Come ti tarocco il manifesto elettorale, impazza sul web lo sfottò

Il giochino non è nuovo ed era stato lanciato anni fa, nel 2001, dopo la prima campagna elettorale caratterizzata dall’utilizzo massiccio degli ormai consueti «6×3», i pannelli di grandi dimensioni (sei metri per tre, appunto) con cui Silvio Berlusconi aveva lanciato i famosi slogan a caratteri cubitali tra cui il più famoso, «Meno tasse per tutti», era stato parodiato e parafrasato in mille declinazioni (come non ricordare il «Meno tasse per Totti»). Da allora, ad ogni tornata elettorale, grafici, creativi e smanettoni del photoshop hanno messo in campo la loro fantasia per cercare di clonare, in chiave ironica, i manifestoni dei partiti.

IL WEB IN FERMENTO – Nei blog è già un fiorire di citazioni e segnalazioni: da paulthewineguy, che ha anche pubblicato sul proprio spazio web un «generatore di cartelloni dell’udc» (ognuno può inserire le proprie tre parole per completare l’acronimo Udc e vederle comparire stampate in un manifestone accanto all’immagine di Pier Ferdinando Casini), a webgol, passando per fondazionedaje, dariosalvelli, rectoverso, subvertising tanto per citarne alcuni. C’è anche dell’autoironia, come dimostra Pippo Civati, consigliere regionale lombardo dei Ds, che sul proprio blog riporta il manifesto con il popolo del Pd che spinge via la scritta Binetti (nell’originale, invece, ad essere allontanata dalla massa è la parola «povertà»), considerandola comunque una sorta di paradigma della contrapposizione interna al partito tra laici e cattolici ( «in ogni caso – fa sapere il giovane politico brianzolo – , ho già pronto il manifesto con CIVAT…»).

STRANO MA VERO – Di qui alle elezioni manca ancora più di un mese. I manifesti taroccati che circolano sul web sono già parecchi, anche se riguardano soprattutto il Pd e appunto l’Udc, i primi ad avere iniziato la campagna di affissioni in forma massiccia. Ma come sempre il meglio è destinato ancora ad arrivare, soprattutto in concomitanza con l’avvio della campagna elettorale ufficiale, ovvero il 6 maggio, quando le forze politiche avranno a disposizione anche gli spazi per la propaganda gratuita. Un’ultima cosa: se vedete cartelloni attribuiti alla lista «Italia dei malori» o a quella «Pari opportunità maschili» non si tratta di parodie: alle Europee questi partiti si presenteranno davvero.

Fonte: Corriere.it

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