Il garante dello stato delle cose: Matteo Renzi

 

Senza sconti, la “visione politica ultraliberista e programmaticamente anticostituzionale” del futuro leader Pd. Il discorso tenuto dall’autore all’assemblea pubblica su «Firenze non è una merce. Renzi, il governo della città e la Costituzione», Firenze il 25 novembre, 2013. (m.p.g.)

Tra meno di due settimane il Partito Democratico affiderà se stesso, quel che resta della Sinistra e soprattutto del Paese a Matteo Renzi.

Lo farà senza convinzione: per mancanza di meglio.

Ed è forse per questo motivo che nessuno si chiede veramente chi sia e che cosa rappresenti Matteo Renzi. Come uno struzzo, l’Italia mette la testa sotto la sabbia: preferisce non sapere.

Si parla del clan di Renzi, dei poteri fortissimi che lo sostengono e ne tirano i fili, perfino dei suoi abiti firmati: ma non delle sue idee, del suo programma, dell’Italia che vuole. Ma noi fiorentini sappiamo chi è Matteo Renzi. E non possiamo, non dobbiamo tacere.

Con il suo quinquennale non-governo Firenze si è trovata in una posizione del tutto singolare: da una parte è stata abbandonata a se stessa da un’amministrazione rinunciataria, latitante e ben decisa a non sostituire, ma semmai ad affiancare, i preesistenti centri di potere; dall’altra si è vista trasformare in un laboratorio politico in cui è stato possibile conoscere in anteprima i connotati dell’Italia del prossimo futuro.

Se i frutti della inettitudine amministrativa di Renzi sono sotto gli occhi di tutti i fiorentini, i rischi insiti nella sua visione politica ultraliberista e programmaticamente anticostituzionale non appaiono chiari né alla base del Partito Democratico né all’opinione pubblica nazionale.

Ma a noi sì: a noi fiorentini quei rischi appaiono ben chiari.

Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001, ha descritto nel suo ultimo libro (Il prezzo delladisuguaglianza, 2013), un mondo in cui «i ricchi vivono in comunità recintate, assediate da masse di lavoratori a basso reddito».

Matteo Renzi questo mondo spaccato lo ha voluto rappresentare, legittimare,celebrare la sera che ha noleggiato Ponte Vecchio alla Ferrari, facendo letteralmente carte false e lasciando i cittadini comuni ad assediare il banchetto dei ricchi. Usando il patrimonio artistico di Firenze non per includere, integrare, rimuovere gli ostacoli all’eguaglianza (come vuole la Costituzione), ma per escludere, separare, incrementare la disuguaglianza, Renzi non ha inventato nulla di nuovo.

In questa città, la Biblioteca Nazionale trasforma le sale di lettura in campi da golf, la Curia affitta le chiese sconsacrate per sfilate di biancheria intima, la Soprintendenza noleggia gli Uffizi per kermesse di moda con evidenti implicazioni razziste (ricordate i Masai esibiti in galleria?), l’Università progetta di affittare le aule a chi offre di più.

Sono ormai secoli che il peggio di Firenze vive di sciacallaggio alle spalle di un passato glorioso, che ormai davvero non ci meritiamo più.

Matteo Renzi, conservatore per vocazione e per istinto, non fa dunque nulla di nuovo: si limita a seguire la corrente. Si adegua ad un sistema di potere che non vuole rovesciare, ma occupare. Accentua e approfondisce il solco tra la città dei poveri e la città dei ricchi.

Dice, non sapendo quello che dice, che gli Uffizi devono diventare una macchina da soldi. E intanto costruisce il clima politico perché questo accada davvero. Usando il patrimonio storico e artistico della sua città come arma di distrazione di massa ad alto impatto mediatico, il sindaco di Firenze è assai rapidamente diventato il politico professionista più a proprio agio nel violare il significato civile dell’arte del passato, clamorosamente ridotta ad alienante fabbrica di clienti (e, in particolare, di acquirenti di un format politico).

Ma se tutto questo riguardasse solo il patrimonio artistico, ebbene potrebbe impensierire me, Salvatore Settis e purtroppo non molti altri. Ma questo riguarda qualcosa di ancora più profondo, e vitale.

Riguarda il futuro della democrazia in Italia.

Matteo Renzi è l’ultimo epigono del provinciale ma aggressivo neoliberismo italiano. Egli confessa apertamente che il suo modello è Tony Blair: l’ultimo erede della stagione di Ronald Reagan e Margaret Thatcher. È un modello culturale che, per dirlo con le parole dello storico anglo-americano Tony Judt «ha cresciuto una generazione ossessionata dalla ricerca della ricchezza materiale e indifferente a quasi tutto il resto».

Dal suo vago programma per le primarie, si capisce che anche Matteo Renzi vuole cambiare la Costituzione. La nomina solo quattro volte: e sempre negativamente.

Cito un passaggio: «Ma spesso la Costituzione si cita in piazza e si dimentica nella quotidianità. Si difende la Costituzione, solo se si attacca la rendita. Pensiamo che l’uguaglianza sostanziale di cui all’articolo 3 sia attuabile solo se rimuoviamo gli ostacoli. Ma l’uguaglianza non significa ugualitarismo».

La strada prospettata è chiarissima: è quella invocata dalle grandi banche d’affari.

Pochi mesi fa JP Morgan ha scritto che la ripresa è frenata dall’ugualitarismo delle costituzioni dell’Europa meridionale, nate dalla Resistenza: e che è l’ora di cambiarle.

È quello che farà Matteo Renzi: l’erede naturale delleLarghe Intese, che ora finge di criticare. Erede naturale, naturalissimo: perché la ideologia-non-ideologia di Renzi trova nella cosiddetta modernizzazione alla Blair la sintesi perfetta tra Pdl e Pd, tra Berlusconi e D’Alema.

Un segnale concreto?

L’indecente alleanza con Vincenzo De Luca, il sindaco di Salerno supercementificatore, superindagato, cumulatore di cariche e violento. Un’alleanza col peggio di questo paese, per la distruzione dell’ambiente e la violazione della legge.

Al tradizionalissimo, usurato marketing della rendita, alla retorica del patrimonio artistico come petrolio di Firenze che ora si è reincarnata in Matteo Renzi è tempo di opporre un’idea di comunità, un progetto di città intesa come luogo e strumento della vita di una collettività.

Io non so se ci sono le condizioni politiche per una proposta alternativa: per una lista che sfidi Renzi alle prossime amministrative. So, è vero, che la maggior parte dei fiorentini non sono felici di come Renzi li ha governati, e so che non si riconoscono in questa grottesca parabola personale.

Il mio dovere di studioso, di storico dell’arte è quello di dare l’allarme.

George Orwell ha scritto che «per vedere ciò che abbiamo di fronte al naso serve uno sforzo costante»: ecco, io credo che chi ha il privilegio di fare il mio mestiere debba cercare di rendersi utile proprio in questo modo, favorendo e promuovendo in ogni momento questo sforzo. Lo sforzo per vedere ciò che abbiamo di fronte al naso.

E di fronte al naso abbiamo un piccolo, mediocre replicante di ciò che ha devastato l’Europa e l’Italia negli ultimi 30 anni. Non c’è niente di nuovo: ma nuova sarà la rovina del Paese, imboccando questa strada.

In questo momento appare vitale riunire tutti coloro che pensano che Firenze possa tornare ad essere la forma e l’alimento di una vita civile la cui missione principale dev’essere, oggi, quella di fornire un modello culturale alternativo al mercato, di favorire l’integrazione tra italiani e immigrati, di permettere la frequentazione reciproca di classi diverse ormai chiuse in luoghi e vite nettamente separati.

L’arte e la storia della nostra città non servono a trasformarci in turisti, in clienti a pagamento, in spettatori lobotomizzati del Leonardo che non c’è: ma servono a farci cittadini sovrani, e a farci tutti eguali. È da qua che è urgente ripartire.

Michael Sandel, filosofo della politica e professore di Teoria del Governo ad Harvard, ha scritto che la grande domanda a cui oggi la politica deve rispondere è se abbiamo un’economia di mercato o siamo una società di mercato.

Una società in cui tutto è in vendita, in cui tutto è merce: dalla salute al lavoro,dall’arte all’ambiente, dai diritti della persona alle virtù civili.

Il governo di Matteo Renzi ha proclamato forte e chiaro che Firenze è una merce, che la nostra città è una società di mercato in cui tutto è in vendita.

Ma la risposta della sinistra italiana, la risposta della Costituzione italiana è una risposta diversa.

E speroche anche la risposta della mia città sarà diversa.

Una risposta opposta: la sovranità non appartiene ai mercati internazionali, appartiene al popolo. Ad ognuno di noi. È per questo che stasera siamo qua. Ed è da qua che bisogna ripartire.

 

Articolo gentilmente concesso per la pubblicazione dall’autore, Dottor Tomaso Montanari.

(risale a fine 2013, ma è di un’attualità sconcertante)

 

Riferimenti

Su Matteo Renzi, probabile futuro leader di un partito che rappresenterà in un diverso format l’Italia unipolare rappresentata dal miscuglio dei due poli delle Larghe intese” abbiamo pubblicato molti articoli e una saporita immagine denominata Renzusconi, Su Renzi sindaco di Firenze si legga l’opinione di Paolo Baldeschi, Chi è Matteo Renzi e perchè ci perseguita.

Perchè oggi alle 21.00 dovete partecipare tutti al Tweetstorm contro l’EU

 

L’Unione Monetaria è un fallimento.

L’Unione Europea come è strutturata in questo momento è un fallimento.

Solo chi vive in Burundi, e forse neanche, non ha questa convinzione.

Oppure chi NON VUOLE SENTIRE, perchè copre poteri finanziari che, come già più volte detto, hanno uno scopo criminale che stanno mettendo in pratica passo dopo passo e che noi DOBBIAMO FERMARE.

Lo scopo?

Non la ricchezza, ne hanno talmente tanta che non sanno più che farsene, non il potere, stesso discorso, anzi, in aggiunta si permettono pure di illudere i camerieri UE stile Monti, Letta e Renzi, facendogli credere che lo divideranno con loro, se seguiranno alla lettera le loro istruzioni.

E questi, affamati di denaro e potere, ubbidiscono perfettamente ai diktat ricevuti.

Ma allora, qual’è lo scopo?

SOPRAVVIVENZA.

Già. Niente di più semplice.

La popolazione mondiale cresce a vista d’occhio e nei prossimi decenni si arriverà ad un punto di non ritorno: le risorse presenti sul nostro pianeta già scarseggiano oggi, non ci saranno per il futuro.

La soluzione?

Ridurre drasticamente la popolazione.

43% di mortalità infantile in Grecia, in aumento, previsione entro 20 anni della riduzione del 20% della popolazione tedesca (e la Merkel sta già preparandosi con i primi provvedimenti che hanno fatto tanto discutere), apertura delle frontiere a popoli che portano virus letali, ebola, per i quali NON esistono al momento rimedi efficaci. 

Potrei continuare all’infinito.

Per la prima volta dalla nascita dell’Unione Europea, oggi, 25 aprile 2014 alle ore 21.00, TUTTI i cittadini europei si riuniranno in un #NOEUROTWEETSTORM. 

Un evento mai accaduto prima, che si svolge per caso nel giorno in cui in Italia si festeggia la LIBERAZIONE dagli invasori ed il sacrificio dei PARTIGIANI che hanno dato la vita per garantirci un futuro.

Allora, è fondamentale esserci, IN LORO ONORE, per dare un segnale INDELEBILE che NOI CITTADINI EUROPEI siamo pronti a riprenderci la nostra libertà, che fermeremo ad ogni costo l’insediamento del Nuovo Ordine Mondiale, che ci vuole schiavi e senza risorse.

Un mondo nuovo è possibile, bisogna lavorarci ma si può ottenere: noi abbiamo un altro obiettivo che ci unisce.

Creare UN MONDO ECOSOSTENIBILE ed ECONOMICAMENTE DIGNITOSO per TUTTI.

Combattere poteri forti, poteri finanziari, caste di ogni tipo.

Perchè sono certa che si può riuscire?

Perchè loro sono POCHI, noi siamo MILIARDI.

E mi auguro che questa sera, alle 21, siano in molti davanti ad un pc per iniziare questa lotta FRATERNA, magari con i propri figli vicini, perchè non è mai troppo presto per insegnare loro il valore immenso della LIBERTA’ E DELLA DIGNITA’.

In questo momento, mentre scrivo come sempre di getto, senza neppure rileggere e perdonatemi se troverete degli errori, provo un sentimento che non so esprimere in un unico concetto ma che cresce ogni giorno di più nel mio cuore e nella mia anima. Un’emozione perchè sono consapevole che siamo di fronte ad un bivio ed è INDISPENSABILE scegliere la via giusta per garantire un futuro ai nostri figli.

Scegliendo quella sbagliata, bisogna avere il coraggio di guardare dritto negli occhi la realtà: IL FUTURO SARA’ DISTRUZIONE ED I NOSTRI FIGLI INCOLPEVOLI NE PAGHERANNO LE CONSEGUENZE.

Quindi.

Stasera tutti in prima linea, come se fossimo nelle trincee insieme ai nostri nonni, ripercorriamo i loro gesti eroici fatti per noi, e facciamolo per i nostri figli: RIPRENDIAMOCI LA SOVRANITA’ NAZIONALE E MONETARIA. DIAMO UN SENSO UNITARIO ALLA FESTA DELLA NOSTRA LIBERAZIONE.

Ore 21.00 Vi aspetto.

 

 

 

 

 

L’onore e l’orgoglio di un riconoscimento.

In questi ultimi anni, ma che dico, ripensandoci, probabilmente in tutta la mia vita, ho combattuto strenuamente contro quelle che per me rappresentavano gravi ingiustizie sociali.

Come?

Partecipando a petizioni, scrivendo a ciascun deputato e senatore degli ultimi 10 anni (senza mai ottenere risposta), offrendo non denaro, perchè ne sono priva, ma supporto psicologico e morale, anche se io per prima ne avevo bisogno.

Ma la forza mi arrivava dai grazie che ho ricevuto, e sono stati parecchi.

Nonostante qualche povero di mente ritiene che io abbia cercato i riflettori, posso dire che al contrario ho sempre cercato di lavorare nell’ombra, lasciando che i meriti se li prendessero tutti tranne me.

A me interessava l’obiettivo da raggiungere.

Ho ricevuto offerte di interviste televisive, di candidature politiche, non solo in passato ma anche ultimamente: le ho sempre rifiutate.

La politica, per come la vedo io, è un insieme di pochi individui che si preoccupano del loro orticello, fregandosene del motivo per cui sono stati eletti: difendere gli interessi dei cittadini.

Stamattina ho aperto la mia pagina twitter e non ho potuto fare a meno di piangere, ma questa volta erano lacrime di gioia, che mi hanno ripagato di tutto il fango, il dolore e le umiliazioni che ho sopportato in 43 anni.

Cosa mi ha portato ad accettare questo incarico, con onore ed orgoglio, proprio come fecero i nostri Padri Fondatori?

Semplice.

Un’unione di vedute. La consapevolezza che esistono troppe persone indigenti che hanno bisogno di aiuto, ed il fatto che questa Europa nasconde poteri talmente forti da essere in grado di perseguire un obiettivo criminale: abbassare la popolazione mondiale.

Nel 2050 eminenti studiosi prevedono che la Terra sarà sovrappopolata e non ci saranno risorse per tutti.

Ed allora, i cosiddetti “Illuminati”, gli ideatori del Nuovo Ordine Mondiale, sempre pensando alla propria sopravvivenza al di sopra di ogni possibile immaginazione di una persona comune, impongono regole di austerità che portano alla mortalità infantile in Grecia raddoppiata, alle famiglie spagnole, francesi ed italiane senza lavoro e senza un futuro. Per non contare le persone del cosiddetto Terzo Mondo, che  sono carne da macello, a meno che i loro territori non nascondano risorse fondamentali.

E’ questo il futuro che vogliamo per i nostri figli?

IO DICO NO. IO URLO NO.

Io desidero che mia figlia abbia una vita serena, semplice e felice.

Pretendo troppo?

No Signori, pretendo il minimo rispetto dei Diritti Umani.

Questa Associazione, il cui acronimo significa Movement Active Families (M.A.F.) e Social Family Movement Academic Networking (S.F.M.A.N.), è un’unione di famiglie europee che si sono battute fin dall’inizio contro questa Europa che ci riduce in schiavitù, si aiutano a vicenda e soprattutto perseguono un nobile obiettivo: la libertà delle persone.

Mi hanno contattata, mi hanno chiesto di aiutarli, ed io ho sentito di nuovo la mano invisibile che so che mi guida dirmi: VAI. E’ la tua missione.

E con tutto l’onore e l’orgoglio possibile la accetto, non per fama, ma per togliere la fame e le problematiche, per lottare per un futuro che io so può essere migliore se noi tutti lo vogliamo.

Come primo passo, ho contattato tre famosissime piattaforme di crowdfunding per poter raccogliere fondi per il Banco Alimentare di ciascuna Regione e per i medicinali che mancano ai nostri figli.

Sto preparando un progetto, ve lo sottoporrò e lo metteremo ai voti.

L’unità spaventa.

Ed allora, siamo pronti a far prendere loro un bel po’ di paura?

P.s. GRAZIE PER L’OPPORTUNITA’.

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