Perchè ai dipendenti pubblici è tutto permesso?

Doverosa premessa, io non ho nulla in particolare contro i dipendenti pubblici.

Quello che di loro però non tollero è la spocchia con cui di guardano dall’alto in basso, giudicandoti anche in malo modo, reagendo pesantemente se li riporti alla realtà dicendogli, mentre io ero qua a fare la fila e lei a fare la spesa in orario di lavoro, si ricordi che io le sto pagando un pezzo di stipendio.

Certo, non tutti sono così.

Ci sono tantissimi dipendenti pubblici che lavorano alacremente, e fossi in loro mi incazzerei non poco a sentire queste continue polemiche che non mi riguardano direttamente, perchè il mio dovere lo faccio.

A questi ultimi, vorrei dire che fare il proprio dovere significa anche denunciare chi non lo fa, chi timbra il cartellino e poi esce e chissà quando torna, chi timbra dieci cartellini per volta, chi si fa i cazzi suoi durante l’orario lavorativo, rendendo gli uffici amministrativi un’autentica bolgia piena di arretrati che non vedranno mai la luce.

Avete ragione, i vostri stipendi sono bloccati da 5 anni. Mi spiace.

Sapete quanti dipendenti privati hanno perso il proprio lavoro in questi ultimi 5 anni?

Perchè in Italia i dipendenti privati non godono delle stesse tutele di quelli pubblici, inutile continuare a raccontarci favole: sono una base di voti che non si può toccare.

Loro lo sanno, e se ne approfittano.

Provate ad andare a fare un esposto in un qualsiasi ufficio di una qualsiasi pubblica amministrazione: io l’ho fatto, chiedendo esplicitamente che venissero rispettati i miei diritti di cittadina e che a questa persona fosse mandata una lettera di richiamo.

Nelle aziende private, non serve che qualcuno lo dica, partono in automatico, per ogni stupidaggine, fino ad arrivare al mobbing, che è difficilissimo da dimostrare ma pesantissimo da subire.

Ebbene, in quello come in altri casi la risposta è stata la stessa: non esiste possibilità di lettere di richiamo, la prenderemo da parte e le spiegheremo la situazione.

Ma io non mi sono fermata, perchè si trattava di abusi su minori a scuola, e sapete cosa è successo? Al posto di sentirmi dire grazie per la segnalazione, per aver avuto il coraggio di parlare di qualcosa che tutti sanno e di cui nessuno parla, sono stata IO messa sotto accusa prima dall’amministrazione comunale e poi persino dal preside, e così, i pochi genitori che stavano iniziando a parlare, sono stati zitti. Codardi vigliacchi, avete avuto dei miglioramenti usando un capro espiatorio, fiera di esserlo per aver difeso contro tutti mia figlia.

Ok, premessa finita, ma la ritenevo fondamentale per comprendere le differenti tutele tra il lavoro privato e quello pubblico.

Tra i dipendenti pubblici rientrano non solo i politici ( e su quello se parto non mi fermo più), ma anche dirigenti di azienda partecipate, addetti ai vari Ministeri per i servizi più differenziati, i baroni universitari: tutti pagati in un modo VERGOGNOSO, ben oltre il settore privato.

C’è il personale amministrativo, si, proprio quello che in tanti servizi di trasmissioni stile Iene sono stati colti in flagranza di assenteismo.

Questi hanno pure il coraggio di lamentarsi?

E poi ci sono i dipendenti pubblici che lavorano nel welfare, bistrattati, che fanno un lavoro socialmente utile, direi indispensabile, e vedono togliersi ogni giorno fondi essenziali: pensiamo alle insegnanti, al personale medico, al personale della Giustizia, giusto per fare qualche esempio. Si potrebbero anche aggiungere i 17 milioni di pensionati, poveracci, tra i quali ci sono i maledetti che cumulano pensioni d’oro e vitalizi senza aver versato un centesimo di contributo ed hanno il coraggio di parlare di diritti acquisiti. Sulla base di che? Io lo chiamo più semplicemente FURTO ai danni dei cittadini italiani. Con la legge di stabilità hanno persino tolto il tetto massimo alle pensioni d’oro ed agli stipendi dei dirigenti statali. 

Per colpa delle mele marce, tutti ne vanno di mezzo, ma alla fine, chi paga sempre è il cittadino.

Adesso arriva il punto fondamentale. Seguitemi bene.

Negli ultimi anni in rete sono apparsi grafici comparativi sul numero dei dipendenti pubblici in Italia e in Paesi molto più grandi, tipo gli Usa: 350 milioni di popolazione e 2,5 milioni di dipendenti pubblici, contro i nostri 60 milioni di cittadini e 3,2 milioni di pubblici dipendenti. Mica male come rapporto, eh?

La differenza fondamentale tra Usa ed Italia è che i primi hanno il coraggio di fare questo:licenziati 24mila dipendenti statali.

I mass media, servi del sistema, sono corsi subito ai ripari, dimostrando che il numero dei dipendenti pubblici in Italia è inferiore alla media europea, e lo è anche il loro stipendio:

Scende addirittura in loro difesa l’OCSE, che denuncia che i dipendenti statali in Italia sono pochi e malpagati.

Però.

Una voce non esattamente imparziale, dato che i sindacati difendono il lavoro pubblico, prima fonte del loro tesseramento. Le statistiche dicono in effetti che in Italia, nel 2012, i dipendenti pubblici erano 3.238.474, l’1,4% in meno rispetto a cinque anni prima, dunque in leggero calo. Non solo, il confronto con l’Europa sarebbe positivo, nel senso che gli statali, in termini assoluti, sarebbero molti di più in Francia (5,5 milioni) e in Gran Bretagna (5,7 milioni).

Ci sono dunque più dipendenti pubblici in Gran Bretagna o in Olanda che in Italia, patria dello statale? Qualcosa, evidentemente, non torna.

Il numero di dipendenti statali ufficiale è quello fornito dalla Ragioneria generale dello Stato. Che però dice anche qualcosa di più.

In primo luogo i 3,2 milioni di statali italiani calcolati sono quelli con contratto «a tempo indeterminato».

Ma ci sono gli altri, quelli con contratti diversi, che comunque paghiamo.

Per esempio il «personale a tempo determinato e con contratto di formazione e lavoro», altre 80.413 persone secondo i dati 2012 della Ragioneria dello Stato.

La quale poi ci informa che questa cifra non comprende «i supplenti brevi della scuola, dei quali si rileva solo la spesa», e che sono esclusi anche i «professori universitari a contratto e i ricercatori assegnisti dell’Università», pari a circa 20 mila.

Dunque, sommando tutto, dobbiamo aggiungere almeno altre 100 mila persone.

Senza contare che nella cifra ufficiale non sono compresi i dipendenti degli organi costituzionali, che hanno un bilancio a parte: i dipendenti della Camera (1500 circa), del Senato (829), del Quirinale (2 mila circa), della Corte costituzionale (350).

La somma, dunque, è ben più elevata. Ma non basta ancora.

Nella pubblica amministrazione lavorano anche altri tipi di impiegati.

Nel 2009 lo Stato ha distribuito la bellezza di 299.281 consulenze esterne (con un costo pari a 1.390.430.276 euro). A cui aggiungere altri 27 mila incarichi esterni assegnati dal Servizio sanitario nazionale.

Ma è una cifra parziale, perché meno della metà delle amministrazioni pubbliche ha comunicato i propri dati al ministero, perciò – stimava la funzione pubblica – si può supporre che le consulenze siano circa 500 mila in un anno, mezzo milione di consulenti esterni, una mole spaventosa quando già lo Stato può contare su 3,5 milioni di impiegati.

«I dati evidenziano ancora una situazione allarmante », ha spiegato nel 2012 il ministero della Funzione pubblica. «Il ricorso alle professionalità esterne alla pubblica amministrazione continua a essere eccessivo e forse, in certi casi, anche di dubbia utilità».

Dunque, sommando anche i consulenti, arriviamo a circa 4 milioni di persone stipendiate dallo Stato.

Restano però da calcolare gli interinali (altri 8 mila) e gli Lsu, i cosiddetti «lavoratori socialmente utili», impiegati soprattutto al Sud (17 mila circa), e le collaborazioni coordinate e continuative (37.443 persone) .

Aggiungiamo quindi circa 60 mila persone, arrivando a oltre 4 milioni di stipendiati dallo Stato su circa 22 milioni di occupati.

Un lavoratore su 5.

Cifra che dovrebbe scendere un po’, se si realizzasse il taglio di 85 mila dipendenti pubblici previsto dalla spending review, ma è tutto da vedere.

E non è finita.

L’addetto che vi controlla i biglietti sul tram va forse considerato un dipendente privato? Difficile.

Le statistiche precedenti, quelle dello Stato centrale, non li comprendono, perché tecnicamente non sono dipendenti né del settore statale (scuola, ministeri, polizia, forze armate) né del settore pubblico non statale (Servizio sanitario nazionale, regioni e autonomie locali).

Il motivo è che il bigliettaio dipende da una società partecipata spesso controllata dal pubblico, ma non interamente pubblica.

Ma anche loro formano l’enorme massa del lavoro pubblico italiano.

In questo l’Italia può vantare una posizione di primato mondiale. «Secondo un recente studio dell’Ocse, l’Italia figura tra i paesi in cui la dimensione del settore pubblico è maggiore», si legge in un dossier della Banca d’Italia.

«Nel 2009 il valore complessivo delle imprese controllate dal governo centrale era pari per l’Italia a 105 miliardi di dollari; solo Corea, Francia e Norvegia presentavano valori più elevati. Considerando le società quotate in cui lo Stato detiene almeno il 10%, l’Italia risulta il secondo paese dietro la Francia per valore delle partecipazioni. Va inoltre considerato che tali dati non tengono conto del valore effettivo delle partecipazioni che, pur essendo minoritarie, consentono l’esercizio del controllo».

In altre parole, l’Italia supera tutti per partecipazioni pubbliche in aziende e società di servizi.

Il bello, per modo di dire, è che non si riesce a sapere quante sono le società partecipate soltanto dagli enti locali e quanti i loro dipendenti.

L’Anci parla di 3662 partecipate dai comuni; per l’Irpa (Istituto di ricerca sulla pubblica amministrazione) sono di più, ma è impossibile sapere il numero esatto: «I dati, sebbene concordi nel mostrare un fenomeno di vaste dimensioni, non consentono una stima esatta del numero delle partecipate dagli enti territoriali.

Le stime vanno dalle 3000 alle 6000 società partecipate, ma i dati risentono inevitabilmente di alcune variabili legate a ciò che si include nel calcolo e alla scarsa completezza delle informazioni fornite e raccolte».

In definitiva, lo Stato non sa quante aziende possiede.

E se volessimo aggiungere al totale degli statali, oltre all’esercito delle partecipate e controllate locali, anche quello delle partecipate del Tesoro?

Come la Rai, posseduta al 99,5% dal ministero dell’Economia, e i suoi 13.299 dipendenti. O l’Anas (100% del Tesoro) con 6357 dipendenti, di cui 2 mila dirigenti. O Fs ferrovie dello Stato (100%) con 71.191 dipendenti. O Posteitaliane Spa (100%) con 144 mila dipendenti. O ancora l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, meglio nota come Invitalia (100% pubblica), un altro migliaio di stipendi. E poi molte altre società possedute o partecipate dal ministero dell’Economia (Eni, Enel, Finmeccanica…), in tutto 33, e altre migliaia e migliaia di persone. Stime dell’Istat parlano di 4186 aziende in cui la partecipazione pubblica supera il 50%, per un totale di 681 mila occupati 12.

Siamo proprio sicuri di essere nel settore del pubblico impiego «in linea con l’Europa?

Io ne dubito fortemente, e mi sento decisamente presa per i fondelli.

Guardate questo grafico, indica il numero dei dipendenti pubblici divisi per Regioni ed i costi del personale, avete una vaga idea di quanto incidono sul debito pubblico? Ogni neonato al primo vagito ha già un debito verso lo Stato stimato intorno ai 37.000 Euro.

Ma ancora non è finita.

I dipendenti pubblici hanno diritto alla pensione anticipata: non è per diminuire la spese, che semplicemente viene spostata da un centro di costo ad un altro.

Prendo direttamente dal sito dell’Inps link e spiegazione sulla pensione anticipata che spetta ai dipendenti pubblici.

Leggete, voi esodati grazie alla Fornero. Quanto ancora bisogna subire prima di vedere la dignità di un Popolo che dice basta?

La spending review è una presa per il culo, lo capite?

Ogni tanto tirano fuori magicamente dal cilindro il nome, per far credere che stanno facendo qualcosa per ridurre il costo dello Stato, che al contrario continua ad aumentare, alimentato da una moneta a debito.

E questo comporta l’introduzione di sempre nuove tasse sui poveri cittadini, fino a che non saremo tutti in condizione di schiavitù totale.

A casa mia, due più due fa sempre quattro.

Spegnete la tv, accendete il cervello e ribellatevi. Anzi, RIBELLIAMOCI. 

INSIEME. 

Non mi stancherò mai di dirlo: AFFAMIAMO IL SISTEMA, SOLO COSI’ LO VEDREMO FALLIRE E SAREMO NUOVAMENTE SOVRANI E LIBERI.

UN POPOLO CHE NON SI RIBELLA E’ UN POPOLO SENZA DIGNITA’.

E concludo con un appello ai dipendenti statali che danno l’anima per il loro lavoro.
A breve non avremo neppure più Carabinieri, Polizia.. tutti conglobati sotto gli Eurogendfor: chi si ribellerà ne pagherà pesantemente le conseguenze.
DENUNCIATE ORA PUBBLICAMENTE QUELLO CHE VEDETE, I LAVATIVI, GLI USURPATORI, PERCHE’ RICORDATEVI CHE IL POPOLO VI CHIEDE QUESTO ED E’ CON VOI.
Ma se non fate questa scelta in un momento tanto critico, questa omertà verrà ricordata e TUTTI ne resteranno coinvolti.
PENSATECI.

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2 Risposte a “Perchè ai dipendenti pubblici è tutto permesso?”

  1. Siamo sicuri che si tratta di dipendenti dello STATO o dei semplici personaggi di cosca inserti dai banchieri !
    Si la seconda ipotesi è più plausibile.

  2. Ora capisco , INPS si avvale degli usurai Equitalia pignorando il suo popolo , per di mantenere le cosche di
    potere , camuffate , con la qualifica di istituzione pubblica.
    Ora capisco come il pensionato quarant’enne ” coltivatore diritto” con moglie inserita in comune sono riusciti a far pensionare anche il marito.
    Le stoccolme di turno, dopo il primo parto spariscono dal lavoro pubblico ,” troppo faticoso” ,e questo è solo la polvere di superfice che della realtà resa non visibile .
    Si spartiscono il bottino pubblico , finanziamenti , agevolazioni.
    NABABBILANDIA , è il loro concetto di stato , sono molto amici dei politicanti dei notai , dei banchieri ,
    Se la spassano bene , perche sanno che al prete piace il DIO denaro.
    Quando capiscono che conosci loro intrallazzi , ti distruggono in tutti modi possibili abusando del potere.
    La terapia di azzittimento.

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