta alla finanziaria, invece fanno veri e propri prestiti, attenzione, non firmate per la carta di credito revolving,nel caso vi arrivasse restituitela o tagliatela e la buttate via , in caso contrario pagherete oltre il 20% al mese di interesse , un vortice di interesse da cui non vi libererete mai.

Tutti noi siamo abituati a firmare una serie di documenti senza neanche guardarli, ma l’invito è quello di stare molto attenti, il rischio è di pagare il doppio l’articolo comprato come è successo a me.

Non è un caso se il tasso soglia dell’usura per le revolving sia il più alto nel credito al consumo: è l’interesse applicato mensilmente che porta l’interesse annuo a livelli altissimi, e poichè queste “carte” sono fonte di enormi ricavi per banche e finanziarie (proprietarie di Banca d’Italia, vi ricordo), stabiliscono da sole quello che è il limite che non devono superare.

Ricordatevi sempre: più gli importi prestati sono bassi, maggiore è il tasso soglia da superare, perchè viene consentito l’applicazione di tassi elevatissimi che sono fonte di enorme redditività.

Quando si decide di attivare una carta revolving è importante prestare molta attenzione al tasso di interesse applicato. Infatti, il vantaggio della dilazione del pagamento degli acquisti effettuati dal titolare della carta prevede un costo aggiuntivo, che si traduce nella corresponsione di un tasso di interesse elevato sul prestito. Secondo le recenti stime divulgate dalla Banca d’Italia, il tasso medio applicato sul pagamento delle rate di una carta revolving è circa del 23% !

Gli elementi da considerare prima di attivare una carta revolving, per essere più consapevoli dei costi che si dovranno sostenere, sono:

  • il TAN (Tasso Annuo Nominale): è l’indice di riferimento più semplice, in quanto rappresenta l’interesse da corrispondere annualmente all’istituto mutuante. Ma gli interessi non si pagano una volta all’anno, bensì diluiti ad ogni rata. Per questo è più realistico il TAEG, che considera il pagamento rateale e non prevede, di conseguenza, nessun rimborso degli interessi maturati da parte del debitore durante l’anno;
  • il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale): è l’indice che illustra nel modo più realistico possibile il costo globale di un prestito. E’ un indicatore, che non viene usato per il calcolo delle rate ma come strumento di comparazione, poiché offre una visione chiara e completa sul costo di ogni proposta di carta di credito revolving;
  • le spese di gestione, come: la quota associativa annuale, il costo di invio dell’estratto conto mensile (che varia tra 1,00 e 3,00 Euro), le commissioni sul costo del rifornimento di carburante, ecc.

Per non correre il rischio di sovraccaricarsi di spese, è bene usare la carta di credito revolving in modo intelligente: la carta revolving è particolarmente indicata per l’acquisto di beni durevoli mediamente costosi (come: elettrodomestici, casalinghi, oggetti d’arredamento, articoli per il giardino, ecc.), poiché è possibile estinguere il loro pagamento in poche rate accumulando una quota di interessi accettabile.

E’, invece, sconsigliato utilizzare una carta di credito revolving per il pagamento delle spese quotidiane, in quanto meno prevedibili ed amministrabili, poiché è possibile andare in contro a costi molto elevati dovuto al continuo pagamento di interessi applicato alle spese effettuate mese per mese.

E’ facilmente intuibile il motivo per cui le banche e le finanziarie continuino a promuovere le carte revolving: rispetto alle carte di credito classiche, le carte di credito revolving sono molto più redditizie per gli istituti emittenti, grazie agli elevati interessi applicati sulle rate di rimborso che entrano nelle loro casse.

In conclusione, la principale differenza tra carta di credito tradizionale e carta di credito revolving consiste nel fatto che invece di avere un addebito posticipato in un’unica soluzione della somma da rimborsare all’istituto emittente, si ha la possibilità di risarcire a rate mensili l’ammontare della spesa effettuata.

Gli svantaggi di possedere una carta revolving sono quelli di dover sostenere dei costi elevati dovuti:

  • al pagamento di un tasso di interesse sulle rate;
  • al pagamento di spese di gestione elevate;
  • alla maturazione di interessi passivi in caso di mancato rimborso del debito.

Cosa succede quando ci si rende conto della spirale di debito nella quale si è caduti, rimborsando sostanzialmente sempre e solo interessi e mai capitale, ed arrivando al punto di non ritorno, ovvero di non riuscire più a pagare le rate mensili?

Purtroppo nonostante le recenti sentenze della Cassazione a tutela dei consumatori, nel caso delle revolving è sufficiente SALTARE UNA SOLA RATA e non rimborsarla entro trenta giorni, con l’aggiunta di pesantissimi ulteriori interessi e spese di recupero, per venire IMMEDIATAMENTE SEGNALATI COME CATTIVI PAGATORI.

E state tranquilli, chi emette queste carte utilizza la segnalazione come strumento di ricatto nei confronti di chi le usa. Si cade così negli atti tipici intimidatori del recupero credito: telefonate a tutte le ore, minacce continue, violazione della privacy e via discorrendo (come vi ho spiegato in questo articolo).

Certo, ci si può difendere, opponendo l’usura e tutti gli illeciti verso la propria persona ed il proprio patrimonio, ma occorre citare in giudizio queste società, spendere denaro che non abbiamo, sempre con il rischio di trovarsi di fronte una sentenza a loro favore. Si può chiedere la mediazione per porre fine a questo incubo, sono costi minori, ma sempre qualcosa bisogna spendere.

Allora non conviene aprire gli occhi ed evitare la trappola?

Le nonne ci hanno insegnato che prevenire è meglio che curare, e mai come in questo caso ricordiamoci il consiglio.

NON ATTIVATELE, NON USATELE. O VEDRETE IL VOSTRO DEBITO AUMENTARE ESPONENZIALMENTE.

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