Sapete quanto ci costa all’anno non imitare l’escamotage di Germania e Francia?

COME PROMESSO, TESTO COMPLETO DELLA RELAZIONE SUL DANNO ERARIALE ANNUALE PRESENTATO ALLA CORTE DEI CONTI PER NON UTILIZZARE GLI STRUMENTI CHE I TRATTATI CONSENTONO: NON SONO GERMANIA E FRANCIA CHE BARANO, MA E’ L’ITALIA CHE NON VUOLE ADEGUARSI.

Le linee guide del nuovo Trattato europeo sono state gettate durante il Consiglio europeo di Bruxelles del 21 e il 22 giugno 2007.

La nuova conferenza intergovernativa (CIG) ha iniziato il 23 luglio i lavori per definire le modifiche giuridiche necessarie per elaborare il nuovo Trattato che dovrà entrare in vigore nel 2009, modificando e riformando i Trattati esistenti.

Il 3 ottobre la CIG ha licenziato la bozza definitiva del nuovo Trattato europeo poi discussa a Lussemburgo il 15 ottobre dai ministri degli Esteri dei 27 paesi membri e il 18 ottobre dai Capi di Stato e di governo.

Il 19 ottobre 2007 il testo è stato approvato durante il vertice informale di Lisbona dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea e firmato, di nuovo a Lisbona, il 13 dicembre 2007.

Da qui il nome di Trattato di Lisbona.

 

Ma in sintesi cosa cambia per ogni Stato Europeo con la sua adozione?

Nel tentativo di mediare le diverse posizioni espresse dai vari Governi Europei, sono stati prima modificati, in modo del tutto insignificante, dei termini giuridici di definizione dell’Unione (esempio la bandiera a 12 stelle, l’inno, il motto etc.), che hanno semplicemente cambiato sostantivo ma nella realtà sono rimasti i medesimi.

Sono inoltre stati mantenuti, senza sostanziali cambiamenti, i seguenti aspetti dell’Unione:
 il mandato di due anni e mezzo della Presidenza del Consiglio UE, al posto dell’attuale Presidenza di turno di 6 mesi, e la riduzione del numero dei Commissari europei, dal 2014, da 27 a 15;
 il riferimento al principio della concorrenza libera e non distorta nel mercato interno, che rimane nei trattati già esistenti;
 l’estensione del voto a maggioranza qualificata, soprattutto in materia di cooperazione giudiziaria in materia penale e di polizia. La riforma istituzionale rafforza il ruolo di colegislatore del Parlamento europeo con il Consiglio, per quanto riguarda questi ambiti;
 la delimitazione delle competenze fra l’UE e gli Stati Membri. La politica sociale, il mercato interno, l’energia e la ricerca rimangono competenze condivise dalla UE con gli Stati Membri;
 la personalità giuridica unica dell’Unione Europea;
 la creazione di un Alto Rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che raggruppa le funzioni dell’Alto rappresentante della PESC e del Commissario europeo alle Relazioni Esterne. Sarà il Presidente del Consiglio dei Ministri degli esteri e VicePresidente della Commissione UE;
 il diritto di iniziativa civica, che permetterà a un milione di cittadini di invitare la Commissione a proporre soluzioni su determinati problemi;
 il riferimento alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa.

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Una domanda da non fare mai ad un Ministro: ecco il progetto a cui ho collaborato su incarico della Corte dei Conti

 

Ne avevo già parlato parecchio tempo fa in questo articolo, che è stato anche il punto di partenza per la presentazione in Cassazione di una proposta di legge popolare.

La combinazione è stato l’incastro con un incarico ricevuto dalla Corte dei Conti da Alberto Micalizzi e Marco Saba, per la quale mi è stata richiesta una collaborazione, consistente nel redigere una relazione che dimostrasse come il mancato utilizzo dello strumento della banca a partecipazione pubblica per accedere a finanziamenti agevolati della BCE, previsto dal Trattato di Lisbona, esattamente come fa la Germania, abbia provocato un ingente danno erariale all’Italia.

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Ecco come la Germania bara sul debito pubblico e come guadagna sulla nostra pelle.

Partiamo da un articolo che ho pubblicato qualche giorno fa sull’intervento di Paolo Barnard contro Udo Gumpel, accusando la Germania in due secondi di barare sui suoi conti pubblici: con la loro cassa depositi e prestiti, secondo Barnard, hanno risanato dal 2003 le loro aziende con soldi pubblici mentre a noi impedivano di aumentare la spesa pubblica, spendendo addirittura 6,4 miliardi di euro per sgravare il cuneo fiscale delle loro aziende, e non aggiungo altro perchè già questo basta. Ma per curiosità se non lo avete visto dateci un occhio.

Anche perchè Paolo Barnard ha ragione: la Germania impone l’austerity ed il taglio della spesa pubblica, ma lei per prima usa il proprio debito pubblico per guadagnare sulla nostra crisi, manovrandola con i Titoli di Stato. La Germania bara, perchè non dichiara la sua spesa pubblica nel bilancio statale ma in quello dei bundestag.

Ma come fa la Germania a ricattare l’Italia attraverso la finanza pubblica?

Attraverso un semplicissimo escamotage, che se venisse adottato dall’Italia abbatterebbe di colpo gli interessi sul debito pubblico e lo spread dell’80%.

Mentre da noi pretende continue privatizzazioni, attraverso le quali fa compravendita a prezzi stracciati, la maggior parte delle banche tedesche ha un capitale quasi del tutto pubblico.

Questo significa che Berlino ha aggirato l’articolo principale del regolamento europeo che vieta alle banche centrali di concedere liquidità agevolata al proprio Paese, utilizzando però la clausola perfettamente legale che concede questa facoltà agli enti creditizi di proprietà pubblica.

Prima dell’Euro, Bankitalia ricopriva la funzione fondamentale di prestatore di ultima istanza: oggi, se fosse autorizzata, la nostra banca centrale potrebbe approvvigionarsi presso la BCE di liquidità ad un tasso bassissimo, comprare i titoli dello stato italiano immessi sul mercato e abbassare immediatalmente lo spread.

In soldoni, gli interessi lo Stato li pagherebbe a se stesso perchè sarebbe debitore verso una banca di cui è proprietario e quei soldi contribuirebbero a ricostruire le riserve della Banca, recuperando la sovranità monetaria.

Ma Bankitalia è ormai una società per azioni PRIVATA, i cui proprietari sono le maggiori banche private italiane e le compagnie di assicurazione. Se al contrario fosse “un ente creditizio di proprietà pubblica che nel contesto dell’offerta di liquidità da parte delle banche centrali deve ricevere dalla banche centrali nazionali e dalla Banca Centrale Europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati”, ovvero la liquidità agevolata della BCE, quella per intenderci che hanno avuto tutte le nostre banche private, applicando poi il signoraggio secondario allo Stato italiano e facendone aumentare vertiginosamente il debito pubblico.

Pertanto, all’Italia basterebbe nazionalizzare una banca, tipo l’MPS, e usarla come strumento per l’accesso facilitato di euro , per sostenere i titoli di Stato e abbassare lo spread.

In Germania questo passaggio va avanti da anni, tanto che più della metà delle banche sono in mani pubbliche come azionisti di maggioranza. Alla Germania basta non comprare i nostri bond, e lo spread si alza, imponendoci un controllo sulla nostra politica interna con manovre succhiasangue. Nel frattempo il governo di Berlino usa la liquidità BCE per comprarsi i suoi titoli mantenendo bassi i tassi di interesse.

Qualche esempio?

La Commerzbank, secondo istituto tedesco, ha lo Stato come azionista di maggioranza; la KfW (tipo la nostra cassa depositi e prestiti) è al 100% pubblica.  Queste finanziano un sacco di attività pubbliche e private al posto dello Stato, tenendo in alto l’economia del Paese.

Ma c’è di più.

Poichè formalmente sono istituti di diritto privato, seppur con socio di maggioranza lo Stato, i finanziamenti che prendono non vanno ad aumentare il debito pubblico della Germania, la quale ha fatto debiti per 430 miliardi di euro tramite queste banche.  Al contrario, le passività della nostra cassa depositi e prestiti contribuiscono al cumulo del debito pubblico italiano.

La nostra cassa depositi e prestiti con le obbligazioni postali rappresenta per il debito quasi il 20% del pil, la loro Kfw il 17%, ma non essendo contabilizzate statalmente non aumentano il debito pubblico.

Tutto secondo i trattati di Bruxelles, che “escludono dal computo le società pubbliche che si finanziano con pubbliche garanzie ma che coprono il 50,1% dei propri costi con ricavi di mercato e non con versamenti pubblici, tasse e contributi.

In definitiva: con un trucco meramente contabile, che in casi oltreoceano ha portato a condanne per bancarotta fraudolenta, la Germania ha OCCULTATO IL 17% DEL SUO DEBITO PUBBLICO. I debiti degli istituti tedeschi nei confronti della BCE ammontano a circa 750 miliardi di Euro, di cui almeno la metà di banche di proprietà pubblica.

Aggiungo: quello che fa la Germania con le banche pubbliche è regolamentato dall’articolo 123 del trattato di Lisbona. Perchè l’Italia non si è mai avvalsa di tale opportunità perfettamente regolamentata in sede europea?

Strano che proprio oggi la Germania abbia dato l’ok all’utilizzo del MES  per il salvataggio delle banche, eh?

Anche la Francia sta seguendo l’esempio della Germania, istituendo la BPI con compiti simili e 40 miliardi di liquidità.

Impossibile non ripensare alle parole di Monti: “solo una crisi tremenda avrebbe consentito di tagliare in modo selvaggio la spesa pubblica e procedere alla privatizzazione e liberalizzazione forzosa dell’intera società.”

Così, proprio chi vieta all’Italia di ricorrere alla spesa pubblica, la utilizza pesantemente per sostenere la propria economia, contro la nostra.

Ma in Germania i politici pensano al proprio Paese, non alle proprie tasche. Questo è quello che fa la differenza tra l’essere un Paese rispettato mondialmente ed un “pig” come l’Italia.

 

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