La bad bank: l’esempio più evoluto della democrazia italiana.

 

Quello che vedete sopra è lo schema della cosiddetta BAD  BANK.

Osservatelo attentamente, e chiedetevi, non sarà un’altra sola per coprire aiuti di Stato alle banche?

Se siete arrivati a questa domanda, la risposta è unica: SI.

Partiamo come sempre dall’inizio di questo ragionamento.

Quanti “bad” abbiamo avuto nella storia della nostra splendida Penisola?

In Italia ci sono casi eclatanti: partiamo dalle privatizzazioni IRI, proseguiamo con il discorso di Alitalia ed AirOne, fino ad approdare ai giorni nostri con il caso Ilva.

Possiamo annoverare una miriade di casi, tutti diversi, ma con il medesimo denominatore: BAD per lo Stato, e quindi per i cittadini, che si sono trovati da decine di anni a pagare ENORMI BUCHI con le loro TASSE a causa di macroscopici errori manageriali e “magiche” sparizioni di liquidità degne del più rinomato illusionista.

Ai dirigenti i quattrini, ai cittadini le tasse.

Ed il campanello d’allarme dovrebbe suonare immediatamente allorchè la troika definisce la creazione di una BAD BANK un’ottima idea, perchè le banche italiane, investite finalmente in questi giorni da inchieste riguardanti le “presunte” irregolarità anche penali di cui si sono rese partecipi, hanno in pancia la bellezza di 183 miliardi di sofferenze (per comprendere come si formano vi rinvio a questo articolo, che prende in considerazione però solo le sofferenze causate dai mancati pagamenti dei correntisti, e non quelle derivanti dalla “finanza creativa e speculativa” che ha prodotto ingenti perdite patrimoniali nei conti delle banche stesse).

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Alitalia, saldi invernali: pubblicità paradossale

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Alitalia saldi invernali.

In questi giorni ovunque ti giri in rete ti appare la pubblicità di Alitalia come l’immagine qua sopra.

Appena vista, non ho potuto fare a meno di sorridere sul suo paradosso: è almeno un ventennio che noi cittadini, dipendenti Alitalia compresi, paghiamo questi saldi, non certo per acquistare un volo, ma per salvare da fallimento CERTO la compagnia aerea di Stato.

Questo è quanto è dato sapere.

Ma Alitalia è ancora compagnia aerea di Stato, ovvero compagnia pubblica?

A me non risulta.

Ripercorriamo un attimo la sua storia.

La vecchia Alitalia fu fondata nel 1947.

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L’Italia colonizzata dall’Europa.

 

La nostra storia di colonizzatori non è mai stata esaltante.

Mentre Spagnoli e Portoghesi conquistavano le terre più floride, facendone uno scempio, noi italiani conquistavamo la Libia, l’Eritrea, la Somalia, l’Etiopia e per pochi anni l’Albania.

Un successone insomma, soprattutto se si considera che gli altri colonizzatori pensavano solo a ladrocinare le risorse dei territori, senza lesinare l’applicazione di violenza, gli italiani si occupavano invece di costruire, investire e bonificare le proprie colonie.

E, tra parentesi, Gheddafi per chi non se lo ricorda, era riuscito a spuntare accordi vantaggiosi per la Libia, sempre ricordando i presunti danni subiti dal suo Stato proprio dall’occupazione italiana.

I domini degli Spagnoli in Italia sono stati tanti, e la storia pare ripetersi.

La Spagna, che secondo l’Europa è sempre stata vicina al default molto più dell’Italia, tanto da ottenere finanziamenti dalla BCE per poter salvare le banche principali spagnole, si prepara ad un nuovo dominio sull’Italia, tramite Telefonica e la sua acquisizione di Telecom.

Con gli euro ottenuti dalla BCE le banche spagnole appoggiano la scalata ad un settore strategico fondamentale per ogni Stato, le telecomunicazioni, e poichè gli altri Paesi Europei se lo tengono ben stretto, l’attacco a Telecom ed al suo debito insostenibile diventa una bazzecola.

Ci sarebbe da aprire una bella parentesi sul come si è formato un buco astronomico in Telecom, ex Sip, in monopolio assoluto per decenni, che con la gestione Tronchetti Provera è scesa nel baratro, l’azienda, non certo lui che veleggia tranquillo tra i milioni avuti per compenso nei mari di Portofino.

Cosa cambierà?

Probabilmente niente, se non un miglioramento delle campagne pubblicitarie. E minori intercettazioni ai giocatori di calcio.

Ma se a questo aggiungiamo le mani di Air France su Alitalia (anche se pochi minuti fa Air France si è proposta solo per il consolidamendo del debito), la Germania che sono decenni che punta la produzione dell’acciaio italiano e non mi stupirei di vedere allungare le sue mani sull’Ilva, appare ovvio il perchè l’Italia non deve uscire dall’Europa: ne deve essere colonizzata.

Tra parentesi, oltre tutti i denari dati negli anni con cui abbiamo foraggiato Alitalia, la manovra di “salvataggio” studiata dallo “statista” Berlusconi e dall'”economista” Tremonti, dividendo un bad e good company, rifiutando l’offerta di acquisto di allora di AirFrance, ci è costata 5 MILIARDI DI EURO, per essere finiti al punto che AirFrance e KLM si prenderanno la compagnia per due soldi.

Chissà, forse venire colonizzati non sarà poi tanto male: avremo finalmente un management pubblico e privato degno di chiamarsi tale.

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