Video choc dei cattolici americani: un feto che diventa Obama

E così, come promesso in campagna elettorale, una delle prime decisioni prese da Barack Obama dopo il suo insediamento è stata quella di riaprire la concessione di fondi federali alle organizzazioni internazionali che consigliano l’aborto come uno degli strumenti per il controllo delle nascite.

Si sapeva fin dal 2007 che Obama era a favore dell’aborto, quando annunciò che se eletto presidente, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata firmare il Freedom of Choice Act, la legge sull’aborto, che permetterà a tutte le donne di abortire in ogni momento della gravidanza, in qualsiasi Stato e ad ogni età, anche al di sotto dei 18 anni.

Obama ha giustificato la sua decisione con parole apparentemente sagge: «Qualunque sia la nostra posizione, siamo uniti nella determinazione a prevenire maternità involontarie, ridurre la necessità di far ricorso all’aborto e sostenere le donne e le famiglie nelle loro decisioni».

Ma, caro Presidente, a prescindere da ogni discorso religioso, politico o etico, siamo davvero sicuri che sia questa la strada giusta per prevenire gravidanze indesiderate?

L’aborto non è un sistema anticoncezionale, è qualcosa di traumatico che segna inevitabilmente la vita futura di ogni donna. E figuriamoci se passa il messaggio che, mal che vada, anche se si è minorenni, si può decidere di uccidere il proprio figlio. Perchè questa è la realtà. Si possono usare tutti i giri di parole che si vogliono, ma quando un cuore batte, farlo smettere è ucciderlo.

Non sarebbe forse meglio fare una campagna massiccia per i metodi anticoncezionali, distribuire profilattici gratuiti agli adolescenti, dare un’educazione sessuale senza tabù ma consapevole delle conseguenze di atti non programmati?

La polemica infuria nei cattolici americani e in tutte le organizzazioni anti-abortiste.

E Obama non ci sta.

«Dobbiamo finirla con la politicizzazione di questo tema….Nelle prossime settimane la mia amministrazione comincerà una franca conversazione sulla pianificazione familiare, lavorando per trovare aree di un terreno comune in cui fare incontrare i bisogni delle donne e delle famiglie in America e nel mondo. Per troppo tempo-aggiunge- l’assistenza internazionale della pianificazione familiare è stata usata come un tema politico, in un dibattito senza sbocco che è servito solo a dividerci. Non ho intenzione di continuare in questo dibattito stantio e infruttuoso».

Peccato però che per intanto, caro Presidente, hai parlato solo di aborto.

Su YouTube, lo stesso strumento spesso usato da Obama per dare enfasi ai propri discorsi, appare circa un mese fa un video degli antiabortisti, che però soltanto ora, a firma avvenuta, sta avendo una grande cassa di risonanza.

Questo video riprende da lontano un feto che man mano cresce e si trasforma in Obama acclamato dalla folla con una dicitura che afferma« questo bambino è stato abbandonato dal padre…..la madre avrà vita dura a crescerlo…..ma nonostante tutte le difficoltà a cui è andato incontro, questo bambino diventerà il primo presidente afro-americano»

Eccolo.

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