Macron: organizza la cena contro la povertà ma non paga il conto

Macron: che sia un pirla, abbiamo già avuto modo di verificarlo in svariate occasioni.

Il rampante e presuntuoso presidente francese è in vertiginosa caduta di popolarità.

È stato eletto da poco più di un anno,ma  è già sceso ai livelli di (s)gradimento di François Hollande.

E si tratta di una vicinanza inquietante, perché è accaduto che il predecessore di Macron, per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica francese, non s’è ricandidato per un secondo mandato presidenziale. Sarebbe un vero smacco per il giovane Emmanuel se dovesse conoscere una sorte simile tra meno di quattro anni.

Sarà forse per la sua spocchia (ricordiamo come ha trattato un giovane studente che ha avuto l’ardire di chiamarlo per nome, e lui l’ha redarguito dicendo, IO SONO IL PRESIDENTE), o per tutte le sue fallimentari imprese, ma più di otto francesi su dieci, l’84% considerano il presidente francese «arrogante»,  secondo un nuovissimo sondaggio realizzato da Odoxa-Dentsu Consultino.

Una cifra in rialzo di 8 punti rispetto allo scorso maggio. Anche gli stessi simpatizzanti di En Marche sono d’accordo, con il 66% che lo ritiene poco umile.

Ma con questa notizia ritengo che le sue quotazioni cadranno vertiginosamente.

Non basta la nazionale che vola in semifinale della Coppa del Mondo per far dimenticare ai francesi che il loro capo dello Stato, Emmanuel Macron, sta un po’ esagerando con le spese, e fa di tutto per dar man forte a chi lo definisce «il presidente dei ricchi».

Prima 26mila euro in tre mesi per il trucco (suo, perchè per il restauro della moglie servirebbero milioni), poi il nuovo set di piatti all’Eliseo da 500mila euro e la piscina da 34mila euro per la residenza estiva al Fort de Brégançon, e ora altri 300mila per pronunciare un discorso a camere riunite alla Reggia di Versailles e darsi arie da Napoleone (a cui è accumunato solo per l’altezza)

Secondo quanto rivelato ieri dal Parisien, il costo del Congresso che l’inquilino dell’Eliseo riunirà domani a Versailles costerà ai contribuenti 286mila euro, non proprio bazzecole in tempi di tagli draconiani alla spesa pubblica.

«È pura comunicazione politica, e per rispetto non ci andrò», ha dichiarato il deputato dei Républicains Fabien Di Filippo. Come lui, sono in molti, sia a destra che a sinistra, ad annunciare il boicottaggio di questo discorso di politica generale che poteva benissimo essere pronunciato all’Assemblea nazionale o al Senato, ma certamente non avrebbe avuto lo stesso effetto scenico.

«Il monarca Emmanuel Macron riceverà nuovamente i rappresentanti del popolo a Versailles. Avranno il diritto di ascoltare sua maestà e di rispondergli quando sarà partito. Questo nuovo mondo ha tutto in comune con l’ancien régime e niente con la Repubblica. Avverrà senza di noi», ha twittato Éric Coquerel, deputato di France Insoumise, il partito della sinistra radicale.

Gli Insoumis di Jean-Luc Mélenchon saranno assenti per ragioni politiche, altri, come Di Filippo e i colleghi gollisti, non si sposteranno a Versailles per denunciare il costo della manifestazione.

E anche nella République en marche, il partito di Macron, c’è chi storce il naso per questa celebrazione inutilmente pomposa.

«Non mi convince questo di modo di comunicare. Anche perché è estremamente costoso», ha detto il deputato macronista Paul Molac.

Dall’Eliseo fanno sapere che costerà 7mila euro in meno rispetto all’anno scorso. Ma nonostante gli sforzi di maggior sobrietà, da questo Congresso dagli echi napoleonici non aiuterà certo Macron a migliorare la sua immagine.

I 577 deputati e i 348 senatori che ascolteranno il presidente dettare le linee guida del secondo anno di mandato, a partire dal piano di lotta alla povertà e dalla riforma delle pensioni, potranno dibattere soltanto quando il «re» Macron avrà abbandonato l’emiciclo.

Alcuni di loro saranno assenti soltanto per il pranzo, anche se vorrebbero lasciare la loro sedia vuota durante tutta la giornata.

«Lo scorso anno, non ci sono andato. Siccome devo già subire il discorso, vorrei quantomeno evitare il pranzo del re…», ha dichiarato all’Afp Bruno Retailleau, presidente del gruppo Républicains al Senato.

«L’altra ragione è che Emmanuel Macron non ha mai ricevuto i gruppi parlamentari dell’opposizione, nemmeno dopo gli attentati nei momenti difficili, contrariamente a François Hollande», ha aggiunto.

La «cerimonia» di domani, autorizzata da una riforma costituzionale di Nicolas Sarkozy del 2008, comporterà anche una serie di problemi logistici: oltre a deputati e senatori, dovrà essere assicurato anche il trasporto di 420 funzionari e 267 dipendenti dell’Assemblea nazionale, oltre che di 390 agenti di sicurezza.

FRANCESI, AL POSTO DI LANCIARE PALTA ADDOSSO A NOI, GUARDATE IN CASA VOSTRA E CHE ESSERE AVETE ELETTO.

LA VOSTRA ECONOMIA E’ IN CALO, LE BANCHE SONO AL PUNTO DI NON RITORNO, E QUESTO GIOCA A FARE NAPOLEONE CON I VOSTRI SOLDI?

L’AVETE GIA’ FATTA UNA VOLTA, FORSE E’ IL CASO CHE RIFACCIATE LA RIVOLUZIONE.

 

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