Report: puntata del 10 aprile sulle Banche Popolari

Ieri sera a Report è andato in onda uno dei momenti più tristi (purtroppo non l’unico) degli ultimi anni della storia del sistema bancario italiano: la truffa ai danni degli azionisti delle banche popolari.

Quotazione azioni manipolate da professori bocconiani, contratti falsi, mancata corretta informazione ai sottoscrittori, clienti obbligati a comprare azioni per avere credito, impossibilità di vendere le azioni ed obbligazioni perchè non quotate sul mercato: reati ipotizzabili? UNA MAREA. Anche se il Procuratore Capo della Procura di Vicenza dice… “potrebbe”…

Verso chi?

I CDA delle banche, fino a tutti gli impiegati che hanno venduto questa spazzatura, per passare poi da Banca d’Italia, che si, ha commissariato, ma sapeva dal 2001 e non si è rivolta alla Polizia Giudiziaria, sentirete perchè. E LA POLITICA, UN GOVERNO RENZI VERGOGNOSO che ha permesso il compiersi dell’ultimo atto.

Le banche popolari sono le banche del territorio con migliaia di clienti che ricevono finanziamenti, ma che sottoscrivono anche azioni e obbligazioni perché si fidano dei dirigenti e degli impiegati che conoscono da anni. Quando Banca Marche, CariChieti, CariFerrara e Banca Etruria vanno in crisi, si applica il bail-in, che per legge obbliga migliaia di azionisti e obbligazionisti a intervenire per salvarle e così alla fine perdono tutto. Ma come si è arrivati a questo? Banca Etruria è la più nota alle cronache perché il vicepresidente era il papà della ministra Maria Elena Boschi, e oggi è indagato per concorso in bancarotta fraudolenta. Dalle indagini emergono, con le responsabilità, anche liquidazioni milionarie per i manager e crediti concessi ai membri del cda senza le dovute garanzie. Nei guai sono finite anche le popolari venete, Veneto Banca e Bpvi, dove avevano gonfiato il prezzo delle azioni, che alla fine del 2014 valevano 62 euro e oggi 6 euro e 30. Quando il valore ha cominciato a crollare quasi nessun azionista ha potuto vendere. Tra coloro che ci sono riusciti anche Bruno Vespa che, intervistato, ci spiega come ha fatto. Dalle inchieste della magistratura emerge anche che la popolare, per gonfiare il capitale, finanziava l’acquisto di azioni per milioni di euro garantendo solo a pochi selezionati soci, con lettere segrete, il riacquisto. Gianni Zonin, grande produttore di vini ed ex dominus della popolare, oggi indagato per bancarotta, ha trasferito il suo patrimonio a moglie e figli.

Ma come si è arrivati a questo punto se tutte le banche erano commissariate da Banca d’Italia?

E a Bruxelles ci spiegano come funzionano le regole europee e come sono andate le trattative intraprese dal nostro governo per evitare di far pagare i danni agli obbligazionisti. Vista da fuori sembra che l’Europa a noi italiani non conceda di salvare banche e aziende con aiuti di stato mentre, per esempio, alla Germania sì. E’ veramente così? Risponde anche Daniéle Nouy, presidente della Vigilanza della Bce.

TROVO NECESSARIO CHE TUTTA LA TRASMISSIONE, SIA NEL TESTO CHE NELLE IMMAGINI, SIA DIVULGATA IL PIU’ POSSIBILE, AFFINCHE’ NON ACCADA PIU’ NULLA DEL GENERE E LE PROCURE SI MUOVANO VERSO QUESTO LADROCINIO.

DI SEGUITO IL TESTO DELLA PUNTATA E I VIDEO. (altro…)

La BCE taglia a sorpresa i fondi alla Grecia e la Merkel minaccia: ritirate le promesse elettorali.

Ahi ahi, i grandi poteri europei sentono mancarsi finalmente la terra sotto ai piedi?

La Bce, con una mossa a sopresa, ha deciso di rimuovere la deroga, introdotta nel 2010 per la Grecia, che consentiva alle banche elleniche di approvvigionarsi di liquidità fornendo a garanzia titoli di Stato. E’ quanto stabilito dal consiglio direttivo riunitosi ieri in tarda serata.

Una doccia gelata per il neoeletto premier Alexis Tsipras e il suo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, che proprio in mattinata si era detto “molto incoraggiato” dopo l’incontro con il presidente della Bce Mario Draghi.

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Una domanda da non fare mai ad un Ministro: ecco il progetto a cui ho collaborato su incarico della Corte dei Conti

 

Ne avevo già parlato parecchio tempo fa in questo articolo, che è stato anche il punto di partenza per la presentazione in Cassazione di una proposta di legge popolare.

La combinazione è stato l’incastro con un incarico ricevuto dalla Corte dei Conti da Alberto Micalizzi e Marco Saba, per la quale mi è stata richiesta una collaborazione, consistente nel redigere una relazione che dimostrasse come il mancato utilizzo dello strumento della banca a partecipazione pubblica per accedere a finanziamenti agevolati della BCE, previsto dal Trattato di Lisbona, esattamente come fa la Germania, abbia provocato un ingente danno erariale all’Italia.

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