Gli intoccabili delle scorte.

Ieri sera ha fatto scalpore un mio tweet durante il programma La Gabbia, dove denunciavo che l’ex Ministro Josefa Idem godeva ancora della scorta.

Pensiate che sia l’unica a godere di questo privilegio? Sbagliate.

Un numero impressionante che non ha precedenti al mondo, e che varia di livello: i big rientrano nel livello numero 1 (tre auto più una di staffetta) mentre a scendere, il livello 2 prevede un paio di macchine blindate (più un’altra a seconda dei casi) il terzo obbliga a un’auto blindata, mentre il quarto prevede un poliziotto di tutela e un’auto non corazzata.

Come si dice in gergo, la black list comprende anche quelle «personalità» che lavorano in altre regioni e quando vengono nella Capitale hanno diritto a muoversi in sicurezza. Rientrano le teste coronate del governo e della Pubblica amministrazione.

Dal premier Enrico Letta, ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, e purtroppo anche altri ex presidenti, ex parlamentari, ex, ex, ex. In base alla legge questi ex hanno diritto alle guardie del corpo per un anno dalla fine del loro mandato (prima erano due), periodo rinnovabile secondo le valutazioni del Viminale.

Tra i nomi degli scortati risultano ancora in carico personaggi ormai fuori dal giro come Gianfranco Fini, Renata Polverini, l’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, Elsa Fornero, l’ex pm Antonio Ingroia e persino l’ex presidente della democrazia cristiana, Ciriaco De Mita, ed anche l’ex ministro canoista, Josefa Idem, dimissionaria dopo lo scandalo del mancato pagamento dell’Imu ed anche un cronista di Repubblica ed Emilio Fede.

Aggiungo i casi in cui la sicurezza dura tutta la vita, la così detta scorta eterna, di cui ne godono: l’ex ministro della Giustizia, Oliviero Diliberto che ha a disposizione autista e agente, l’avvocato ed ex deputato Carlo Taormina che gira con quattro uomini, mentre sono cinque gli agenti per l’ex sottosegretario Mario Baccini. Ma a questi si possono aggiungere gli ex presidenti di Camera e Senato, come Marcello Pera, Fausto Bertinotti e Pier Ferdinando Casini che sono sempre sotto controllo. E, in dolce sin fundo, come non citare Claudio Scajola, l’ex ministro che negò la scorta a Marco Biagi, che fu poi assassinato dalle Nuove Brigate Rosse nel 2002.

Proprio a lui, all’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, spettano otto poliziotti e due blindate. Niente a che vedere con i 18 agenti e le quattro auto che difendono il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo.

Mentre personalità come il sacerdote Pino Puglisi e il giornalista Beppe Alfano non avevano la scorta e infatti sono stati uccisi dalla mafia, lasciati soli come tanti altri minacciati da pericoli quotidiani eppure non tutelati dallo Stato.

Lo Stato piange miseria in continuazione, scusa per aggiungere sempre nuove tasse e balzelli, parla di spending review in continuazione, senza mai passare ai fatti, eppure spende MILIARDI DI EURO ogni anno in Auto Blu e Scorte.

Gli stessi sindacati della Polizia si chiedono se sia reale necessità occupare tante risorse economiche e soprattutto di Agenti, che sarebbero ben più utili in altri servizi di pattugliamento e di sicurezza, oppure sia diventato uno status symbol senza cui pare che anche persone che non corrono alcun pericolo ormai non possono farne a meno.

Consideriamo un aspetto non secondario: i tagli continui a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, persone che godono di TUTTA LA MIA STIMA perchè assolvono compiti fondamentali nella difesa dei cittadini e del territorio, mentre le scorte per contro aumentano.

Se non mi credete, scaricatevi il pdf con l’elenco di quanti hanno ancora la scorta : intoccabili

E incazzatevi pure. Ne avete tutto il diritto.

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