Marcello Di Finizio, imprenditore triestino, per la quarta volta protesta sul Cupolone di S. Pietro

 

Onore al Guerriero.

Solo.

Per la quarta volta elude la sorveglianza, sale sul Cupolone di S. Pietro e protesta per tutti gli imprenditori ed i cittadini italiani.

Lui si chiama Marcello di Fininzio, titolare di un noto locale sul lungomare triestino.

“Papa Francesco aiutaci tu” contro “la macelleria sociale, “presidente Napolitano, per amore di Dio fermatevi, ci state ammazzando tutti”.

Sono alcune delle frasi che si leggono sullo striscione che l’imprenditore triestino.

In passato si era schierato contro banche, politici e la legge Bolkestein sulle assegnazioni demaniali, che a suo dire comprometterebbe la prosecuzione della sua attività imprenditoriale. La prima volta salì sulla cupola a luglio 2012 e di nuovo ad ottobre dello stesso anno.

“Mi hanno portato via tutto, ma non mi porteranno via anche la dignità”. 

E’ il suo status di Facebook.

Mi hanno mentito per tre volte – scrive -, ma non darò loro la soddisfazione di suicidarmi, io combatterò sempre per difendere la mia casa e il mio lavoro fino all’ultimo respiro. Se vogliono ammazzarmi (ammazzare la gente) lo devono fare davanti a tutti, affinché sia chiaro che questi non sono suicidi, ma omicidi di stato”. “E’ sempre sbagliato mettere la gente, la società civile, il tessuto produttivo di questo paese, nelle condizioni di non avere più nulla da perdere – conclude -. La storia lo insegna!”.

E’ ferito Marcello, lancia un appello tramite la rete: chiede garze ed acqua.

Io lancio un altro appello: a tutti i romani, fategli capire che non è solo, andate a sostenerlo. Lui rischia la vita per tutti noi.

Eroe nazionale e vero Patriota.

Mi inchino di fronte a tanto coraggio e forza.

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