Malasanità? Rivolgetevi al Tribunale del Malato

Tribunale del Malato.

In quanti sanno che esiste?

Io l’ho scoperto stamattina e vi assicuro che ne avrei molto volentieri fatto a meno.

Succede che mia figlia da anni soffre di problemi bronchiali che sono denegerati due anni fa in una polmonite. Capirete pertanto benisssimo che di fronte ad una tosse persistente, che non passa neppure con tutte le medicine tradizionali, con una bambina d’improvviso inappetente, che non riesce a dormire, tossisce in continuazione, bè, l’allarme scatta immediatamente.

Ho cercato subito il contatto con il pediatra di base, che ho già segnalato parecchie volte perchè non presenzia agli appuntamenti pubblici e cerca di dirottare le famiglie presso il suo studio privato.

Sto parlando di fatti che accadono alla Asl di Varese, dove tutto se sei amico del politico che controlla la provincia, e non ci vuole molto a capire di che partito si tratti (no, non il PD, fatevi una piccola ricerca e troverete subito), tutto finisce a paccate sulle spalle: non si possono mettere sotto inchiesta amici di amici, neppure per frode allo Stato, vi pare?

Per di più solo perchè una cittadina decide di rompere le balle a far valere i propri diritti!

Ebbene, all’ennesima nottata in bianco, decido di contattare la Guardia Medica, che però è lontana da casa mia, stacca alle otto di mattina e mai avremmo fatto in tempo ad arrivarci.

Su loro consiglio mi dirigo direttamente al Pronto Soccorso Pediatrico dell’Ospedale di Varese.

Copro mia figlia, ancora in pigiama, il più possibile, la carico in macchina aiutata da mio padre, e ci dirigiamo alla ricezione, spaventati anche da episodi di vomito che ricordavano in tutto l’incubo polmonite.

Ci mettiamo in sala d’attesa, arriviamo più o meno intorno alle 7.45: pronto soccorso completamente vuoto.

Si intravede qualche infermiera che si beve il caffè, ma per il resto DESERTO.

I dati di mia figlia vengono presi da un’infermiera gentilissima dopo oltre un’ora. Ma nessuno ha avanzato pretese di alcun genere, si sa che quando si va al pronto soccorso bisogna armarsi di pazienza.

Presi i dati dopo circa un quarto d’ora veniamo chiamati in sala visite, e lì la Dottoressa di turno mi aggredisce immediatamente:

“Signora, forse lei non è in grado di fare la mamma, ma non si viene in ospedale per un po’ di tosse, ci si rivolge al pediatra, non legge i giornali? Si crea sovraffollamento che non si gestisce per casi più gravi”.

Esterefatta. Però la mia risposta è secca e pronta.

“Gentile Dottoressa, Le ricordo che Lei è un dipendente pubblico, che io le pago il suo stipendio, che è mio diritto venire qua anche se mia figlia ha un’unghia spezzata, e che se foste intervenuti oltre un’ora fa piuttosto che pensare alla vostra colazione, forse gli ospedali smaltirebbero in breve tempo le emergenze. In dieci anni non mi sono MAI presentata in ospedale con mia figlia, se non per la polmonite, essendoci tutti i sintomi, non trovando da oltre una settimana SE NON A PAGAMENTO il pediatra, con la Guardia Medica chiusa, HO IL DIRITTO ALLA SALUTE DI MIA FIGLIA, è chiaro? E sappia che io i giornali non li leggo, li scrivo. Quindi ora faccia immediatamente la visita a mia figlia, e Le assicuro che non lascerò cadere la sua supponenza, se ha dei problemi se la prenda con la struttura non con i pazienti.”

Risultato: visita fatta, diagnosi infezioni acute a tutte le vie respiratorie, tonsillite, antibiotici e tutti i cazzi e mazzi per 5 giorni, ed immediato ricovero se non sensibile miglioramento clinico entro 3 giorni.

SOLO UNA TOSSE BRUTTA STRONZA???

Mi ricorda una medesima stronza della filiale della Banca d’Italia di Varese, dove io mi recavo una volta al mese per avere accesso alla CR della mia azienda, e questa mi dice: ” guardi che la CR non ha questo scopo”.

A no, e se non questo quale idiota? Immediato esposto in Banca d’Italia sede centrale, raccomandata di risposta dopo neanche una settimana dal ricevimento, scuse ufficiali ed invito a presentarmi in sede a Varese per avere le scuse ufficiali anche dell’impiegata che evidentemente non sapeva fare il suo lavoro. Sinceramente io sono per lettere di richiamo e licenziamento dei pubblici dipendenti arroganti, strafottenti e nullafacenti, ma in quel caso per tre anni consecutivi mi recai ogni singola settimana presso il suo sportello a chiedere l’accesso alla mia CR.  Immagino che la lezione l’abbia capita.

Ebbene, pensate forse che voglio lasciar cadere qualcosa che riguarda la salute di mia figlia? NON SIA MAI.

Queste sono le rovine del nostro Paese, tutelate in ogni modo perchè bacini di voti, e che si permettono persino di alzare la voce verso una mamma e la sua bambina perchè HANNO OSATO chiedere un aiuto medico.

Scopro così che esiste uno splendido strumento che si chiama TRIBUNALE DEL MALATO.

Cos’è?

Il Tribunale per i diritti del malato (TDM) è un’iniziativa di Cittadinanzattiva, nata nel 1980 per tutelare e promuovere i diritti dei cittadini nell’ambito dei servizi sanitari e assistenziali e per contribuire ad una più umana, efficace e razionale organizzazione del servizio sanitario nazionale. Il TDM è una rete costituita da cittadini comuni, ma anche da operatori dei diversi servizi e da professionisti, che si impegnano a titolo volontario (circa 10.000).
Esso opera mediante:

  • circa 300 sezioni locali, presenti su tutto il territorio nazionale, attive negli ospedali e nei servizi territoriali;

  • una struttura centrale, che coordina le attività della rete e promuove le iniziative nazionali;

  • gruppi tematici, a livello nazionale, regionale e locale, collegati a specifici programmi;

  • coordinamenti regionali, di supporto alle reti locali e per la promozione di politiche regionali di tutela dei diritti in ambito sanitario;

  • il Progetto integrato di Tutela – Pit salute – servizio di informazione, consulenza e assistenza ai cittadini sui servizi sanitari e socio-assistenziali, attivo sia a livello nazionale che regionale e locale. I servizi Pit salute raccolgono ogni anno circa 25.000 segnalazioni, che dal 1997 vengono elaborate e pubblicate nell’Annuale Rapporto Pit.

L’attività del TDM è volta alla ricerca delle soluzioni finalizzate a rimuovere situazioni di sofferenza inutile e di ingiustizia, non esclude la protesta pubblica e il ricorso all’autorità giudiziaria, ma privilegia l’esercizio dei poteri di interpretare le situazioni, di mobilitare le coscienze, di rimediare agli intoppi istituzionali e infine di conseguire nel più breve tempo possibile i cambiamenti materiali della realtà che permettano il soddisfacimento dei diritti violati. L’attività è attuata senza fini di lucro.
Fanno parte integrante dell’attività del TDM la promozione e la realizzazione di politiche orientate a far valere il punto di vista dei cittadini nella riforma del welfare sanitario.
Il TDM, nel quadro del suo obiettivo generale di contribuire al miglioramento, alla qualità e alla umanizzazione dei servizi sanitari, considera propri compiti fondamentali:

  • garantire che ovunque un cittadino abbia necessità di assistenza, consulenza, aiuto per far valere legittime aspettative, esso possa trovare strumenti e opportunità per ottenere la tutela e la protezione dei suoi diritti;

  • promuovere la partecipazione civica, affinché i cittadini stessi siano protagonisti delle azioni di tutela in ambito sanitario, sia mediante l’accoglienza nelle attività del TDM, sia mediante l’apertura di spazi di attivismo civico nell’organizzazione sanitaria.

1980-2010. Trenta anni di tutela dei diritti: le principali tappe nella storia del Tribunale per i diritti del malato

Nel 1978 nacque a Roma il Movimento Federativo Democratico, oggi Cittadinanzattiva, e G. Quaranta pubblicò “L’uomo negato”, un saggio sulla condizione del malato che in ospedale soffre sia per la malattia che per le disfunzioni del sistema.

Nel 1979 la signora Maria Grazia C. passa alla storia per aver pronunciato la frase “…perché non accada ad altri…” in una lettera-denuncia per la morte della sua bambina avvenuta in ospedale in condizioni disumane

Nel 1980 si formano gruppi di volontari in tutta Italia per lottare contro le sofferenze inutili dei malati. Viene proclamata la prima “Carta dei 33 diritti del cittadino malato”, ne seguono altre 89 in tutta Italia.

Nel 1990 viene realizzato il primo Rapporto sullo stato dei diritti dei cittadini nel servizio sanitario, una indagine civica che ha coinvolto 300 strutture e 25.000 cittadini.

Nel 1991 parte la campagna “Abbiamo un sogno trasformare gli ospedali italiani in ospedali”. Nel 1996 nasce il Pit Salute, il servizio di informazione, consulenza e assistenza per i cittadini alle prese con i problemi della sanità.

Nel 1997 viene presentato il 1° Rapporto Pit salute alla presenza del Capo dello Stato.

Nel 2001 nasce l’Audit civico, un programma che permette ai cittadini di essere soggetti attivi nella valutazione della qualità.

Nel 2002 viene presentata a Bruxelles la Carta europea dei diritti del malato, frutto del lavoro comune con altre organizzazioni civiche di 11 Paesi europei. La carta ha ottenuto riconoscimenti dal Parlamento Europeo, dalla Commissione europea e dal Comitato Economico e Sociale, oltre che dal Parlamento Italiano in una mozione approvata all’unanimità.

Alcune iniziative

  • 1981 Sit-in in corsia di un gruppo di mamme di bambini ricoverati in ospedale per ottenere l’apertura del reparto ai genitori.

  • 1982 Campagna per il diritto al gioco, con salvadanai nei negozi per raccogliere fondi per comprare giocattoli da donare a Natale ai bambini in un ospedale romano.

  • 1983 Emergenza estate, per mancanza di personale, i volontari si sostituiscono al personale: fanno le pulizie, distribuiscono il vitto, imboccano i malati.

  • 1984 Sciopero della fame dei malati in ospedale per chiedere cibo caldo e di buona qualità, decine di sacchi della spazzatura con il cibo dell’ospedale giungono in direzione.

  • 1987 A Napoli un bambino muore in una camera iperbarica, il Tribunale per i diritti del malato realizza una mappa dei rischi in tutti gli ospedali di Napoli, segnalando impianti difettosi e strutture mal funzionanti.

  • 1988 Inizia una collaborazione con la trasmissione televisiva di Rai2 Diogene che denuncia soprusi e cattiva organizzazione a danno dei cittadini.

  • 1992 L’articolo 14 del D.Lgs. 502/92 definisce finalmente ruolo e poteri della cittadinanza attiva nel suo rapporto con la sanità pubblica.

  • 1998 Prende avvio, dopo l’esplosione della camera iperbarica a Milano, Ospedale sicuro, una delle campagne più efficaci del Tribunale per i diritti del malato sul tema della sicurezza e dei rischi in ospedale.

  • 2001 Viene approvata una legge sulla terapia del dolore (n.12/2001) anche su pressione del Tribunale per i diritti del malato.

  • 2003 Manifestazione in tutta Italia con la affissione di 100 targhe all’ingresso di strutture sanitarie con la scritta: “Il servizio sanitario pubblico appartiene ai cittadini, nessuno è autorizzato a indebolirlo o a cancellarlo”.

  • 2006 Con Decreto del Presidente della Repubblica, il Tribunale per i diritti del malato ottiene la Medaglia d’oro al merito della sanità pubblica.

  • 2008 Un terzo delle aziende sanitarie italiane sperimenta l’Audit civico, una forma di partecipazione dei cittadini alla valutazione della qualità dei servizi sanitari locali/regionali.

  • 2009 18 aprile, Terza Giornata europea dei diritti del malato: coinvolte in Italia 52 città in 17 Regioni.

2010. La celebrazione del Trentennale del Tribunale per i diritti del malato
La Direzione nazionale di Cittadinanzattiva il 16 gennaio 2010 ha dato avvio alla celebrazione del trentennale del Tribunale per i diritti del malato, che ha avuto come fulcro la centralità dei diritti sanciti nella “Carta europea dei diritti del malato“, ma anche la storia e la memoria dei cittadini attivi impegnati a tutela della salute in questi 30 anni, facendo attenzione ad alcune parole d’ordine: universalità dei diritti, qualità e sicurezza delle cure, sostenibilità del servizio sanitario.
Scarica il Codice di condotta

Perfetto.

Primo passo: esposto al Tribunale del Malato

Secondo passo: esposto all’Ospedale di Varese

Terzo passo: esposto al Ministro della Salute

Quarto passo: divulgazione totale, PERCHE’ SE CI VOGLIONO MALATI O MORTI A PARTIRE DAI NOSTRI FIGLI, HANNO DECISAMENTE SBAGLIATO A CAPIRE.

E C’E’ PURE CHI HA IL CORAGGIO DI DIRE CHE LA SANITA’ IN LOMBARDIA FUNZIONA… SI… A MAZZETTE.

VERGOGNATEVI.

Lascia un commento

Una risposta a “Malasanità? Rivolgetevi al Tribunale del Malato”

  1. I pronto soccorsi dovrebbero funzionare in base ai codici di urgenza, ma non è sempre così , dipende , dalla garanzia assicurativa.
    Se hai inail aspetti 20 giorni e fai la cavia. se hai assicurazioni private o sportive o di altro genere sei curato dai prof. e vieni indennizzato in base alla categoria di casta, ti dicono che inail o inps sono spilorci , e stai
    in attesa 20 giorni .
    Poi se hai delle contestazioni , si avvalgono della perizia a loro parte del primario , quello che lo vedi solo scritto nella targhetta del reparto , non hai mai visto in corsia in tutte le visite di tutti gli svariati ricoveri.
    In oltre quando hanno contestazioni legali , non badano a spese e non sono più spilorci , anzi riescono a far aumentare le spese in barba al tetto di spesa massimo deliberato dal giudice , con il trucco di presentare
    il conto alla ricevitoria del tribunale un ora prima della sentenza ed hanno la strana facoltà far eludere dall’incarico il responsabile dell’ordine degli avvocati , capita ehh.
    Tornando alla mala vicenda di cui ho descritto soltanto la parte meno saliente , Ho notato che nella struttura c’era un ufficio con il cartello TRUBUNALE DEL MALATO ma non c’era nessuno ,(no ho badato che c’era un n. tel) preso dalla collera mi sono rivolto all’ufficio amministrativo, che dopo aver ascoltato gli svariati abusi, mi ha risposto che il problema era risolvibile soltanto con un BUON COMMERCIALISTA … ritornai con la carrozella al reparto ancora più incazzato , in parte aveva ragione , un buon commercialista e meglio che questi patronati che sono messi ad arte dai politici per controllare che paghi il più possibile le loro tasse,
    Ho saputo che nei paesi civili ( svizzera ed altri) quando e ora della pensione non a 70 anni , ti chiedono se vuoi la pensione o tutti i soldi in dietro rivalutati , e tu decidi cosa vuoi , qui te’lo scordi aspettano che muori prima, oppure ti danno le miserere mensili , che sono l’equivalente di una loro lauto pasto.
    Patronato che quando gli manchi anche un piccolo pagamento delle loro “competenze” , si rivolgono ad equitalia 200 per cento + interessi.
    loro non hanno problemi di contributi gle’li paghiamo noi e non hanno problemi di sovvenzioni se’li spartiscono in famiglia , speculano sul culo del prossimo , non hanno problemi di banche e fisco ed assistenza sanitaria ecc.
    Questa e solo una breve definizione del lerciume italico.
    Per il lerciume sanità? basta solo ricordare che cosa e accaduto alle molinette di TORINO
    E perchè la malasanità delle molinette di Torino è finita nel dimeticatoio ,!!
    La procura che indagava sulle dosi “anestetiche”, aveva filmato abusi sessuali necrofili nelle camere mortuarie .
    Procedendo nelle indagini si scoprì il giro di mazzatte del direttore della azienda ospedaliera , che ammise che parte delle mazzette , finivano per acquistare tessere di partito , ( più o meno come acquistare titoli). Chiunque può rintracciare la vicenda , e la storia è finita nel solito garbuglio.
    Non voglio fare nomi , ma chi ha un briciolo di memoria può capire.

    Dopo un triste incidente avvenuto durante il sub lavoro domenicale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

n/a