Unicredit: accantonamenti

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Oggi prendo spunto da coloro che si definiscono “esercito silenzioso degli usurati di Unicredit”, un esercito che reputo impressionante nei numeri, posto che, da esperienza di analisi personale, praticamente il 99% dei rapporti considerati presentano usura ed illeciti civili e penali, e che, essendo Unicredit il maggior gruppo bancario italiano, praticamente un italiano su due come minimo ha sottoscritto contratti bancari con loro.

Ebbene, i gestori di usura-unicredit si soffermano su un punto decisamente interessante che riguarda i bilanci di Unicredit, che può essere esteso ovviamente a tutti i bilanci bancari, perchè il principio è lo stesso.

Premetto che mi sono occupata dell’analisi dei bilanci degli ultimi dieci anni di Unicredit, ed ho trovato non poche irregolarità, arrivando a dimostrare empiricamente, quanto meno nel breve periodo, che gli utilizzi della banca (mutui, fidi, prestiti etc.) sono decisamente maggiori della raccolta (depositi, azioni, investimenti dei correntisti etc).

Come fanno a prestare ciò che non hanno?

In realtà le banche che dovrebbero avere la funzione di raccolta e poi di erogazione del credito, concretizzano la loro attività esattamene al contrario: prima prestano, supportati dalla facoltà di avere solo il 2% di riserva frazionaria (ad esempio su un mutuo di € 100.000 la banca deposita in Banca d’Italia solo 2.000 €), creano il restante 98% con moneta elettronica che non è riconosciuta come moneta a valore legale, e man mano che incassano le rate pagate le registrano come raccolta. Un bel giochetto, che sta alla base del signoraggio, e che consente alle banche di utilizzare al meglio la riserva frazionaria come moltiplicatore monetario.

Sui bilanci delle banche e sulle loro evidenti irregolarità si può aprire un capitolo enorme, un neo-ragioniere capirebbe al volo le imputazioni volutamente sbagliate di partite, volte a sottrarre base imponibile all’erario.

A tal proposito vi rimando ad un articolo scritto tempo addietro dove si parla proprio delle accuse di elusione fiscale nei confronti dei maggiori istituti di credito, che puntualmente hanno PATTEGGIATO.

Ma arriviamo all’aspetto sottolineato dall’esercito silente di usurati Unicredit.

(altro…)

Eureka! Le procure iniziano finalmente ad occuparsi di usura penale!

Già, eureka.

Perchè questa volta non si tratta di una denuncia di un correntista che ha scoperto di essere usurato, ma di qualcosa che sta assumendo proporzioni fino a qualche mese fa impensabili, vuoi per la paura di denunciare gli illeciti, vuoi per una magistratura non sempre onesta verso il cittadino e collusa con le banche.

Questa volta l’accusa è’ nero su bianco, in un’inchiesta avviata dalla Procura di Roma che sta indagando su due Istituti di Credito fondamentali nel sistema bancario italiano.

Articolo 644 del codice penale:usura.

E’ il reato per il quale da più di sei mesi sono indagati due nomi come Federico Ghizzoni,ad Unicredit,e Fabrizio Viola,suo omologo al Monte dei Paschi di Siena.

Il sostituto procuratore Edmondo De Gregorio ha chiesto al gip una proroga fino a settembre per concludere le indagini iniziate lo scorso anno, affidando ad un consulente della Procura una perizia tecnica specifica.

L’indagine è partita a seguito di una serie di querele contro gli ad delle due banche presentate dal titolare di una Srl di Roma attiva nel settore della meccanica di alta precisione.

Un’azienda solida,proprietaria di brevetti innovativi e in relazioni commerciali anche con l’estero, ma uccisa dagli interessi passivi imposti dalle banche per poter utilizzare i fidi di cassa necessari per supportare i propri investimenti. Immaginatevi quindi cosa le banche possono fare alle micro-imprese: il fallimento, l’induzione al suicidio, la perdita di dignità e di posti di lavoro.

Chi non prova pietà, NON MERITA PIETA’.

Nella querela contro Ghizzoni l’imprenditore romano,che per il momento chiede l’anonimato,racconta come il rapporto ventennale tra la sua azienda e l’unicredit sia precipitato con l’arrivo della crisi.Parla esplicitamente di vessazioni pesanti e pressoche quotidiane. Una storia simile a tantissime altre.

Grazie ad una perizia di parte, sommando commissioni, spese accessorie ,tassi di interesse e commissioni di massimo scoperto le banche sarebbero tenute a restituire complessivamente poco meno di 200 mila euro ai titolari dell’azienda meccanica. Ed è comunque cifra minima, rispetto a quelle che mi risultano dalle perizie che sto affrontando per chi si sta rivolgendo all’Associazione Salviamo Gli Italiani.

La mia azienda in primis ha subito da sei banche diverse un’usura che si attesta intorno agli 800.000 euro, causandone il fallimento ed un danno ancora da quantificare.

La banca senese dovrebbe restituire all’azienda romana un totale di 55.561 mila euro tra presunti interessi usurari,commissioni di massimo scoperto usurarie e spese usurarie.

L’istituto di Piazza Cordusio invece sarebbe debitore per 144.277 mila euro.

Se le denunce per usura,estorsione o truffa da parte di imprenditori esasperati passati al contrattacco nei confronti di banche,finanziarie e persino di Equitalia non sono una novità,questa volta a finire sotto la lente degli inquirenti non è però il comportamento di qualche oscuro direttore di filiale.

Si va a rovistare nelle eventuali responsabilità dei vertici dei consigli di amministrazione dove vengono fissati i criteri per l’erogazione del credito: ed è una novità immensa, perchè finalmente si riconosce la responsabilità penale ai singoli, che fino ad ora si nascondevano dietro  Consigli di Amministrazione per poter eludere i propri reati.

Una sentenza del 2011 della Cassazione ha stabilito che i vertici delle banche devono essere considerati perfettamente a conoscenza dell’operatività all’interno delle filiali e rispondono in pieno operato dei dipendenti.

Un segnale atteso da milioni di imprenditori e privati vessati dalle banche e che finalmente sembra prendere la corretta piega.

Continuiamo a lottare.

Vinceremo.

Obiettivo: nazionalizzare le banche.

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