Gerry Scotti scrive al Corriere ed affronta l'annoso tema del divorzio e dell'apertura della Chiesa Cattolica

Caro direttore, sono un uomo divorziato.

E nella mia posizione di cattolico progressista attendevo che la Chiesa si pronunciasse sul tema dei sacramenti per chi ha un matrimonio alle spalle.

Ti garantisco che questa sorta di secondo peccato originale che il divorziato deve sentirsi addosso è un peso. E se frequenti una comunità, arrivi a vergognarti nel fare la comunione. In quelle più piccole, addirittura, vieni additato, e non è bello.

Per mille motivi, anche di riservatezza, non sono così presente in chiesa come mi piacerebbe. Ma lo faccio tutte le volte che ne sento un bisogno profondo, intimo, davanti al quale non mi fermo. Da poco mi è successo a un funerale e a una cresima, che non mi riguardavano direttamente: prendendo l’eucarestia, però, volevo far capire che partecipavo profondamente.


Di questo mio tormento ho parlato con diversi preti, più amici che consulenti spirituali, e loro, conoscendomi, sapendo qual è la mia storia di cristiano, mi hanno dispensato dal sentire la sofferenza.

Devo confessarti, direttore, che non mi ero sposato in chiesa la prima volta, ma in Comune, per rispettare le esigenze della mia ex moglie. E adesso con la mia compagna voglio ponderare bene l’idea del matrimonio in chiesa.

Soprattutto per rispetto ai figli delle nostre unioni precedenti, che vanno tutelati e protetti.

Il prete e la comunità possono essere benevoli verso di me, ma cosa diranno i nostri figli?

E poi se ho sbagliato una volta e il buon Dio mi ha perdonato, non posso rischiare di sbagliare ancora.

Non ho mai voluto parlare dei miei fatti privati. Se adesso ho scelto di intervenire è perché questo tema mi sta davvero a cuore.

Perché l’apertura nei confronti dei divorziati auspicata dal cardinale Martini mi sembra fondamentale.

Arrivare a questo è un traguardo fino a pochi anni fa inimmaginabile. E non oso andare più avanti, a una sorta di benedizione sulle unioni di fatto, perché capisco che è un concetto troppo moderno.

Ma accogliere nella Chiesa quanti come me hanno sbagliato è un vero atto di carità cristiana.

Gerry Scotti

Michael Jackson rinvia i concerti alla 02 Arena di Londra di mesi

Brutte notizie per i fan di Michael Jackson: le prime quattro date dei 50 concerti previsti a luglio all’arena ‘O2′ di Londra saranno posticipati da cinque giorni fino a nove mesi.

Gli organizzatori hanno spiegato che la decisione non e’ legata alle condizioni di salute della popstar americana, ma alla volonta’ di garantire ai suoi fan uno spettacolo di grande qualita’ dalla prima all’ultima data.

La serata d’esordio in programma l’8 luglio nella capitale britannica e’ stata rimandata al 13 luglio.

La data del 10 luglio e’ stata invece spostata al primo marzo 2010, quella del 12 luglio al 3 marzo e infine il concerto del 14 luglio al 6 marzo.

Gli organizzatori della Aeg Live hanno fatto sapere che non sara’ possibile chiedere il rimborso dei biglietti.

Il presidente e amministratore delegato della societa’, Randy Phillips, ha annunciato che non sono previsti ulteriori slittamenti delle date.

L’organizzazione delle 50 serate londinesi e’ costata oltre 20 milioni di dollari e tutti le serate sono da due mesi ‘sold out’. –

La conferma solo oggi, ma la voce circolava da giorni…

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