Nuova scossa di magnitudo 4.5 in Abruzzo, paura tra la popolazione

Quattro o cinque interventi sono stati effettuati dai sanitari del 118 dell’Aquila nelle tendopoli dove alcune persone hanno accusato dei malori o sono cadute mentre cercavano di scappare dopo la scossa di magnitudo 4.5 che si è verificata in Abruzzo alle 22.58, la terza in magnitudo dopo quella del 6 aprile, del 6.3 e quella del 13 aprile, di 4.9.

Nessuno dei soccorsi è grave, fanno sapere dal 118, ma tanta la paura. Il codice di soccorso dei feriti è, per tutti, quello verde. Anche a Teramo, fanno sapere dalla centrale operativa del 118, non risultano feriti.

A due settimane circa dal G8, che si terrà a L’Aquila dall’8 al 10 luglio, non c’è pace per gli abruzzesi: la scossa di questa sera, registrata alle 22.58 e di magnitudo 4.5, è stata avvertita distintamente fino a Roma e nell’alto Lazio.

Il terremoto è stato avvertito anche lungo la costa adriatica, nel teramano e nel pescarese.
Nelle città della costa sono ospitati, negli alberghi, migliaia di cittadini aquilani che hanno avuto la casa danneggiata dal sisma del 6 aprile. Molti si sono messi in contatto, telefonicamente, con i parenti che sono all’Aquila.

Nel capoluogo abruzzese sono scattati gli allarmi delle auto e i cani hanno cominciato ad abbaiare. Molte persone sono ancora fuori le tende, mentre altre hanno preferito rimanere a letto.

Si tratta della scossa più forte dal 13 aprile scorso, quando una replica del sisma del 6 aprile raggiunse magnitudo 4.9. La scossa ha terrorizzato il popolo d’Abruzzo, che è sceso in strada sia all’Aquila, uscendo dalle tendopoli, sia a Pescara sia nel teramano, dove è stato sgomberato il teatro comunale nel quale erano in corso i saggi di danza di fine anno scolastico dei bambini, per precauzione, spiegano i vigili del fuoco.

Anche a Roma numerose sono state le chiamate al centralino dei vigili del fuoco, ma al momento non si registra alcun danno. Gli accertamenti della protezione civile e dei vigili del fuoco stanno riguardando soprattutto le strutture già gravemente lesionate dalla scossa del 6 aprile scorso. In modo particolare il centro storico de L’Aquila che solo ieri mattina era stato parzialmente riaperto dalla villa comunale fino a piazza Duomo.

Non risultano al momento persone coinvolte, ma chi presidia le zone ‘sensibili’ dell’Abruzzo ha riferito di avere udito dei crolli nelle zone rosse di alcuni centri storici dei luoghi colpiti dal sisma, in particolare a Roio, Colle e all’Aquila. Si tratta di zone in cui le strutture dei centri storici sono state gravemente lesionate dal sisma del 6 aprile e dalle migliaia di repliche successive, zone che sono completamente interdette all’accesso.

E’ quanto riferisce la Protezione civile regionale. Molte, spiegano, le persone scese in strada al momento della scossa, e altrettante quelle che passeranno la notte nelle automobili o che torneranno nelle tendopoli dopo che avevano nei giorni scorsi fatto rientro nelle proprie case.

“Una scossa forte, di gran lunga più forte di quelle degli ultimi mesi, ma la cui intensità resta comunque inferiore di circa 50 volte a quella che il 6 aprile scorso devastò l’Abruzzo”. Così il presidente dell’Ingv, Enzo Boschi, definisce intervistato da Apcom l’evento sismico che si è verificato nell’aquilano alle 22.58, di magnitudo 4.5.

“La scossa rientra nell’evoluzione possibile di questo sciame sismico. Dalla grande scossa sono passati più di due mesi, ma dal punto di vista sismologico è un periodo molto breve – ha detto Boschi – Sarà interessante verificare come gli edifici dichiarati agibili dalla Protezione civile hanno resistito a questa scossa che, su di loro, non dovrebbe avere avuto alcun effetto”.

“E’ importante ora l’elemento psicologico – prosegue il presidente dell’Ingv – per la popolazione locale, bisogna mantenere la calma. E’ chiaro che questo sciame sismico è destinato a durare ancora nel tempo”.

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