Terremoto in Abruzzo: una domanda da porsi?

Quando siamo ancora ben lontani dal poter redigere un bilancio definitivo del terremoto che ha sconvolto il centro Italia, continuano imperterrite le discussioni sulla prevedibilità o meno del sisma.

Da una parte coloro che ritengono che sia possibile stabilire con buona approssimazione l’arrivo e l’intensità di un sisma secondo il “metodo Giuliani” di rilevamento del radon, dall’altra chi si oppone strenuamente a questa ipotesi.

Certo è che, ammesso e non concesso che sia realmente impossibile effettuare una previsione del genere, di sicuro si sarebbe potuto intervenire su un’educazione della popolazione a reagire al sisma, evidentemente mancata, a detta di tutti i sopravvissuti, mentre invece si è verificata la solita tendenza da parte delle autorità competenti a ridurre il pericolo.

Allora mi chiedo: ma se è davvero impossibile prevedere come e quando avverrà un sisma, perchè esperti nel settore ritengono per contro assolutamente concreta la previsione che non succederà e non sarà di entità devastante?

Vi consiglio la lettura di un post sul sito dei Geologi Italiani: da metà marzo discutevano sull’eventualità di quanto poi sappiamo essere tragicamente accaduto.

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0 Risposte a “Terremoto in Abruzzo: una domanda da porsi?”

  1. il tuo ragionamento e giusto …
    ma poi perchè si chiamano esperti ?
    caso mai solo studiosi meno allarmisti o passibi

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