Unicredit e l’imprevista quanto aggravante ammissione di colpa…

Unicredit, ci risiamo.

Come promesso, in un momento di tranquillità mi preme rendervi partecipi di quanto ho “casualmente” scoperto in una delle tante analisi che effettuo sui conti correnti bancari.

Premetto che riscontro anomalie civili e penali nel 99,9% dei casi, persino su conti correnti in attivo (un giorno vi spiegherò come), ma Unicredit è uno dei maggiori gruppi bancari a livello europeo, pertanto statisticamente è inevitabile che piova sempre sul bagnato.

Ed è così che ancora una volta mi imbatto in un reato, ma questa volta è qualcosa di così assurdo che diventa davvero uno sparare sulla Croce Rossa.

Loro ce la mettono davvero tutta per dare un’immagine perfetta ed onesta del proprio operato, poi succede che una ficcanaso come la sottoscritta vada a spulciare tutto quello che ha da leggere e trovi l’inaspettato.

Mi spiego meglio.

Ho avuto tempo addietro la richiesta di un carissimo amico, dal quale dipendono le condizioni economiche di molte famiglie, di verificare una serie di problematiche bancarie che avrebbero messo in grave pericolo la stabilità della sua Azienda (la preoccupazione principale di questo mio amico è proprio il preservare tanti posti di lavoro, eh si, esistono ancora i veri Imprenditori).

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Banche usuraie ed i decreti ingiuntivi: cronaca di una vicenda straziante.

 

BANCHE USURAIE: siamo al punto in cui ogni giorno si sente l’affiancamento di questi termini.

Quando ho cominciato ad occuparmene io, fior di commercialisti e di avvocati mi ridevano in faccia: ma dai Rossella, le banche non sanno neppure cosa sia l’usura.

Quanto avrei voluto aver torto.

Al contrario, purtroppo, la cronaca recente dimostra che non solo le banche praticano usura, persino su conti in attivo, ma lo fanno sistematicamente da decenni. E oltre.

La Procura di Trani, alla quale va tutta la mia stima ed ammirazione, è la prima che apre fascicoli su fascicoli contro i CDA bancari proprio per queste tematiche, mettendo sotto inchiesta anche l’Ufficio Vigilanza di Banca d’Italia, ovvero chi dovrebbe controllare che non venga applicata usura, per collusione.

Del resto, tutti sappiamo che non è più un’Istituzione pubblica ma privata, i cui maggiori azionisti sono propri i più grandi gruppi bancari: un po’ come mettere un pedofilo a controllare un asilo.

Questa la devo dire, perchè sembra uscita da un comico di Zelig: l’Ufficio Vigilanza si sta difendendo dicendo, si, è vero che le banche sono usuraie, ma trattasi di un problema di software.

Come se tutte usassero lo stesso. Lo stesso metodo si, studiato a tavolino perfettamente per RUBARE denaro a gente onesta, che ha sempre riposto fiducia incondizionata verso gli Istituti di Credito, sbagliando.

Allora, capiamo bene come operano queste associazioni a delinquere legalizzate: prima spingono all’indebitamento, concedendo linee di credito a prescindere dal merito creditizio, applicando tassi che neppure il peggiore strozzino utilizza.

Fino a che il gioco regge, continuano indisturbate a sottrarre indebitamente i vostri soldi. Poi il giochino si spezza, perchè Basilea 2 impone che per ogni euro prestato ci sia un accantonamento a capitale. Questo toglie loro liquidità ed impedisce le speculazioni peggiori sui mercati finanziari, nonostante il supporto continuo di BCE e l’evasione fiscale assolutamente appurata.

Allora la banca cosa fa?

Semplice.

Manda una lettera dove ti scrive che recede dal contratto, cosa che non sempre può fare con tanta tranquillità, ma di questo parlerò in altro articolo, ed impone il rientro chi in un giorno, chi un tre, chi fino ad un massimo di quindici giorni: del resto, lo sancisce il Codice Civile. In Italia si pensa a riformare il Senato, non certo a queste “bazzecole”.

Questa lettera ha un solo obiettivo: incutere terrore, perchè solo così si riesce a soggiogare le persone.

Normalmente il passaggio successivo è la definizione di un piano di rientro.

Ma esistono banche che saltano questo passaggio, si fanno autocertificare il credito da un notaio, assolutamente di parte, e con quello chiedono in Tribunale l’emanazione di un Decreto Ingiuntivo immediatamente esecutivo.

Sappiate che anche se immediatamente esecutivo si può opporre entro 40 giorni.

Ma andiamo avanti.

Le banche più bastarde, ottengono il D.I. immediatamente esecutivo, ma lo fanno notificare insieme al pignoramento: e qui scatta il panico.

Anche in questo caso ci si può opporre, ma nessuno lo sa, pertanto subisce il pignoramento passivamente.

Accade che una banca, la BANCA POPOLARE DI SONDRIO, è solita utilizzare questo metodo, sfruttando l’ignoranza delle persone.

E così un pensionato, che fece da garante alla figlia per un’attività poi fallita, che ha saldato per la figlia due finanziamenti risultati usurati a livelli altissimi, subisce un pignoramento per un residuo di un conto corrente affidato, anche questo pignorato.

La banca, a fronte di un ipotetico residuo di circa 60.000 €, ipotetico perchè la somma usurata è più alta, quindi si passa da debitori a creditori, temendo che a fronte dell’informazione che sta finalmente girando, procede all’esecuzione mobiliare, che non va a buon fine perchè gravata da un mutuo ipotecario.

Ed allora, senza dire nulla, chiede al Tribunale il pignoramento del conto corrente di questo pensionato, cointestato alla moglie. La banca che riceve il provvedimento blocca tutto, nonostante il Decreto del Fare lo impedisca, poichè l’unico reddito è una pensione che non supera i 2000 €, peraltro gravata da una cessione del quinto.

Essendo cointestato, la banca dove si trova il conto corrente dovrebbe per legge liberare almeno il 50%, ma si rifiuta. Ci si rivolge alle Forze dell’Ordine: non muovono un dito.

Il pensionato decide di farla finita, perchè anche l’Inps gli comunica che per spostare l’accredito della sua pensione sul conto pignorato, ci vogliono almeno due mesi: l’udienza è fissata a novembre, a quel tempo il Giudice di sicuro libererà il 50% del conto corrente e si farà opposizione con domanda riconvenzionale, chiedendo tutti i danni possibili ed immaginabili.

Già, perchè il pensionato è diabetico, ha problemi di cuore, di pressione ed è stato male per questa situazione, per la quale NESSUNO gli ha dato comunicazione preventiva.

Ieri ho coinvolto la rete, ed i miei “Amici Virtuali” si sono dimostrati più che reali, bombardando di telefonate la filiale ed addirittura presentandosi di persona per manifestare.

Ma non c’è stato nulla da fare.

Questa persona non ha un centesimo in tasca, non sa più di che vivere e dovrà aspettare fino a novembre per vedersi riconosciuti i suoi diritti. Anzi no, per dare inizio all’azione di riconoscimento.

Eccome come si comportano le banche.

Colluse con mafia, protette da europa e governanti, con tribunali che non controllano neppure se è vero quello che si autocertificano o meno, speculano sulle vite di persone oneste, meglio se anziane perchè sanno che non si difendono.

Noi non molliamo. Daremo tutto il nostro supporto a questa persona.

Vi prego di far girare il più possibile questa storia.

Perchè deve esserci una risonanza mediatica tale per cui il CDA della Banca Popolare di Sondrio venga messo TUTTO sotto inchiesta.

Scrivete alla Procura di Trani, a Striscia la Notizia, alle Iene a chi volete.

Ma salviamo questa persona.

Disperata a dir poco.

BANCHE MALEDETTE.

Vi consiglio di vedere questo video del Professor Giacinto Auriti, grandissimo esperto e precursore della tematica, purtroppo venuto a mancare troppo presto:

https://www.youtube.com/watch?v=ZTmHK7ThDNc

La banca non risarcisce? Nessun problema. Pignorata.

Una banca viene pignorata perchè non paga.

Scusatemi, ma quando ho letto questa notizia mi sembrava di essere stata catapultata all’istante in un film di Totò, ed invece è tutto vero.

Solo in Italia. Ma ne siamo sicuri?

Succede nel Molise, a Campobasso, dove la succursale di zona di una banca, della quale non è lecito conoscere il nome (e qui si deve aprire una disquisizione importante: perchè nonostante il furto viene tutelato il ladro?), viene citata da un correntista che verifica che il proprio conto corrente bancario è affetto da usura penale ex legge 108/96.

Fino a qua nulla di strano, le citazioni verso le banche sono ormai talmente tante che l’efficientissima Procura di Trani, prima in Italia, ha deciso di vederci chiaro e di mettere sotto inchiesta penale tutti i CDA dei maggiori gruppi bancari italiani, Ufficio di Vigilanza di Banca d’Italia compreso, proprio per il reato di cui sopra.

La banca perde in giudizio e viene condannata al risarcimento di oltre 200.000 €.

Quindi, per chi non l’avesse capito, in parole povere la banca ha RUBATO al correntista 200.000 €, tra spese eccessive, interessi sopra soglia e via discorrendo.

Passa il tempo, arriva il deposito della sentenza e si passa alla sua esecuzione.

Ma ciò nonostante, la  banca non fa il minimo cenno di allargare i cordoni della borsa, e persiste nel suo delirio di onnipotenza: non paga.

Solo che questa volta non si trova di fronte qualcuno che intimorito molla l’osso, ma tutto l’opposto.

E così i legali del correntista, non avendo avuto notizia alcuna dell’intenzione di pagare come da sentenza, notificano l’atto di precetto intimando il pagamento di quanto dovuto entro 10 giorni dalla notifica ,pena il pignoramento delle somme.

In data 31 luglio i legali si sono recati con l’Ufficiale Giudiziario di Campobasso presso la sede dell’istituto di credito, per procedere al pignoramento delle somme intimate con l’atto di precetto.

Cosa questa, di fronte al rifiuto di pagamento, prontamente effettuata dall’Ufficiale Giudiziario al quale la banca consegnava un libretto di deposito a risparmio.

Non so se ridere o piangere, sembra una scena da film eppure è la triste realtà: nonostante tutto quello che ricevono, nonostante tutti gli illeciti di cui si macchiano, le banche hanno la seria convinzione di poter fare ciò che vogliono.

Questo episodio riveste quindi un’importanza notevole poiché nella fattispecie è coinvolta proprio una banca.

“Le banche, ricorda il legale – quando devono avere dai correntisti non perdonano, soffocandoli con decreti ingiuntivi,atti di precetto, pignoramenti mobiliari ed immobiliari, mettendo letteralmente in ginocchio gli stessi. Quando sono loro a dover pagare (o meglio, a restituire quanto illegittimamente percepito) oppongono resistenza e fanno del tutto per ritardare la restituzione”.

Ma l’unico modo per uscire da questo strozzinaggio è usare le armi che utilizzano le banche proprio contro di loro e riportarle al loro compito istituzionale: finanziare l’economia reale.

Questa sarà la loro fine, se saranno fortunate.

Altrimenti il cammino verso la nazionalizzazione per il volere del cittadino è molto più vicino di quanto si possa credere.

P.s. vi rimando ad un mio precedente articolo, rileggetelo ora dopo questa notizia e capirete che non esiste una sola parola che non sia verità. Coraggio, combattiamo il nemico una volta per tutte.

Ah, piccola parentesi.

Questo non è il primo caso di una banca pignorata: la Banca di Campania di Torre Orsaia infatti era già stata condannata a risarcire l’imprenditrice Maria Piscitelli per oltre 500.000 € nel 2012, non ha pagato, ed il tutto si è concluso con un bel pignoramento e un assegno giustamente consegnato alla titolare dell’azienda, che si è potuta salvare da un fallimento certo, con il mantenimento di 20 posti di lavoro.

Allora, caro Renzi, qual’è il male della nostra economia? Non ascoltare il gatto e la volpe, il male sono le banche. Se continuate in questo modo a favorirle in ogni dove, ne pagherete le conseguenze.

Quando arriva la fame a tutti, la rivolta è immediata. E non sarà con secchiate di acqua gelida.

 

 

 

 

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