Martin Bashir confessa: ho mentito su Michael Jackson nel documentario Living with Michael Jackson

Qualcuno si ricorda di Martin Bashir?

Martin Bashir è un giornalista inglese diventato famoso, tra l’altro, per il controverso documentario “Living with Michael Jackson”, che stasera Italia 1 ripresenterà in seconda serata.

In quel documentario Bashir seguì la vita privata di Michael Jackson per otto mesi, montando ad arte pezzi di interviste al cantante giusto per mostrarlo sotto una cattiva luce: uno dei cardini delle accuse di pedofilia della madre di Gavin Arvizo, finite in un processo che ha visto l’assoluzione di Michael, è proprio questo filmato.

Peccato però che come al solito i media sono pronti a denunciare con clamore presunti scandali, mentre sono ben lungi dal comunicare ogni smentita.

Per l’appunto, Martin Bashir, a seguito della morte di Michael Jackson, ha ammesso di aver mentito nel suo documentario e di aver volutamente manipolato le immagini ed estrapolato pezzi di interviste con un montaggio sensazionalistico, con l’intento di mostrare il cantante come un depravato.

Letteralmente:

“Credo che tutti noi siamo rimasti scioccati e assai rattristati dalla notizia di oggi. Io ero a correre in Central Park quando ho sentito; sono tornato a casa, mi son fatto la doccia e sono venuto qui in ufficio.
Molti di noi erano eccitati alla prospettiva che Michael si esibisse a Londra. Migliaia di persone in tutto il mondo hanno acquistato i biglietti per i suoi concerti e adesso apprendere questa notizia è veramente triste.
Credo sia giusto ricordare che MJ era probabilmente, singolarmente, il migliore ballerino, musicista che il mondo abbia mai visto.
Quando realizzai il documentario c’era una piccola parte controversa riguardante il rapporto di MJ con i bambini.
La verità è che MJ non è mai stato condannato. Non ho mai visto nessun comportamento improprio da parte sua e sebbene il suo stile di vita fosse non convenzionale/non ortodosso non credo che (la sua condotta) fosse criminale e credo che il mondo abbia perso il suo più grande entertainer di tutti i tempi”

VERME.

La Toya Jackson: mio fratello Michael Jackson è stato ucciso e so da chi

Michael Jackson è stato ucciso per i suoi soldi. A sostenerlo è la sorella, La Toya, che aggiunge: “Io so chi è stato”. Due giorni fa è stato il padre di Michael Jackson, Joe, ad affermare che il figlio, morto il 25 giugno scorso, sarebbe stato vittima di un omicidio.

“Michael è stato ucciso e non pensiamo che sia coinvolta una persona sola nell’omicidio – ha detto La Toya in un’intervista al settimanale britannico News of the World – si è trattato di una cospirazione per impadronirsi dei soldi di Michael”. Secondo la donna, l’apparente overdose di droghe che avrebbe ucciso il fratello rientra nel piano delle persone coinvolte nell’omicidio, intenzionate a mettere la mani sulla fortuna da un miliardo di dollari del re del pop. “Non avrò pace fino a quando non li avrò inchiodati”, ha aggiunto La Toya.

Le persone responsabili della morte di Michael Jackson lo avrebbero allontanato dalla famiglia e dagli amici, condannandolo a diventare “l’uomo più solo del mondo”, ha racconta la sorella.
“Cercavano di tenere lontano la famiglia ogni volta, persino mio padre – ha precisato -. Michael veniva controllato. Nessuno poteva avvicinarlo”.

Secondo la sorella, Michael Jackson non avrebbe voluto tenere i 50 concerti previsti a Londra, “ma venne costretto”. Inoltre, l’artista voleva abbandonare la musica per dedicarsi alla regia cinematografica: “Aveva un’idea per un film horror chiamato ‘Thriller’. Aveva già disegnato il cartellone”.

Il testamento di Michael Jackson

«Se uno o più dei miei figli al momento della mia morte fossero ancora minorenni, affido a mia madre, Katherine, la loro custodia e i loro beni..», ma in caso di suo decesso o impedimento, «affido il mio o i miei figli e i loro beni a Diana Ross»: sono esattamente queste – secondo quanto riportano molti media americani – le parole contenute nel testamento di Michael Jackson depositato oggi a Los Angeles.

Nel documento, datato 7 luglio 2002, si affida l’intera gestione dei patrimonio alla società fiduciaria Michael Jackson Family Trust, di cui non si precisa la composizione. Il documento, di cinque pagine, non nomina mai il padre, Joseph Jackson.

Viene invece nominata Deborah Rowe, la madre dei primi due figli di Jackson, ma solo per precisare che viene esclusa da ogni eredità: «Ho intenzionalmente omesso di lasciare (alcunchè) alla mia ex moglie, Deborah Jean Rowe Jackson».

Vengono indicati come esecutori testamentari l’avvocato del cantante, John Branca, che ha redatto il documento, e gli amici e manager musicali John McClain e Barry Siegel.

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