Bail in: cos’è e cosa comporta per i correntisti, mentre TUTTI TACCIONO.

 

 

Bail in.

Alzi la mano chi sa cosa significa e la differenza con il Bail out.

Non vedo mani alzate, perchè nessuno ne parla, e quando qualcuno lo fa, intervengono subito siti costituiti ad hoc per nascondere quello che la Comunità Europea, in accordo con gli Stati Uniti (di cui siamo colonia, se ancora non vi è ben chiaro), stanno portando avanti, al grido di BUFALA.

Ebbene, io ho occhi e mente molto aperta, ed apprezzo moltissimo le mozzarelle di bufala, per tutto il resto quando sento questa parola HO LA CERTEZZA MATEMATICA che sia in realtà pura e semplice verità, che i grandi manovratori di informazioni cercano di sminuire lanciandoci melma addosso.

Cos’è il BAIL IN?

Perchè vedete, mentre l’ebetino si prodiga con stampa e tv compiacenti di regime a partecipare ad interventi a dir poco ridicoli, ottiene il vero obiettivo: distogliere l’attenzione da ciò che la Comunità Europea prima (due anni fa circa) ed il governo di utili idioti ora, stanno portando silenziosamente a termine.

Mentre certi segnali hanno bisogno di studio ed attenzione per essere interpretati correttamente, altri sono talmente chiari che “fare finta di niente” vorrebbe dire ignorarli volutamente e quando si tratta del tuo denaro questo atteggiamento può essere davvero molto pericoloso.

Rinfreschiamoci un attimo la memoria, tanto labile per noi pecoroni italiani.

Avete saputo della notizia che riguardava i 4.2 miliardi di dollari che sono stati rubati dai conti bancari a Cipro?

Rubati, non dai ladri come avviene di solito ma dal Governo di Cipro. Il governo ha preso (non in prestito ma preso veramente) 4.2 miliardi di dollari dai conti correnti bancari di persone comuni come me e Te per curare “lo storpio sistema bancario”. I media occidentali hanno deciso volutamente di oscurare questa notizia ed è per questo che tu non ne sei venuto a conoscenza. Quello che viene spontaneo chiedersi è: come mai i media non hanno voluto divulgare la notizia?

Un bail out si verifica quando un governo decide di intervenire con i propri soldi per salvare il sistema bancario.

Questo succede per esempio con il famoso QE (quantitative easing) quando le banche immettono nuova liquidità comprando titoli tossici con denaro stampato ex-novo.

In Italia fino ad ora è sempre stato così, anche se in realtà i soldi sono fittizzi, ma qui si entra in ben altri discorsi. Però esiste un fondo di garanzia statale per i correntisti laddove la banca dichiari default. Ebbene, questo fondo sparirà con il BAIL IN.

Un BAIL IN accade invece quando all’insaputa persone come me e come te che possiedono un conto bancario pagano per tenere in piedi il sistema bancario. Questo è esattamente quello che è accaduto a Cipro. Denaro per 4.2 miliardi di dollari è stato prelevato dai conti correnti dei risparmiatori. E come mai questo evento non è stato “pubblicizzato” dai media …?

Il ministro delle Finanze Olandese ha dichiarato che il “bail in” diventerà una cosa normale man mano che andiamo avanti negli anni: Questo commento ha causato il panico! I mercati azionari Europei e Statunitensi hanno reagito molto bruscamente a questo commento. Successivamente il ministro è tornato sui suoi passi e ha ritrattato la sua dichiarazione.

La definizione di bail in data pubblicamente è la necessità per le banche di trattenere riserve addizionali (questo significa i soldi del tuo conto corrente) allo scopo di essere in grado di fronteggiare le emergenze. Ma secondo Jim Sinclair, drago del trading in commodities, nel 2012 la FDIC e la Banca di Inghilterra hanno rilasciato un documento in cui si dichiarava che i “creditori chirografari” della banca si devono assumere la responsabilità di possibili bancarotte. E si prosegue dicendo che un accordo firmato tra le banche stabiliva che i “creditori chirografari” sono quelli che depositano soldi, cioè persone comuni come me e come Te.

In tema di trasparenza nei rapporti bancari posso affermare senza timore di essere contraddetta la sua TOTALE ASSENZA che si manifesta attraverso tre modalità: carenza di informazione (si tace riguardo alcuni aspetti riguardanti contratti, accordi, caratteristiche di prodotti, eccetera), utilizzo di ‘banchese’ (linguaggio criptico e complesso per non far capire), comunicazione fuorviante (si affrontano solo taluni aspetti dei prodotti bancari inducendo in inganno il cliente).

Avremo tutte le informaizoni per il bail in?  In quali tempi?

CREDITORI CHIAMATI A SALVARE LE BANCHE.

Nella crisi ormai pluriennale che attanaglia l’area euro i primi interventi sono stati all’insegna del bail out, con la Ue corsa al capezzale della Grecia. Con l’aggravarsi della crisi di Atene però alcuni Paesi hanno iniziato a ventilare l’idea di coinvolgere i cittadini nei salvataggi per non far ricadere l’intero costo sulle spalle dei contribuenti dei Paesi creditori (in primis la Germania).

In Grecia, per esempio, è stato operato un pesante taglio al valore dei titoli di Stato mentre con la tassa sui depositi a Cipro è stato compiuto un salto di qualità nella strategia del bail in.

In altri e più semplici termini, in caso di crisi sono gli stessi investitori a dover sopportare i costi del salvataggio della banca, e investitori, sia pure in misura diversa, sono non soltanto i soci, ma anche i creditori (cioè i clienti che depositano i loro risparmi in banca), che si vedranno sostituiti ai soci.

LA RIFORMA RESTA SOTTO SILENZIO.

Ma i cittadini italiani hanno il diritto di conoscere quali sono le decisioni prese in sede europea? Soprattutto quelle decisioni che rischiano di costare loro parecchi soldi?

Il fatto più rilevante in termini di comunicazione è che la notizia risale ormai a oltre due anni fa, quando venne varata la norma dopo il salvataggio di Cipro.

Ma fino a pochi giorni fa, in Italia nessuno ne ha parlato.

A sollevare la polvere nascosta ci ha pensato Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia.

La norma stabilita da Bruxelles prevede che, in caso di fallimento di una banca, siano in prima battuta i clienti della stessa a pagare per salvarla. Lo Stato entrerà in gioco solo in un secondo momento.

Il che vuol dire una cosa sola: i nostri conti correnti non sono più garantiti, o almeno non lo sono sopra una certa soglia. E quale sarebbe questa soglia? Lo vogliamo dire ai clienti?

Lo stesso numero uno di Bankitalia ha detto che chiunque decide di versare i propri soldi in banca ha il diritto di conoscere come stanno le cose. Le parole di Ignazio Visco sono chiarissime: «Le banche dovranno adottare un approccio nei confronti della clientela coerente con il cambiamento fondamentale apportato dalle nuove regole, che non consentono d’ora in poi il salvataggio di una banca senza un sacrificio significativo da parte dei suoi creditori».

«Sacrificio significativo» significa soldi, molti soldi a cui rinunciare per salvare un istituto bancario dal default.

A confermare la notizia, anche un tweet pubblicato dall’ufficio stampa della Banca d’Italia: «I clienti andranno pienamente informati del fatto che potrebbero dover contribuire al risanamento di una banca». E le ulteriori parole del governatore che al Senato ha affermato: «Sarebbe stato essenziale che il recepimento delle direttive fosse stato effettuato per tempo. Purtroppo i tempi lunghi ostacolano l’impegno e la partecipazione attiva del nostro Paese al processo di integrazione finanziaria».

Come ha detto Sinclair in un intervista recente fatta da King World Newsil fatto che questa notizia non è stata menzionata dai media più comuni mi fa capire che quello che è successo a Cipro e quello che forse succederà presto nel resto del mondo può disturbare l’Ordine Sociale. Il controllo delle notizie  è stato sempre adottato su tutto ciò che si pensa “la massa” fa fatica ad accettare. Il fatto che la notizia è stata completamente “sotterrata” fa pensare chiaramente che il metodo del bail in sarà il metodo che sarà normalmente usato dalle banche nel prossimo futuro per fronteggiare le bancarotte.

SOGLIA FISSATA A 100 MILA EURO.

Insomma dobbiamo recepire la direttiva sul bail in e dobbiamo farlo pure in fretta.

Ma in cosa consiste questo meccanismo e cosa comporta per i clienti delle banche?

In sostanza, il deficit di patrimonio rispetto a quello necessario perché la banca possa continuare ad operare (la cosiddetta soglia minima di patrimonio) viene “trovato” non all’esterno, ma presso gli stessi finanziatori, che vedono i loro crediti convertiti (secondo una sequenza prestabilita, e con esclusione dei depositanti garantiti e pochi altri creditori) in capitale, fino al livello necessario a ristabilire la soglia minima.

Per effetto della conversione, i “vecchi” soci sono diluiti o esclusi dalla società.

Contemporaneamente, la banca viene ristrutturata dal punto di vista operativo ed è capace di reperire liquidità grazie all’avvenuto rafforzamento patrimoniale.

Scendendo nel dettaglio, se una banca rischia il default, i primi a dover sborsare il proprio denaro saranno gli azionisti, seguiti dagli obbligazionisti meno assicurati (le obbligazioni subordinate verranno coinvolte nel pagamento) e dai depositi bancari superiori ai 100 mila euro. La direttiva, dunque, garantisce solo i depositi inferiori a tale soglia. (ma nella versione di Bruxelles esiste una legge delega che prevede che in caso di gravità eccessiva si possa abbassare la soglia)

PRIMI BAIL IN ALL’ORIZZONTE?

Non dovranno invece partecipare al bail in i possessori di obbligazioni garantite (le ordinarie sono escluse), pensioni e salari dei dipendenti.

Ogni Stato membro avrà infine la facoltà di decidere l’esclusione di altre categorie.

Parlando di percentuali: nel caso in cui una banca rischi il fallimento, lo Stato interverrà per salvarla solo dopo che azionisti e creditori avranno pagato l’8% delle passività totali dell’istituto.

Lo scopo della norma, è quello di evitare che a pagare siano tutti i contribuenti. In realtà, però, a rimetterci sarà chi deposita i propri soldi.

Questo è il bail in, questo è quello che è stato deciso senza che nessuno ai vertici delle banche si preoccupasse di informare i cittadini italiani.

Ma soprattutto mentre, sempre negli ultimi due anni, si è continuato a sostenere qualche aumento di capitale (fatto sottoscrivere a cittadini ignari) di banche italiane che forse saranno le prime a far ricorso al bail in

La domanda è questa: se persone come Te e come me hanno il sospetto che il loro denaro non sia affatto al sicuro in banca, cosa può succedere?

I media si impegnano in tutti i modi per far si che “l’Ordine Sociale” non sia disturbato.

Ti raccomando di riflettere su tutto quello che ho scritto in questo articolo perchè ti riguarda molto da vicino.

Come si dice: uomo avvertito, mezzo salvato!

 

Lascia un commento

4 Risposte a “Bail in: cos’è e cosa comporta per i correntisti, mentre TUTTI TACCIONO.”

  1. Cara Rossella,
    preso atto di come stanno le cose…il risparmiatore cosa deve fare per tutelarsi?…mettere il contanti sotto il materasso?

  2. esistono ancora contanti? la situazione mi giunge nuova 😉
    per evitare qualsiasi prelievo io aprirei tante belle carte di debito con iban incorporato, non segnalate in anagrafe bancaria e quindi non sottoposti ai prelievi forzosi. Oppure esistono le postepay fino ai 3000 €, il paypal… soluzioni ce ne sono eccome. Ma siamo stati programmati per non vederle.

  3. Grazie Rossella per la pronta risposta,
    la soluzione di sembra un po’ complicata visto che parli di carte prepagate x un importo di 3.000 euro… non sto parlando di depositi di centinaia di migliaia di euro, ma di una liquidità normale
    (al di sotto di molto dall’importo garantito dalle banche sui conti correnti) e adesso, bloccarli in
    investimenti ….non mi sembra proprio il caso….
    quindi, volendo tenere una disponibilità a portata di mano per qualsiasi evenienza, quale altra alternativa
    consigli?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

n/a