Pensioni, la Consulta: ora la politica può intervenire

PENSIONI.

Le sentenze della Corte Costituzionale «producono la cessazione di efficacia della norma stessa dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione» e gli organi politici possono adottare, «ove lo ritengano», «i provvedimenti del caso nelle forme costituzionali». Lo precisa il Presidente della Consulta dopo la sentenza sulle pensioni, che ha bocciato i mancati adeguamenti all’inflazione per le pensioni oltre i 1400 euro lordi (tre volte il minimo) nel biennio 2012-2013 in base a una norma del decreto “Salva-Italia” varato dal governo Monti.

Consulta: con sentenza stop efficacia norme dopo pubblicazione

«In relazione alle notizie di stampa che attribuiscono alla Corte dichiarazioni in merito alla natura “autoapplicativa” della decisione n.70 – si legge in una nota di Alessandro Criscuolo riferita alla sentenza sulle pensioni – il Presidente precisa che la Corte non ha rilasciato alcuna dichiarazione al riguardo. Le sentenze della Corte che dichiarano la illegittimità costituzionale di una norma di legge o di un atto avente forza di legge producono la cessazione di efficacia della norma stessa dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione. Da quel momento gli interessati possono adottare le iniziative che reputano necessarie e gli organi politici, ove lo ritengano – conclude – possono adottare i provvedimenti del caso nelle forme costituzionali». Ieri sera fonti vicine alle Consulta avevano fatto filtrare la notizia che la sentenza 70/2015 sarebbe stata immediatamente applicativa. E che per chiederne l’applicazione, tecnicamente, non sarebbe servito un ricorso, anche se questo poteva essere una via per sollecitare il rimborso.

Sentenza Consulta ieri in Gazzetta Ufficiale

La sentenza la sentenza della Corte Costituzionale che ha ‘bocciato’ il blocco degli adeguamenti pensionistici è stata pubblicata ieri in Gazzetta Ufficiale. Tecnicamente la sentenza acquista efficacia il giorno dopo la pubblicazione, ossia a partire da oggi.

Jobs Act a rischio incostituzionalità: la Suprema Corte dorme?

ATTENZIONE. IL JOBS ACT PRESENTA SERI PROFILI DI ILLEGITTIMITA’ COSTITUZIONALE.

PERCHE’ NON INTERVIENE LA SUPREMA CORTE?

I possibili profili di illegittimità costituzionale del Jobs Act (nel testo approvato dal Consiglio dei Ministri il 24/12/2014) riguardano essenzialmente la disparità di trattamento tra i lavoratori che manterranno le tutele previste dall’art. 18 St. lav. e quelli che verranno “tutelati” dal Jobs Act. Anzitutto va fatta la premessa che, secondo la giurisprudenza della Corte Costituzionale, “il legislatore può prevedere un trattamento differenziato applicato alle stesse fattispecie, ma in momenti diversi nel tempo, poiché il fluire del tempo può costituire un valido elemento di diversificazione delle situazioni giuridiche” (v. sent. n. 254/2014, ord. n. 25/2012 e ord. n. 224/2011). Tuttavia, la stessa Corte ha anche affermato che “l‘art. 3 della Costituzione consente al legislatore di valutare le situazioni obiettive e di adottare le corrispondenti normative, col limite di dover disciplinare in modo eguale le situazioni eguali ed in modo diverso quelle differenti e sempre che in contrario non ricorrano logiche e razionali giustificazioni” (sent. n. 62/1972).

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Non solo contro le banche, finalmente possiamo difenderci da Equitalia!

E’ lapalissiano: per gli italiani gli incubi peggiori sono tre.

L’Euro, che ci ha ridotto in povertà. Le Banche che non ci prestano soldi, anzi, ce li rubano. Equitalia che con le sue vessazioni potrebbe persino essere denunciata per stalking, perchè si parla NON  di evasori, ma di persone che dichiarano ma che non riescono a pagare.

Ebbene.

Grazie a grandi personalità che se ne stanno attivamente occupando, c’è la speranza di uscire dall’Euro, non dall’Europa: cito e ringrazio per tutto quello che fanno il Professor Bagnai, il Professor Borghi, il Professor Rinaldi, l’EuroParlamentare MagdiCristianoAllam, l’EuroParlamentare Matteo Salvini, Paolo Barnard, i forconi e tanti tantissimi altri, milioni di italiani pronti a riprendersi il proprio Paese.

Per le banche, finalmente la Magistratura si sta svegliando e scopre che hanno USURATO imprese e privati in un modo oltre che vergognoso, ma ora abbiamo il modo per combatterle, nonostante i Governi che si susseguono che al posto di fare gli interessi dei cittadini fanno i loro e quellli dei loro padroni, le banche appunto. La Cassazione sta condannando pesantemente questi reati PENALI, imponendo rimborsi e addirittura la trasformazione dei mutui da usurati a tasso zero.

Mancava Equitalia, anche se già voci di illeciti giravano.

In particolare, attenti bene, OGNI atto di Equitalia è dichiarabile nullo se firmati da falsi dirigenti, come indagini in corso stanno dimostrando, ed ogni atto di Equitalia, per la legge che l’ha istituita, PRETENDE la firma dei dirigenti societari. Bè, pare che su 1146 funzionari SOLO  767 sarebbero abusivi.

Quindi, primo punto. Prendete le Vostre cartelle, andate sul sito di Equitalia, verificate i nomi dei dirigenti della società e le loro firme, se non corrispondono a quelle apposte sul Vostro atto, recatevi CON GENTILEZZA in una sede di Equitalia e dite che siete pronti a chiedere annullamento dell’atto con tanto di denuncia presso la Procura della Repubblica per falso in atto pubblico. Scommettete che la reazione sarà ben diversa dagli atteggiamenti dittatoriali che hanno normalmente?

Ma andiamo avanti.

Dovete recarvi in un ufficio di Equitalia e chiedere L’ESTRATTO DI RUOLO AL COMPLETO. In questo estratto, che sono obbligati a darvi, son indicati gli interessi applicati sul capitale, la loro parte di guadagno, ma soprattutto l’anatocismo che hanno praticato. Potrete chiedere indietro tutto l’importo, esigibile come credito d’imposta, e anche in questo caso, innanzitutto viene bloccata ogni azione dell’ente nei Vostri confronti, e poichè si tratta di un illecito civile, ma fatto in atto pubblico, a questo punto il coltello dalla parte del manico l’hanno i contribuenti, che possono IMPUGNARE l’atto e vederselo ridotto in modo considerevole o addirittura annullato per vizi di forma.

Ma non solo. Finalmente le ultime sentenze della Cassazione hanno introdotto anche per Equitalia il reato di usura, sommando i tassi applicati, le loro competenze e gli interessi di mora altissimi.

Questo è solo un piccolo sunto, ma la morale è: FINALMENTE CI POSSIAMO DIFENDERE.

Oggi ho ricevuto una telefonata che giuro mi ha fatto piangere: un imprenditore è partito da un debito calcolato da Equitalia di circa 200.000 €, con gli illeciti che gli ho spiegato come trovare ha chiuso un accordo per un debito totale di 11.000 € ripartito in 120 rate.

E a chi mi dice: scema che sei, non ti entra in tasca niente. Rispondo che sentire un uomo adulto piangere al telefono e ringraziarti tra le lacrime ti rende la persona più ricca al mondo.

Non vedo l’ora di registrare questa associazione, gennaio è vicino. Resistete ancora, tenete duro, c’è ben più che una speranza di potersi difendere.

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