Chi avrebbe dovuto controllare i Ligresti?



Proprio stamattina stavo ascoltando alla trasmisssione Mi Manda Raitre, la storia del ladrocinio della famiglia Ligresti, ai danni di innocenti risparmiatori.

Faccio un sunto velocissimo: Ligresti arriva da una famiglia benestante di commercianti, si trasferisce a Milano, dove subito entra in contatto con esponenti mafiosi, indagine che portò al sequestro della moglie. Nel 1986 entrò nell’occhio del ciclone per le indagini sulle Aree D’oro, che lui vendette grazie ad un assessore della Regione Lombardia a prezzi di dieci volte superiore al valore di mercato: la Magistratura archiviò. Nel 1992 fu travolto da Tangentopoli, accusato di tangenti per la metropolitana di Milano, e finì in carcere, perdendo la possibilità di assumere incariti di alto livello in Fondiaria-Sai, e facendovi pertanto subentrare i figli. Nel 2011, visto che i Ligresti utilizzavano le loro società come un bancomat e le portarono all’orlo del fallimento, furono costretti da Mediobanca alla cessione ad Unipol, che per non realizzare perdite per oltre un miliardo, decise di unirle tutte in un’unica holding.

Vennero aperte due indagini, una dalla Procura di Milano ed una dalla Procura di Torino: nel 2012 accusato di aggiottaggio, corruzione, potè comunque ricoprire incarichi di rilievo in Unicredit ed in Fondiaria-Sai, oltre ad entrare nel consiglio di amministrazione di Rcs Mediagroup, l’editore del Corriere della Sera, per intenderci. A seguito delle indagini, tutti vengono arrestati, e il figlio Stefano cerca di salvarsi comprando nel luglio scorso la cittadinanza svizzera. Il resto, che riguarda anche la vergonosa Cancellieri, è storia di questi giorni.

Ma come ha fatto la famiglia Ligresti a frodare tanti cittadini?

Semplicemente grazie agli occhi chiusi di Ispav, Consob e Banca d’Italia, i Ligresti creano società e holding come funghi, le quotano in borsa, le svuotano partrimonialmente, piazzano i titoli ai consumatori, che però a seguito dei buchi neri scoperti si trovano con il 90% in meno del valore investito, e si devono pure subire un aumento di capitale. Oltre a tutti quelli che stanno perdendo il lavoro.

A confronto il crac Parmalat è una bazzecola.

Tornando a Mi Manda Raitre, la conduttrice ad un certo punto chiede ad un legale lì presente: ma chi avrebbe dovuto controllare l’operato di questa famiglia di delinquenti?

Non certo il Ministro della Giustizia, che si è prodigata per salvarli.

La risposta è stata: la Banca d’Italia.

Ebbene, si sappia che i Ligresti detengono tramite Fondiaria-Sai, circa il 10% delle quote di Banca d’Italia, oltre che posti stategichi all’interno di Isvap, l’istituto che dovrebbe controllare le maggiori assicurazioni italiane, oltre al nulla osta da parte di Consob grazie, a quanto esce dalle indagini, a oltre 400 milioni di euro versati a La Russa mentre era Ministro.

Ed hanno anche il coraggio di dire che è un evento che tocca tutti, chissà, i Ligresti saranno toccati dall’aumento dei prezzi del loro shopping extralusso selvaggio.

Amici cari, questa è l’Italia.

E fino a che un Ministro della Giustizia, ed altri Ministri, coprono questa famiglia, possiamo essere sicuri che non rubino ancora i denari di chi da loro fiducia?

Forse è meglio iniziare ad assicurarsi online. E comprare titoli di Stato.

 

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