La Toya Jackson: mio fratello Michael Jackson è stato ucciso e so da chi

Michael Jackson è stato ucciso per i suoi soldi. A sostenerlo è la sorella, La Toya, che aggiunge: “Io so chi è stato”. Due giorni fa è stato il padre di Michael Jackson, Joe, ad affermare che il figlio, morto il 25 giugno scorso, sarebbe stato vittima di un omicidio.

“Michael è stato ucciso e non pensiamo che sia coinvolta una persona sola nell’omicidio – ha detto La Toya in un’intervista al settimanale britannico News of the World – si è trattato di una cospirazione per impadronirsi dei soldi di Michael”. Secondo la donna, l’apparente overdose di droghe che avrebbe ucciso il fratello rientra nel piano delle persone coinvolte nell’omicidio, intenzionate a mettere la mani sulla fortuna da un miliardo di dollari del re del pop. “Non avrò pace fino a quando non li avrò inchiodati”, ha aggiunto La Toya.

Le persone responsabili della morte di Michael Jackson lo avrebbero allontanato dalla famiglia e dagli amici, condannandolo a diventare “l’uomo più solo del mondo”, ha racconta la sorella.
“Cercavano di tenere lontano la famiglia ogni volta, persino mio padre – ha precisato -. Michael veniva controllato. Nessuno poteva avvicinarlo”.

Secondo la sorella, Michael Jackson non avrebbe voluto tenere i 50 concerti previsti a Londra, “ma venne costretto”. Inoltre, l’artista voleva abbandonare la musica per dedicarsi alla regia cinematografica: “Aveva un’idea per un film horror chiamato ‘Thriller’. Aveva già disegnato il cartellone”.

Intervista alla Gabbia di Paragone: se salverà anche solo una vita ne sarà valsa la pena

 

#lagabbia supporta @MBaseItalia

Oggi è stato un giorno particolare per me: ho rilasciato un‘intervista per la Gabbia sulla storia della mia azienda fallita e sui motivi che ne hanno portato a questo risultato.

Perchè particolare vi chiederete.

Il motivo è semplice: a volto scoperto, senza nascondermi, ho raccontato tutta la mia esperienza, compresi gli aspetti più discutibili e tragici.

E’ stato da una parte un momento catartico: finalmente ho avuto modo di dare la mia versione di quanto accaduto.

Ma nello stesso tempo, violentando me stessa che odia persino essere fotografata, ho deciso di parlare e raccontare tutto perchè coloro che stanno vivendo quello che ho passato io, in tutto e per tutto, capiscano forte e chiaro: NON SIETE SOLI.

Tempo fa in questo blog ho scritto un articolo: Omicidi di Stato.

Ho smesso di aggiornarlo, perchè ogni aggiunta è una pugnalata al cuore.

Ma nella mia memoria è segnato indelebilmente ogni singolo nome, ogni singola persona che ha scelto la via del non ritorno.

Se siete qua a leggere, è probabile che almeno una volta ci abbiate pensato.

Ebbene, io sono una sopravvissuta, e lo posso urlare: NON FATELO MAI.

Per tantissimi motivi.

Innanzitutto per la disperazione che vi lasciate alle spalle.

Perchè ci sono persone che sanno come aiutarvi, come umilmente fa la sottoscritta, e lo fanno GRATUITAMENTE.

Io ce l’ho fatta, e sono riuscita ad incanalare l’energia distruttiva verso me stessa, in energia costruttiva e risolutiva verso chiunque chieda aiuto.

Abbiamo tutti gli strumenti per combattere il sistema, vi invito a contattarmi tramite il sito di Movimento Base Italia, io sono lì, pronta ad aiutarvi, con ogni supporto possibile ed immaginabile, con l’aiuto di cittadini e professionisti che hanno deciso come me di mettersi in prima linea per distruggere ed estirpare il marcio che ci ha messo in ginocchio.

Non abbiate più paura, so cosa significa e per questo vi dico: alziamo la testa e riprendiamoci la nostra sovranità.

Ringrazio di cuore Gianluigi Paragone, Edoardo e tutta la sua troupe, per avermi supportato emotivamente e per aver creduto nel mio obiettivo: le banche usurano, io so come batterle utilizzando i loro strumenti contro di loro.

Lo vedrete: l’unico modo in cui un direttore ha pensato di difendersi è stato diffamando. Poco importa. Chi ha la coscienza pulita ha anche la forza di perdonare.

A me non interessano le chiacchere, ma i fatti.

Ed il fatto inequivocabile è che c’è chi lotta per ripristinare la sovranità italiana. Siamo in tanti, sempre di più, e sarà dura fermarci. 

La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza.
La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature.

(Franklin Delano Roosvelt)

Marcello Di Finizio, imprenditore triestino, per la quarta volta protesta sul Cupolone di S. Pietro

 

Onore al Guerriero.

Solo.

Per la quarta volta elude la sorveglianza, sale sul Cupolone di S. Pietro e protesta per tutti gli imprenditori ed i cittadini italiani.

Lui si chiama Marcello di Fininzio, titolare di un noto locale sul lungomare triestino.

“Papa Francesco aiutaci tu” contro “la macelleria sociale, “presidente Napolitano, per amore di Dio fermatevi, ci state ammazzando tutti”.

Sono alcune delle frasi che si leggono sullo striscione che l’imprenditore triestino.

In passato si era schierato contro banche, politici e la legge Bolkestein sulle assegnazioni demaniali, che a suo dire comprometterebbe la prosecuzione della sua attività imprenditoriale. La prima volta salì sulla cupola a luglio 2012 e di nuovo ad ottobre dello stesso anno.

“Mi hanno portato via tutto, ma non mi porteranno via anche la dignità”. 

E’ il suo status di Facebook.

Mi hanno mentito per tre volte – scrive -, ma non darò loro la soddisfazione di suicidarmi, io combatterò sempre per difendere la mia casa e il mio lavoro fino all’ultimo respiro. Se vogliono ammazzarmi (ammazzare la gente) lo devono fare davanti a tutti, affinché sia chiaro che questi non sono suicidi, ma omicidi di stato”. “E’ sempre sbagliato mettere la gente, la società civile, il tessuto produttivo di questo paese, nelle condizioni di non avere più nulla da perdere – conclude -. La storia lo insegna!”.

E’ ferito Marcello, lancia un appello tramite la rete: chiede garze ed acqua.

Io lancio un altro appello: a tutti i romani, fategli capire che non è solo, andate a sostenerlo. Lui rischia la vita per tutti noi.

Eroe nazionale e vero Patriota.

Mi inchino di fronte a tanto coraggio e forza.

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