La disperazione

Se non esistesse il cuore dell’uomo, non ci sarebbe disperazione sulla terra.
Romain Gary, Europa, 1972

Minacce, insulti e chi più ne ha più ne metta.
In questi due anni la mia vita è stata così, alternata a situazioni personali ancora più gravi salvate in extremis.
Ma noi lì, tutti i giorni, a sentirci lanciare addosso melma, consapevoli di essere vittime non carnefici, ma altrettanto consci del fatto che nessuno ti crede, perchè quello che dici e dimostri con i documenti sembra impossibile che accada. Invece si, succede. E ne sono la prova coloro che ora non ci sono più.
Non l’ho voluta io la crisi, non ho voluto io di essere vittima di usura bancaria per importi che neppure riesco a dire, in vent’anni di attività hanno raggiunto cifre enormi.
Non sono stata io a congelare i conti, compresi quelli personali.
Sono stata io a denunciare lo strozzinaggio di cui la mia azienda è stata vittima, sono stata io con i miei soci e la mia famiglia a mettere in azienda tutto quello che avevamo, per salvarla, fino a giungere quasi all’indigenza.
Mi devo vergognare?
Io non credo.
Credo che si debbano vergognare le Istituzioni che sanno e non fanno nulla, che consentono alle persone di diventare carne da macello.
Credo che si debba vergognare chi ruba soldi, perchè l’usura è questo, e lo fa solo per riempirsi le tasche che sono talmente piene da non sapersene che fare.
Credo che si debba vergognare lo Stato, che non difende i propri cittadini e lascia tante vittime dietro di se.
Dicono che esiste una forza anche nella disperazione: io la sto cercando. E mi auguro per mia figlia di trovarla.
Tesoro mio, sei tutta la mia vita, ti amo con tutto il cuore. Sappi che tua madre ha lottato fino in fondo, che non ha mai sottratto nulla a nessuno, se non al tuo futuro. Ti amo, non so che altro dire.

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Una risposta a “La disperazione”

  1. LA BRUTTA FAMA Nel paese dov’io sto Non è carina la fama che ho: qualsiasi cosa faccia non va, tutti mi guardan con severità. Ditemi perché io sarei un mostro, solo perché il mio cammino non è il vostro! Ma ai conformisti non gli va giù che i loro passi non segui più, per i pinzocheri tu non puoi, startene mai per i fatti tuoi. Mi sparla tutta la città, tranne però quel muto là! Il due Giugno, fino al tre, me ne sto a letto, come un bebè: questa Repubblica mi scusi, ma non la festeggio con bande e parà. Ditemi di che mi debba vergognare, se non mi ubriaco dietro alle fanfare! Ma ai conformisti non gli va giù che i loro passi non segui più, per i pinzocheri tu non puoi, startene mai per i fatti tuoi. MI addita tutta la città, tranne però quel monco là! Se un ladruncolo scappa via Da un brutto agente di polizia, io faccio uno sgambetto, affinché quel poliziotto si arresti da sé. Ditemi che c’è di così crudele Nel farla spuntare a un ladro di mele? Ma ai conformisti non gli va giù che i loro passi non segui più, per i pinzocheri tu non puoi, startene mai per i fatti tuoi. Mi assale tutta la città, tranne però quel cionco là! Non ci vuole un Geremia, per presagire la fine mia: quando un cappio si troverà, neanche mi toglieranno il foulard! Ditemi che cosa c’è di tanto turpe, se la mia viottola non porta all’Urbe. Ma ai conformisti non gli va giù che i loro passi non segui più, per i pinzocheri tu non puoi, startene mai per i fatti tuoi. Vedranno come penderò dal cappio, ma quel cieco no!

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