A questo punto attacco io.

Avevo lasciato il compito a due mie amiche di curare questo blog.

Ma dopo aver ricevuto l’ennesima raccomandata di una banca che pretende, dopo aver fatto una compensazione mai autorizzata e per la quale io ho speso più di una parola verso il curatore fallimentare, da mio padre quasi ottantenne il rispetto di una fideiussione omnibus che per legge del 1992 non ha più valore, allora attacco io.

Troppo facile prendersela con i più deboli. Prendetevala con me. Sapete dove trovarmi, ma non sapete come fermarmi. E non avete ancora capito cosa ho in mano io per mettervi in croce. Vi avevo avvisato qualche ora fa, e mi avete mentito fino all’ultimo.

Allora Signori, io chiedo a chi mi segue e che è esperto di diritto bancario, di contattarmi via mail o via twitter o via facebook, c’è molto da fare e soprattutto avete la possibilità di farvi una grande pubblicità mediatica sapendo che state salvando una persona anziana.

Prima che arrivino Santoro, Le Iene e tutte le altre.

Oggi è uscito un articolo, di cui io non ero a conoscenza, e che Vi pubblico qua sotto. Le banche hanno paura di un’associazione no profit che le possa mettere in difficoltà, sarà l’ultima cosa che faccio ma ormai per me è una missione: farsi restituire quanto ci hanno rubato in tutti questi anni.

Solo che ormai sono indigente, non posso pagare nessuno, sto cercando lavoro disperatamente con un cv troppo qualificato, ma sono a chiederVi aiuto. Perchè insieme sono sicura che il nemico verrà battuto: notizia di oggi. Mentre la BCE a noi impone austerity, autorizza il salvataggio di MPS. Abbastanza per incazzzarsi davvero, non trovate?

Questo è l’articolo, scritto da Paolo Grosso e pubblicato sulla Prealpina, il giornale di Varese in assoluto più importante:

articolo la prealpina

 

Io so come aiutarVi e ve lo sto dimostrando in questi giorni, non ho paura di nessuno perchè ormai mi hanno tolto tutto, ma stanno cercando di toccare mio padre e allora non posso non reagire.

AIUTATEMI.

 

Il silenzio di Monti a Piazza Pulita sui giovani precari.

 

Ieri sera su La7 è andata in onda una puntata speciale di Piazza Pulita condotta da Corrado Formigli, che in esclusiva ha potuto intervistare Mario Monti.

Se avete avuto modo di vederla e magari commentarla con il popolo di Twitter, non vi sarà sfuggito come l’impressione fosse quella di qualcosa di assolutamente preparato che lasciava poco spazio all’improvvisazione o a domande incalzanti, tanto più che in alcuni momenti Monti per rispondere si è limitato a leggere appunti scritti ad hoc con i quali si è presentato in trasmissione.

Si sono toccati tanti argomenti, supportati da egregi filmati, ma Formigli non è stato in grado di dettare il passo ad un Monti che evidentemente credeva di essere in un’aula bocconiana a tener lezione, senza permettere a nessuno di alzare la mano ed interromperlo.

Si è parlato di Eurobond, Grecia, crisi, banche, tasse. Tutto all’acqua di rose, quasi scusandosi per ogni domanda che il conduttore osava fare al Premier, che con la grande oratoria che lo contraddistingue ha eluso i tasti dolenti e ha ribadito la lezioncina da impartire agli spettatori.

Ma c’è stato un momento, vien da pensare un fuoriprogramma, in cui Mario Monti è crollato.

Formigli presenta un servizio sugli operatori di call center: interviste a giovani spesso laureati che pur di lavorare e prendere 250 euro al mese passano dieci ore al giorno chiamando ignari cittadini nella speranza di propinargli qualche contratto o prodotto.

Al termine del servizio, Formigli fa una semplice domanda a Mario Monti: “ha un figlio di 20 anni, laureato, guadagna 5 euro l’ora in un call center, con questi tipi di contratti, che cosa gli direbbe? Vai via dall’Italia o come lo convincerebbe a restare?”

Questa la reazione, imbarazzante, di Monti, che non ha bisogno di ulteriori commenti:

Il silenzio di Monti

17 secondi  di silenzio. Un’eternità. Non sapeva cosa dire.

Giovani, la risposta è: qui non c’è più un futuro. Purtroppo.

Ha ragione chi dice che ormai esportiamo giovani preparati ed importiamo bassa manodopera.

Coraggio.

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