Riallineamento fiscale: primo passo per combattere il sistema

Come promesso ieri, e mi auguro che mi perdonerete il giorno di ritardo, ma sono state tante le situazioni da sistemare, eccomi pronta a darvi un resoconto, al momento non ancora troppo dettagliato, di quello che è successo durante l’incontro del 29 novembre.

Anche perché state pressando e non riesco a tenervi troppo fermi.

In primo luogo, debbo fare una doverosa premessa: le persone che ho avuto l’onore di incontrare e con le quali interagire, tutte nessuna esclusa, hanno una competenza e professionalità tale per cui probabilmente basterebbero loro a portare avanti il vero cambiamento distruttivo del sistema, ma servirebbe più tempo e con la collaborazione ed unione di tante persone, riusciremo a sgretolare le fondamenta in un periodo molto più breve, per intenderci, prima che arrivi la troika ad impedirci di poter agire ancora con quel briciolo di democrazia che ci appartiene.

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Cos’è l’autotutela con Fisco ed Equitalia

Sempre più persone mi chiedono delucidazioni sulla possibilità dell’autotutela.

Grossi titoli di giornali parlano di cartelle esattoriali o di contestazioni dell’Agenzia delle Entrate che possono venire annullate per vari vizi di forma, quali l’invio per raccomandata con ricevuta di ritorno, e non alla stregua di un atto giudiziale quale è, oppure perchè non firmate da dirigenti autorizzati e via di seguito.

Gli avvocati poco chiari ne hanno approfittato dicendo con ancora maggior enfasi: TUTTE LE CARTELLE SONO NULLE.

Partiamo da un discorso fondamentale: un conto è dire Annullabile un conto è dire Nullo.

Secondo fatto non meno importante che viene evitato di dire, è che per ottenere una situazione del genere esistono solo due vie: l’accesso alla Commissione Tributaria, oppure l’accesso al Tar.

In entrambi i casi, si è obbligati ad essere seguiti da un legale, ed evidentemente pagargli congrua parcella. Per quanto riguarda il ricorso al Tar, anche i sassi sanno che prevede dei costi talmente alti che spesso e volentieri lo rendono ineconomico. Peggio addirittura l’accesso alla Commissione Tributaria, che prevede, oltre all’assistenza legale, il pagamento dei contributi unificati e preventivamente il 30% della cartella esattoriale: trattasi di un processo vero e proprio, con tre gradi di giudizio. Spesso e volentieri il primo vede l’attore soccombente, e quindi con l’aggravio ulteriore delle spese processuali: e questa è ormai consuetudine per verificare le disponibilità economiche del cittadino a poter andare avanti, e si sa, quando si affronta un processo o il Tar, non si è mai certi del suo buon esito, perchè troppi fattori influiscono il risultato.

Ma due sono le cose certe: le parcelle degli avvocati e le spese da sostenere in giudizio.

Evito ogni tipo di commento o giudizio: non è questo il mio obiettivo, bensì quello di informare i contribuenti che esiste un sistema completamente GRATUITO, tramite il quale loro stessi, ENTRO 90 GIORNI dal ricevimento di comunicazione del Fisco o di Equitalia, possono chiedere verifica che quanto richiesto sia effettivamente dovuto, addirittura esistono link su siti Inps, Agenzia delle Entrate ed Equitalia (che alla fine vi indicherò), dove non solo è possibile scaricare i moduli da compilare e da presentare all’Ente impositore, ma una procedura semplicissima di invio online.

L’ AUTOTUTELA, per l’appunto.

Per essere il più chiara possibile, faccio un esempio che non è poi tanto lontano da quello che sta accadendo in questo momento: Equitalia invia una cartella esattoriale realtiva ad un tributo ormai prescritto.

Si sa che tutti quando riceviamo una comunicazione di Equitalia proviamo un brivido non certo piacevole. Ma se la notifica arriva dopo 5 anni, e quindi con la prescrizione in corso, come fare per non pagare, rispettando quello che la normativa fiscale dice?

Il cittadino, fino al 2013, non poteva far altro che rivolgersi come detto sopra ad un legale e fare ricorsoo al giudice di pace o al tribunale (a seconda del contenuto della cartella).

Risultato: il ricorrente vinceva quasi sempre la causa (in caso di prescrizione), ma, nel frattempo, era costretto a subìre un’ipoteca, il blocco del conto corrente, il pignoramento del quinto dello stipendio/pensione o il fermo dell’auto (salvo che il giudice avesse concesso, immediatamente, la sospensiva).

Dopo la legge di stabilità del 2013 si prevede che, in caso di cartelle pazze notificate da non oltre 90 giorni, il contribuente ha il diritto sacrosanto di presentare a Equitalia una richiesta di sospensione e, all’esito di un’istruttoria interna,di sgravio.

Ed è un risultato talmente acclamato che, come detto prima, sul sito di Equitalia si trovano tutte le spiegazioni, i moduli e le indicazioni per l’invio online della contestazione (qui e qui)

Ma non basta: Equitalia è tenuta a ricevere qualsiasi tipo di istanza o richiesta presentata dai cittadini, anche se sono trascorsi i 90 giorni.

Il contribuente depositare o spedire una “istanza in autotutela”: si tratta, cioè, di una sorta di reclamo (scritto senza formule particolari, in carta semplice) con cui si segnala l’irregolare pretesa e se ne chiede l’annullamento.

Preparatevi, perchè non sempre il personale di Equitalia è informato di questo, o finge di non esserlo, quindi portatevi la stampa dei link che vi ho messo.

Equitalia, per quanto società privata, svolgendo un servizio pubblico, è equiparata a qualsiasi altra pubblica amministrazione (questo è l’orientamento condiviso da tutti i giudici e finanche dalla Cassazione).

Pertanto è tenuta agli obblighi di trasparenza, di imparzialità e di buona fede nella gestione della propria attività di riscossione.   Non sono poche le sentenze che hanno condannato l’Agente per la riscossione al risarcimento del danno per non aver dato corso a una richiesta di accesso agli atti amministrativi.

Pretendete quindi sempre dallo sportellista di depositare le vostre istanze. Nessuno le può rifiutare. E se anche ciò avviene pretendete di parlare con un dirigente. Se anche in tal caso vengono fatte orecchie da mercante, avete sempre la possibilità di notificare l’istanza con il postino o con l’ufficiale giudiziario del tribunale.

La presentazione di tale richiesta/reclamo è fondamentale anche per un’altra ragione: nel caso in cui Equitalia proceda ugualmente al pignoramento o al fermo/ipoteca, costringendovi a fare ricorso al giudice, potrete chiedere in tale sede la sua condanna al risarcimento del danno per lite temeraria  ossia per avervi costretto a intraprendere una causa di cui, invece, non ve ne era affatto bisogno, essendo evidenti le vostre ragioni. (fonte laleggepertutti.it)

Attenzione: se si parla di cartelle esattoriali l’istanza di autotutela deve essere presentata ad Equitalia, se si tratta di avvisi bonari direttamente all’ente impositore (Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, Comune etc.)

Ma cambia poco, il risultato è lo stesso.

Laddove vi venga riconosciuto l’errore, chi di dovere procederà allo sgravio. In caso contrario, vi verrà comunque certificato il debito, NON AVRETE SPESO NULLA, e potrete procedere alla richiesta di rateizzazione (se fatta da Equitalia, sappiate che al 99%, utilizzando l’ammortamento alla francese) vengono applicati interessi molto più alti del dovuto.

In quest’ultimo caso, è sufficiente un semplice controllo, in cui vi posso aiutare velocemente, e procedere poi verso Equitalia con istanza di autotutela per avere lo sgravio degli interessi: con un aggravio maggiore.

Perchè questo concretizza un illecito in atto pubblico amministrativo, ed è una questione di non poca importanza.

Merita pertanto un capitolo a parte.

Link autotutela INPS

Link autotutela Agenzia delle Entrate e link per scaricare la domanda di autotutela

Link per modulo autotutela per tributi comunali

Non abbiate paura dello sciopero fiscale, vi spiego perchè. Esempio concreto.

 

Ormai in molte famiglie si è a un bivio: pagare, con fatica e neppure tutte, le bollette che ci permettono di sopravvivere, o pagare Imu, tarsu, cippirimerlo e tutti i nomi delle tasse che ci hanno appioppato?

Cosa succede se si sceglie uno al posto dell’altro?

Nel primo caso, si riesce a sopravvivere.

Nel secondo caso, si perde luce, riscaldamento, gas, acqua, e non si sopravvive più, se non grazie alla Caritas.

Allora io non capisco perchè noi italiani temiamo così tanto lo sciopero fiscale. Che è uno strumento pacifico che si concretizza in una vera e propria RIVOLUZIONE, per le nostre famiglie.

Seguitemi nel ragionamento.

Se non si pagano le tasse, lo Stato non avrà più soldi da sperperare, e dovrà finalmente capire che o le abbassa o le entrate diminuiranno ancora.

Si, perchè mentre se non si paga una bolletta ci mettono un mese a tagliarti i fili, la macchina dello Stato prima che si muova per trovare che tu non hai pagato, ci mette minimo due anni, a parte l’Inps che è un po’ più veloce ma di poco.

Poi ti manda un cosiddetto avviso bonario, dove ti invita gentilmente a pagare, dandoti la possibilità di farlo a rate pagando solo il 2% di interessi senza sanzioni. E lo possiamo calcolare noi, basta andare sul sito dell’Agenzia delle Entrate, poichè io non ho nulla da nascondere, ed ho sempre dimostrato quanto dichiarato, lo farò anche in questo caso.

Proprio ieri ho ricevuto una raccomandata Inps dove mi venivano chiesti i contributi della Gestione Commercianti per il 2012. In quell’anno, poichè le banche avevano tolto tutto alla mia azienda, ho dovuto scegliere se pagare con i miei soldi gli stipendi dei dipendenti o la mia Inps. Ho scelto la prima soluzione e ne vado fiera, anche se ora non ho più un centesimo. Pazienza, Dio provvederà. Per la richiesta di rateizzazione Inps bisogna recarsi agli sportelli oppure direttamente sul loro sito, ma non esiste un programma che consenta di calcolarle direttamente, e comunque l’Inps è molto propensa alle rateizzazioni, anche lunghe, per potersi garantire il recupero di quanto dovuto.

Per gli avvisi bonari dell’Agenzia delle Entrate invece, è diverso. Vi faccio un esempio (cancellando per privacy l’intestatario che non sono io):

avviso bonario

 

 Ok. Adesso seguitemi bene. Come vedete NON è una cartella esattoriale, lo diventerà se non si paga nel giro di un anno e mezzo. E siamo già a 3 anni e mezzo. Ogni cartella esattoriale si può rateizzare per 120 rate, e non solo, dopo lo scandalo dei finti funzionari Equitalia, se non è firmata da un vero funzionario è nullo, e quindi si annulla anche il debito. (ma per ottenere questo bisogna far ricorso alla Commissione Tributaria, seguiti da un avvocato che certamente non farà una parcella equa).

In aggiunta, con il Decreto del Fare, anche sulle rateizzazioni Equitalia, mentre fino al 2013 dopo due rate si decadeva dal beneficio della rateizzazione, ora al contrario le rate sono diventate otto, anche non consecutive. Non solo, se si dimostra la propria situazione economica aggravata rispetto alla data di richiesta di rateizzazione, si può chiedere ed ottenere una proroga di ulteriori sei anni sui pagamenti. Non male.

Andiamo sul sito dell’Agenzia delle Entrate: la stessa ha previsto un’applicazione che consente addirittura di stampare non solo il piano di ammortamento ma anche gli f24 per poter pagare, la trovate qui.

Accedo. Vi si aprirà una schermata che dovrete compilare con i Vostri dati, tenete a portata di mano il Vostro avviso bonario. Dove vi chiedono “tipo di comunicazione” è scritto nell’ultimissima riga in fondo alla pagina, in questo caso trattasi di protocollo telematico. Il codice atto invece è scritto all’inizio della pagina, ricopiate tutti i numeri. L’anno di imposta è scritto nella lettera, nel nostro caso 2012. Anche l’importo da rateizzare è scritto nella lettera: € 4.096,65. La data di elaborazione della comunicazione è scritta in fondo alla lettera, in questo caso il 12/07/2013, la data di ricevimento da inserire è quella in cui avete ritirato la raccomandata e firmato la ricevuta di ritorno.

Ora cliccate calcola, vi si apre una pagina come questa, in cui potete scegliere il nr. di rate che sono TRIMESTRALI con interessi minimi e stampare l’f24 relativo ed il piano di ammortamento.

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Ma c’è di più. Una volta bastava non pagare una rata per decadere dal beneficio della rateizzazione e quindi passare tutto ad Equitalia. Ora invece, con le nuove normative fiscali, si possono saltare due rate, e regolarizzarne almeno una prima della scadenza della terza. Non vediamo il fisco come un nemico, perchè abbiamo tutti gli strumenti ormai per farcelo “amico”.

Pertanto, di cosa avete paura? Che vi portino via la casa? Non possono più. Ma pensate tre anni e mezzo senza pagare nulla, cosa può significare per lo Stato? 

Basterebbe un mese, niente iva, niente irpef, niente mini-rata imu, niente di niente, professionisti che non versano più nulla. Cadrebbe immediatamente il sistema centrale, e i nostri politici dovrebbero correre immediatamente ai ripari. Certo, occorre anche la collaborazione dei dipendenti pubblici che non agiranno più per riscuotere alcuna tassa o tributo dai cittadini: gli atti pubblici saranno fatti gratuitamente, gli agenti di polizia non dovranno più fare contravvenzioni, gli ospedali non dovranno richiedere ticket, i controllori dei mezzi pubblici richiedere biglietti, i casellanti i pedaggi ecc. Ma non è fondamentale, se si comincia possiamo farcela anche senza loro, ma che sappiano che è anche nel loro interesse. Perchè la pacchia sta per finire per tutti.

Certo, inizierebbero le minacce di chissà che ripercussione, ma ricordatevi, questa è la legge italiana e nessuno vi può toccare, salvo che siate evasori, cioè NON DICHIARANTI, e non è questo il caso.

Vi ricordo l’articolo 53 della Costituzione, che io rispetto come la Bibbia: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”

Ditemi, chi ha più capacità contributiva, il cassaintegrato o le banche? Il disoccupato o i concessionari delle slot? E ditemi, chi paga di più, il pensionato o i poteri forti?

L’unico FONDAMENTALE aspetto è l’unione. DOBBIAMO FARLO TUTTI. Senza paura, continuo a ripeterlo, siamo in 60 milioni contro poche migliaia di soggetti. Non diventiamo l’elefante che teme il topolino.

Facciamo la nostra rivoluzione, pacifica, otterremo enormi risultati. Ricordate cosa fece Gandhi in India?

La parte sostanziale è il principio di “Non Collaborazione” di “Disobbedienza Civile” e di “Sciopero Fiscale”. Si, lo so che questi tre fattori sono poco pubblicizzati. Per un semplice motivo: perchè funzionano perfettamente per abbattere qualunque governo.

Vi voglio citare le parole dello stesso Gandhi: «Rifiutarsi di pagare le tasse è uno dei metodi più rapidi per sconfiggere un governo.» Ed infatti Gandhi riuscì nel suo intento.

Possiamo farlo anche noi, una vera Rivoluzione Pacifica che ci liberi finalmente di tutto il marciume che ci ha portati sul baratro della povertà.

Facciamo l’Italia. E lo racconteremo con orgoglio ai nostri nipoti, ai quali avremo donato un futuro LIBERO.

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