Altro salvataggio delle banche, con i nostri soldi!

Attenzione, ennesimo salvataggio delle banche in arrivo!

E tutto chiaramente a scapito dei contribuenti italiani.

Non sono bastati gli scandali di Banca Etruria, della Popolare di Vicenza, di Carichieti e di Veneto Banca.

A nulla sono serviti centinaia di migliaia di risparmiatori truffati che hanno visto i risparmi di una vita andare in fumo.

Nessun insegnamento dalla distruzione dell’economia italiana, dall’aver mandato sul lastrico famiglie ed imprese.

Nessun rispetto per coloro che hanno perso la vita per questi atti criminali decisi a tavolino.

Le banche si salvano sempre, e si salveranno ancora. Per gli italiani però non c’è tregua.

Il governo è pronto a varare la nascita di un fondo di salvataggio banche per salvare gli istituti di credito in difficoltà.

Un bell’assegno di cinque miliardi, integrabile fino a sette miliardi, è pronto per essere staccato per coprire le sofferenze che hanno in pancia le banche e per garantire la loro ricapitalizzazione.

Mi sono persa qualcosa?

Perchè sono anni  che i politici ci propinano la storia che il sistema bancario italiano è solido come nessuno mai.

Eppure, mentre Matteo Renzi si presenta a Camera mezza vuota a sbandierare le sue “strabilianti” riforme costituzionali, che passerano INDEMOCRATICAMENTE a colpi di fiducia, al Ministero dell’Economia si  incontravano i banchieri di Banco Popolare, Bpm, Bnl, Bper, Credem e l’AD di Intesa SanPaolo.

Per cosa?

Definire il cosiddetto “fondo Atlante” per sostenere la ricapitalizzazione delle banche italiane e favorire la cessione delle sofferenze del sistema.

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Prima in Italia lo sport nazionale era salvare Fiat, ora è diventato salvare le banche. DI NUOVO.

Per decenni in Italia i vari governi sembrava avessero come hobby principale il rifondere le perdite del gruppo Fiat con denaro pubblico.

Ora, dopo aver spremuto tutto il possibile, Fiat è delocalizzata all’estero, e bisognerà pur usare una buona quantità di soldi NOSTRI per andare al salvataggio di aziende private, che magari evadono le tasse, dichiarano perdite inventate come si inventano il denaro che prestano a tassi usurai?

Si, il diktat imperante dei governi attuali è: SALVIAMO LE BANCHE.

Ma quante volte bisogna salvarle, specie sapendo che nascondono i loro fondi neri in paradisi fiscali?

A Bruxelles passa di mano in mano nelle ultime settimane una presentazione preparata alla BCE.

Il suo messaggio, espresso in grafici, è inconfondibile: la stretta al credito in Italia o altrove nel Sud Europa continua, ma non è per mancanza di liquidità, bensì per le sofferenze (e vi rimando ad un altro articolo che spiega come le banche le creano), la montagna dei prestiti a rischio di insolvenza (o già in default) prodotti dalla recessione e ora arenati nei bilanci delle banche.

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