MILANO E VENEZIA AL PDL IL CENTROSINISTRA CONQUISTA UNDICI COMUNI SU SEDICI

Il centro sinistra mantiene il suo vantaggio sul centro destra: quando le sezioni scrutinate sono oltre la metà si aggiudica 11 comuni capoluogo sui 16 nei quali si è andati al ballottaggio e 14 province su 22.

È stato eletto sindaco di Ancona il candidato del centro sinistra, Fiorello Gramillano con il 56,8% dei voti contro il 43,2% dell’avversario Giacomo Bugaro.

Definitivo anche il dato di Alessandria dove si è votato per la provincia:Paolo Filippi del centrosinistra vince con il 51,3% contro Francesco Stradella (cd) che ha ottenuto il 48,7% dei voti.

Da evidenziare il caso di Prato in cui si è votato sia per il comune sia per la provincia: le due coalizioni al momento si contendono le due istituzioni; alla provincia con 190 sezioni scrutinate su 241 è in vantaggio il candidato di centro sinistra, Lamberto Nazzareno Gestri con il 50,3 per cento contro il 49,7 per cento dell’avversario Cristina Attucci.

Al comune (139 su 178) è in testa Roberto Cenni del centrodestra con il 51,2 per cento contro il 48,8 di Massimo Carlesi.

Fra le province significativi i risultati di Torino, Milano e Venezia: nel capoluogo piemontese (1994 sez. su 2316) in vantaggio Antonino Saitta (cs) con il 57,2% contro il 42,8% del candidato di cd, Claudia Porchetto (42,8), a Milano il testa a testa tra Podestà (cd) e Penati (cs) si è risolto in favore del primo.

A Venezia ha vinto il centro destra con Francesca Zaccariotto, che ha superato Davide Zoggia del centrosinistra.

Nei comuni da segnalare la situazione di Padova, Bologna, Firenze e Bari dove la vittoria del centrosinistra sembra ormai scontata.

A Padova dove mancano da scrutinare 168 su 208 Zanonato sindaco uscente guadagna il 51,8% contro il 48,2% di Marco Marin (cd); a Bologna (415 sez.su 449) il candidato del centrosinistra, Flavio Del Bono è in netto vantaggio con il 60, 7% mentre il candidato di centrodestra, Alfredo Cazzola ottiene il 39,3%; a Firenze (331 sez. su 361), Matteo Renzi (cs) ottiene il 59.9 e Giovanni Galli (cd) il 40,1%; infine a Bari (302 sez.su 345) Michele Emiliano (cs) ha il 59,6 e Simeone Di Cagno Abbrescia (cd) il 40,4%.

REFERENDUM FLOP I referendum sulla legge elettorale non sono validi, non essendo stato raggiunto il quorum per nessuno dei tre quesiti proposti. La proiezione dei primi dati definitivi relativi all’affluenza alle urne consente di affermare che per nessuno dei tre quesiti ha votato il 50 per cento più uno degli elettori.

LA LEGA ESULTA «Messa come l’avevano messa, il risultato del referendum è una vittoria della Lega»: lo ha detto il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli. «Per come era stato fatto – ha aggiunto – questo referendum era stato concepito per cercare di distruggere la Lega e perciò, visto il risultato, possiamo dire che è stata una vittoria della Lega».

«Quella dei referendum elettorali è la cronaca di una morte annunciata», afferma Benedetto Della Vedova, deputato del Pdl, che aggiunge: «La condanna è stata emessa nel momento in cui si è stabilito di votare nel primo giorno d’estate, una data nella quale era materialmente impossibile portare al voto oltre i quattro quinti dei votanti alle europee. Il messaggio era di smobilitazione e cosi è stato recepito dall’opinione pubblica. A quel punto, sarebbe stato meglio rinviare il voto all’anno prossimo».

«È evidente che il non raggiungimento de quorum da molti anni chiama tutti a una riflessione e forse anche ad una riforma che introduca delle novità nello strumento referendario. Si potrebbero studiare, per esempio, delle formule in cui si alza la quota delle firme e si abbassa il quorum». Lo ha sostenuto il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, interpellato all’uscita dei seggi elettorali di via Mordini, a Prati, sulla scarsa affluenza che si sta registrando per il voto sui referendum.

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