Dopo Uber arriva Home Restaurant, le regole
È la versione Uber dei ristoranti: il padrone di casa cucina a pagamento per i viaggiatori che vogliono provare i piatti di tutti i giorni. I commercianti protestano e parlano di concorrenza sleale. Alla Camera è partita la discussione sul ddl che li disciplina
Due stanze al massimo. Non più di 10 coperti. E poi il limite alle aperture: non più di otto al mese, non più di ottanta l’anno. Anche l’Italia prova a regolamentare gli home restaurant, ultimo ritrovato della sharing economy e di quel filone che va da Uber ad Airbnb, dove i comuni mortali fanno quello che prima era riservato agli addetti ai lavori, dai tassisti agli albergatori. Avere un home restaurant significa trasformare la propria casa in un ristorante occasionale, aperto a pagamento per i viaggiatori che vogliono gustare la cucina casalinga del posto. Contatto via internet, atmosfera informale, ricette di una volta e (almeno nelle intenzioni) conto meno salato.