Ecco di cosa di occupa in concreto il Dipartimento Anti Usura ed illeciti fiscali di Movimento Base Italia

Movimento Base Italia ha deciso di attivare un Dipartimento Anti Usura ed illeciti fiscali per due precisi motivi: il primo è il proliferare di millantatori e delle cosiddette “agenzie di debito”, che a costi improponibili speculano sulle disgrazie dei cittadini e degli imprenditori, spesso per poi sparire dopo aver incassato denari, possibilmente in contanti.

Il secondo, ancora più importante: stare vicino ad Imprese e Cittadini, mettendo a disposizione i professionisti più accreditati, per poter risolvere questioni anche scottanti.

Certo, non si possiede la bacchetta magica, ma di sicuro la voglia di intervenire concretamente a supporto dell’economia reale è una grandissima spinta per poter fare sempre di più e sempre meglio.

Nello specifico, questi sono le aree di interesse del Dipartimento, che si aggiorneranno adeguandosi alla richiesta di coloro che ne richiedono l’intervento:

COMPITI DEL DIPARTIMENTO ANTI-USURA ED ILLECITI FISCALI

A seguito delle sempre più frequenti problematiche riscontrate dagli imprenditori e dai cittadini, assolutamente vessati, ingiuriati e trattati come delinquenti da banche e fisco, a fronte delle sempre più frequenti finte onlus (non dovrebbero avere scopo di lucro) e dello spuntare come funghi delle cosiddette “Agenzie Debito”, che lucrano sulla disperazione, abbiamo deciso ancora una volta di combattere in prima fila a tutela dei nostri Cittadini.

Il dipartimento è stato creato da poco, affidato alla gestione di una persona che ha vissuto sulla propria pelle ogni esperienza possibile ed immaginabile a riguardo, ed ha deciso di reagire e studiare ogni singola arma e pratica messa in atto da banche e fisco, rivoltandogliele contro e recuperando denari indebitamente sottratti a correntisti e contribuenti.

Il Dipartimento pertanto è strutturato per operare e risolvere le seguenti situazioni:

–          Verifica usura/anatocismo su mutui

–          Verifica usura/anatocismo su finanziamenti di ogni genere

–          Verifica usura/anatocismo su leasing mobiliari ed immobiliari

–          Verifica usura su carte revolving

–          Verifica usura su conti correnti affidati e non

–          Verifica illeciti di Equitalia

A seguito di tali verifiche ed in base ai risultati ottenuti, il Dipartimento procede, con diretta interazione con il Cittadino, per tutelarlo nel miglior modo possibile, alla stesura della strategia migliore, ovvero più efficace e meno onerosa, per poter riottenere quanto sottratto illegalmente.

Una precisazione necessaria: si sente molto spesso parlare di cartelle esattoriali illecite. Ebbene, sappiate che per poterle contestare sono solo due le strade: o l’accesso alla Commissione Tributaria, un vero e proprio processo in tre gradi di giudizio che arricchisce Legali e Stato (con contributi unificati altissimi e sanzioni pesantissime in caso di perdita, che si realizza statisticamente al 90% dei casi) oppure il ricorso al TAR, ed anche in quel caso gli oneri sono talmente alti da renderlo inaccessibile a tutti.

Ma esiste un altro sistema: completamente gratuito, riconosciuto sia dagli Enti Impositori che da equitalia, che ne parla addirittura nel suo sito. Pertanto, prima contattate il dipartimento, meglio è, possibilmente senza attendere la cartella esattoriale ma all’avviso bonario.

Ed infine, il Dipartimento collabora strettamente con il Dipartimento Legale di  MBI, per giungere al blocco di ogni pignoramento o messa all’asta, e con il Dipartimento Piccole e Medie Imprese, proponendo agli imprenditori gli strumenti fondamentali necessari per combattere ogni illecito.

Le banche distruggono le vite: il mio decalogo per opporsi

 

Se sei convinto che l’usura penale perpetrata quotidianamente dalle banche non esista, alla stregua dei peggiori delinquenti strozzini, che quantomeno non nascondono il loro obiettivo dietro sorrisi e comode poltrone, allora questo è un articolo che non sono devi leggere, ma imparare a memoria.

Perché le banche non sono altro che un’associazione a delinquere, spesso tutelate da una politica collusa che in cambio ottiene fondi neri, poltrone prestigiose e pensioni dorate.


La mia è una storia come tante. Troppe, ormai.


Di quelle che stanno distruggendo il tessuto economico italiano, non certo per volontà di imprenditori o lavoratori, ma per un disegno predisposto da minimo sei anni volto a devastare ogni tentativo di reazione da parte del popolo italiano.


Al contrario, con conseguenze devastanti, io ho vissuto ogni esperienza legata a questa crisi, dalla prima all’ultima: dalla paura per le vessazioni bancarie che impongono senza motivo rientri di centinaia di migliaia di euro da un giorno all’altro, alla speranza di mettere tutti i propri risparmi nell’azienda per poterla salvare, alla disperazione perché ogni azione che metti in atto non ha il risultato sperato, alla devastazione morale e personale di fronte ad atteggiamenti che rasentano l’estorsione da parte delle banche, fino a.

Si, fino a perdere la ragione, in un attimo che segna per sempre la tua vita, e ti porta a pensare di fronte all’ennesimo illecito subito, proprio negli uffici di una banca, che non hai più la forza per affrontare qualcosa che è più grande di te, che non comprendi perché ti stia accadendo di punto in bianco, clienti che urlano e minacciano, direttori di banca che usano l’intimidazione più bieca per salvare il loro posto di lavoro, famiglia che non comprende quello che ti sta uccidendo dentro, abbandonata da tutti e difesa da nessuno, nella completa indifferenza di uno Stato preoccupato solo a mantenersi privilegi autoproclamati.

Ed allora, in quel lampo che non dimenticherai mai più, se avrai la fortuna di sopravvivere come è successo a me, vivi un’esperienza quasi extrasensoriale ed arrivi a pensare che se tu non ci fossi più, forse per la tua famiglia sarebbe la salvezza ed almeno loro si libererebbero di questo incubo.


Senza pensare che, in realtà, il loro tormento inizierebbe proprio da quel momento.


Ma non hai la facoltà di pensare, non hai facoltà di alcun tipo: vuoi solo finire uno strazio che stai vivendo da anni.


Ebbene, in sintesi, questo è quanto ho vissuto io per circa tre anni, fino al punto di non ritorno: il tentato suicidio.


Sono stata salvata, ancora non si capisce come, perché ero andata ormai.

Eppure qualcuno mi ha rivoluta qua. Su questa terra devastata. 
Caduta in una depressione fortissima, amplificata da enormi sensi di colpa, ho dovuto faticare per quasi due anni per riuscire a risalire la china.

Si, perché quando si tocca il fondo si hanno solo due possibilità: o si resta lì, inermi, a compiangersi addosso, oppure si trova una piccola fiammella dentro di sé, che poco per volta diventa più forte, e si cominciano a vedere i pioli che faticosamente ti permettono di risalire il baratro.

Libero arbitrio.

Io non ho avuto scelta. Io ho vissuto una spinta interiore in realtà empiricamente inesplicabile, la stessa che mi ha ripreso per i capelli, e mi ha portato ad urlare: BASTA!!
Dal primo momento in cui ho ripreso un minimo di equilibrio, mi sono dedicata notte e giorno prima al perché la mia azienda, di oltre 20 anni completamente florida, era fallita nel giro di neppure un mese.

Ed ho scoperto, analizzando ogni singolo conto, la pura e semplice verità: le aziende italiane non sono soltanto massacrate da un fisco ingiusto che impone loro di lavorare almeno 8 mesi l’anno solo per pagare le tasse, ma in questo modo sono indotte a rivolgersi al mercato creditizio bancario.

E qui, non c’è scampo.

Vi assicuro, ho giurato a me stessa che avrei combattuto con i denti perché nessuno vivesse mai quello che ho vissuto io: annientata come imprenditore, come persona, come donna, come mamma, come moglie, come figlia.

Ormai è accertato, e le recenti inchieste della Procura di Trani, partite grazie all’intervento del Partito Movimento Base Italia, come tante altre inchieste (Mose, Expo, Eurogendfor, Mare Nostrum e non avete idea quante altre), hanno messo sotto inchiesta non solo i maggiori gruppi bancari italiani, ma addirittura l’Istituto Vigilanza della Banca d’Italia.

Le banche sono le peggiori strozzine che possano esistere.

Nei miei studi, mi sono preoccupata di specializzarmi in perizie che potessero consentire ad imprenditori e famiglie di tutelarsi contro questa vergogna: circa il 99% di quanto verificato (e vi sto parlando di migliaia di perizie) riportano usura penale soggettiva, ovvero aggravata perché applicata dalla banca con la piena coscienza della situazione di bisogno del cliente.

Allora…

A questo punto, credendo di essere sola nella mia lotta, ho avuto al contrario la fortuna o il destino di incontrare il direttivo del Partito Movimento Base Italia, che tuttora non comprendo, per l’onestà, la completezza, l’enfasi e la moltitudine di attività concrete intraprese sul territorio per ricreare il tessuto economico italiano, come sia possibile non venga eletto con un plebiscito.

Ho incontrato tanti esponenti, non tutti perché nonostante la poca pubblicità, sono numerosissimi, ciascuno specializzato in un dipartimento specifico, presente in tutta Italia, senza alcuna forma gerarchica, ma con un discorso collaborativo che porta risultati incredibili: la definirei semplicemente DEMOCRAZIA.

Movimento Base Italia è talmente strutturato che addirittura ha un sindacato, ma non di quelli che conosciamo, i quali trattengono denari dalle buste paga, raccolgono percentuali su ogni istanza presentata, e vengono esentati non solo da ogni tipo di tassazione, ma addirittura dalla presentazione di un bilancio: dove finiscono questi soldi? In immobili che  “a loro insaputa” i dirigenti si trovano intestati?

Ebbene, il sindacato del Movimento Base Italia pubblica periodicamente ogni singolo centesimo raccolto, ma soprattutto l’uso che ne fa.

Dopo aver verificato la mia preparazione in fatto di banche, e non lo dico certo per piaggeria, ma è difficile trovarne pari in tutta la penisola, semplicemente perché io non parlo di teoria, ma la applico alla pratica che ho vissuto sulla mia pelle, mi hanno offerto il Coordinamento Nazionale per il Dipartimento Anti-Usura.

Piccole ma enormi precisazioni.

Non esiste ad oggi un Partito Politico che si occupi attivamente di una problematica tanto delicata, offrendo ai propri iscritti non solo una consulenza assolutamente professionale, ma un’attività d’azione studiata per anni e che sta portando frutti al di sopra di ogni aspettativa.
Non esiste Partito Politico che si preoccupi di dare la giusta informazione a riguardo alla cittadinanza, non solo da un punto di vista bancario, ma persino da un punto di vista di usura finanziaria, consentendo ai cittadini di recuperare quanto a loro indebitamente sottratto in breve tempo.
Ma soprattutto, l’operatività di Movimento Base Italia, nella sua completa serietà e limpidezza d’intenti, mi sta consentendo di combattere quelle sorte di “associazioni” o “società” nate come funghi, che chiedono cifre folli PER NON FARE NULLA, sfruttando la situazione di disperazione delle persone e concretizzando la definizione perfetta da codice penale di “Associazioni a delinquere”: in soldoni, vogliono arricchirsi sullle vostre disgrazie, più chiaro?
Allora io mi permetto, con il cuore in mano, di scrivere una sorta di decalogo che deve diventare il nostro punto fermo, nella lotta per la nostra liberazione da una dittatura finanziaria sempre più opprimente:


1. NON ABBIATE PAURA DELLE BANCHE
Se qualsiasi ultimo dipendente di una banca si accorge che avete paura di chissà quali conseguenze potreste incontrare laddove loro ipoteticamente dovessero intervenire nei vostri confronti, allora sappiate che SIETE SPACCIATI. Le banche non vi possono fare più nulla


2. SIATE ACCONDISCENDENTI
Mostratevi sempre sottomessi, diposti ad accettare qualsiasi imposizione loro vi facciano


3. AGITE DI NASCOSTO
Strettamente legato al punto 2, mentre vi dimostrate succubi del loro delirio di onnipotenza, contattateci immediatamente, esponeteci senza remore le vostre questioni, anche le più difficili, insieme troveremo una soluzione. Del resto, le banche stesse agiscono di nascosto e ci mettono al corrente a cose avvenute, impariamo ad usare le loro armi contro di loro.


4. NON TEMETE DI ATTACCARE
C’è stato un momento in cui ho pensato, poveri bancari, costretti contro il loro volere a fare ciò che i banchieri obbligano. TUTTE BALLE. Ricordatevi sempre, esiste il libero arbitrio. Se una persona non è d’accordo con la politica ladra e speculativa delle banche, non deve far altro che dare le dimissioni, non lo prescrive il dottore di mantenere quel posto di lavoro. Pertanto, chi ci resta, sa e, peggio ancora, finge di non sapere e fa la vittima.


5. LA LEGGE E’ DALLA VOSTRA PARTE
Finalmente una serie di sentenze (non ne faccio l’elenco perché sono stata fin troppo prolissa) sia delle varie Corti d’Appello che di Cassazione, hanno riconosciuto l’esistenza del fenomeno di usura penale, non solo rilevato nei confronti delle banche, ma addirittura del fisco, delle finanziarie, a tutela di imprese e privati. Non abbiate paura a chiedere. Partite sempre dal presupposto: avete ragione. Tanto per dimostrazione, ho trovato usura penale persino su conti correnti creditori, ovvero non affidati, che hanno sempre il saldo in attivo. Questo perché la Cassazione ha stabilito che per il superamento del tasso soglia non vanno calcolati solo gli interessi addebitati, ma ogni spesa, compresa quella di un bonifico fatto via internet (capirai cosa costa alla banca), escluse solo le spese fiscali.


6. DIFFIDATE DA CHI VI CHIEDE DENARI ANTICIPATI PER PERIZIE GRATUITE
Ecco, questo punto meriterebbe una trattazione a parte, e chissà mai che ne avrò possibilità in futuro. Ma chi vi chiede somme ingenti, facendovi firmare contratti con clausole leonine tutte a loro favore, sappiate che vi sta letteralmente rubando soldi.


7. NON ABBIATE PAURA A DENUNCIARE 
Se voi foste vittima di uno “strozzino da strada”, probabilmente per liberarvi dal cappio che ogni giorno si stringe attorno al vostro collo, arrivereste al punto di rivolgervi alla Pubblica Autorità e denunciare quanto accaduto. A questo proposito ho il dovere di dirvi che, laddove lo facciate nei confronti di una banca, esiste una forma che oscura la Vostra denuncia, affinchè nessun altro la possa verificare e possa fare altrettanto, per “difendere” il sistema economico. In realtà si torna sempre al punto di partenza: si difende esclusivamente il sistema della casta. Allora, anche in questo caso, non esitate a contattarci: esiste un form sul nostro sito proprio per questo, e noi vi seguiremo passo passo, perché il nostro obiettivo è uno solo: ristabilire la nostra sovranità per garantire il futuro ai nostri figli. E per farlo, non abbiamo avuto paura a presentare una proposta di legge popolare in Cassazione per la creazione di un Istituto Bancario Italiano che potesse nazionalizzare alcune banche e tramite loro usufruire del denaro prestato a tassi quasi nulli dalla BCE, per riversarli sull’economia reale, nel pieno rispetto del trattato di Lisbona: quello che ha fatto la Germania per anni, tanto per fare un esempio. E gli idioti dicono che bara. No, utilizza intelligentemente gli strumenti a disposizione.


8. COINVOLGETE IL PIU’ POSSIBILE I CITTADINI
Sembrerà una frase da Baci Perugina, ma mai come ora, l’unione fa la forza. Se lo spettro da combattere sono le banche speculative, più saranno le azioni congiunte maggiori saranno i risultati.


9. NON ASCOLTATE LE SCUSE DELLE BANCHE
Spesso e volentieri, anche durante l’intervista fatta da “La Gabbia” ad un direttore di una banca che ha usurato la mia azienda per oltre 250.000 €, lo stesso, citato in giudizio per usura, ha avuto il coraggio di dire che la banca non pratica usura. Motivo? Quante sentenze sentite contro le banche a questo riguardo? A parte che basta googleggiare un po’ per verificare come le sentenze sono sempre maggiori e sempre più pesanti, in Italia vige una sorta di eccessivo garantismo nei confronti delle banche, che impone una trattativa stragiudiziale prima di un ricorso in giudizio. Pertanto la banca, magari indagata, pur di non rischiare di avere una sentenza contro, e si sa, è difficile argomentare contro calcoli meramente matematici, sostanzialmente patteggia prima di giungere a sentenza. Quindi tutto quello che vi dicono, fa esclusivamente parte del pacchetto “intimidazione” che sanno vendere così bene, ma il patteggiamento ammette la commistione di un reato, non certo l’innocenza.


10. NE AVETE IL DIRITTO, RIPRENDETEVI I VOSTRI SOLDI E POI ABBIATE IL CORAGGIO DI DENUNCIARE PENALMENTE LE BANCHE
In fase di patteggiamento, la banca solitamente fa sottoscrivere un cosiddetto “patto di segretezza”, che impone al soggetto risarcito di non divulgare la notizia. Ebbene, il nostro ordinamento penale, al contrario, in caso di ammissione di colpa su un reato gravissimo come l’usura penale, dispone che ogni patto di segretezza è nullo. Pertanto, dopo aver preso il risarcimento e sottoscritto quanto richiesto dalla banca, ovviamente alla presenza di un legale che noi vi forniremo, potete decidere di procedere penalmente verso la banca stessa. Questo comporta due fattori fondamentali. Il primo: la banca patteggiando ammette la propria colpa, quindi la causa, nonostante le lungaggini giuridiche italiane, è già sostanzialmente vinta, e questo vi consente di chiedere anche un danno. Il secondo fattore, fondamentale, è che con un rinvio a giudizio di una banca per usura penale avete diritto all’accesso del fondo statale anti-usura: questo comporta che per 300 giorni siete esonerati dal pagamento di qualsiasi cosa, che siano tasse, equitalia, fornitori, clienti, TUTTO. Non solo. Lo Stato vi da la possibilità di accedere  a finanziamenti praticamente a tasso zero che vi possano permettere di rientrare in una situazione di vita economica decente (i tassi vengono addebitati alle banche citate). In aggiunta, in alcune regioni sono addirittura previsti degli elargimenti una tantum non rimborsabili, a fondo perduto, proprio per aiutare aziende e privati in difficoltà.

Ho cercato di essere il meno tecnica possibile, per potervi trasmettere due aspetti.

Il primo: quello che state passando voi, l’ho vissuto anch’io, e se sono qua è perché ho una missione da compiere. Ora l’ho capito. Non uccidetevi più, ammazziamo il sistema.

Il secondo: non fatevi intimorire, da nulla e da nessuno.Ci proveranno, eccome se lo faranno.

Lunedi scorso ho ricevuto una busta consegnata a mano, messa direttamente nella mia cassetta delle lettere, contenente un proiettile simile a quello di un’arma di ordinanza.

Da mercoledi subisco attacchi, insulti, calunnie, minacce verso di me e la mia famiglia su internet.

Ebbene, non posso nascondere a caldo di aver avuto paura, perché inutile dirlo, sono una persona decisamente esposta.

Ma a bocce ferme, ho compreso il vero significato: sto colpendo i poteri forti, e se continuo, con il supporto di chi ha il coraggio di uscire dall’anonimato e denunciare, supportato da me e da tutto il Partito Movimento Base Italia, sono certa che questi “onnipotenti” ed “onnipresenti” stanno avendo paura. 
E’ la strada giusta. Non fermiamoci. Non fermatemi, ma siatemi vicino. 

 

 

N.B. VERSIONE INTEGRALE DELL’ARTICOLO APPARSO OGGI 08 AGOSTO SUL SITO DI INFORMAZIONE L’ANTIDIPLOMATICO A QUESTO LINK http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6&pg=8611

Qualche spiegazione dovuta sull’anatocismo: non fatevi ingannare da chi urla allo scandalo per secondi fini.

Di certo l’anatocismo è un aspetto poco lecito che fino al 2000 veniva praticato liberamente dalle banche.

In concreto, come si può vedere dalla tabella qua sopra, l’anatocismo consentiva alla banca la cosiddetta capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi, a fronte di quella annuale degli attivi.

Conseguentemente, la banca aggiungeva al capitale, base di calcolo degli interessi, l’importo trimestrale passivo e pertanto l’imponibile risultava essere maggiore.

In termini legali, l’anatoscimo, come previsto dall’art. 1283 del codice civile,  è il fenomeno giuridico-contabile rappresentato dal computo sugli interessi scaduri di ulteriori interessi (c.d. composti). 

Quello che molti non sanno, o fingono di non sapere, però, è che esiste una sostanziale differenza tra anatocismo ed usura bancaria: mentre il primo concretizza un reato civile, la seconda pone in essere un gravissimo reato penale.

Differenza?

Semplice, se pensate alle durate delle cause civilistiche in Italia, ragione per cui le banche, di fronte unicamente ad un reclamo per anatocismo, hanno imparato il giochetto più semplice: fateci causa, magari tra vent’anni avrete ragione. Spenderete tanti denari in parcelle e consulenti, contribuendo non solo ad ingrassare gli studi degli avvocati, ma nella migliore delle ipotesi arrivando ad una sentenza passata in giudicato che vi riconoscerà, se tutto va bene, circa un quinto di quanto reclamate.

Inoltre, questo sistema che era quello che produceva i maggiori introiti alle banche, è stato annullato dalla cosiddetta CLAUSOLA DI RECIPROCITA’, introdotta da due pronunzie della Suprema Corte di Cassazione.

Per la precisione:

La capitalizzazione degli interessi sugli interessi (cosiddetto anatocismo) è divenuta legittima in materia bancaria per effetto dell’art. 25 D.Lgs. 342/1999 e della delibera CICR 9/2/2000, per cui le clausole anatocistiche preventive contenute nei contratti di conto corrente bancario (leggi l’art.2) e nei mutui (leggi l’art.3) stipulati dal 22/4/2000 in poi (data di entrata in vigore di detta legge), sono valide ed efficaci purché in ogni singolo contratto ci siano indicate le seguenti clausole:

1) ci deve essere la stessa periodicità del conteggio degli interessi attivi e passivi (prima del 2000 le banche applicavano trimestralmente gli interessi debitori e annualmente gli interessi creditori);

2) deve essere specificato il tasso annuale nominale (TAN) applicato sia agli interessi creditori che debitori;

3) deve essere specificato il tasso annuo effettivo (TAE), cioè il tasso effettivo sia degli interessi creditori che debitori. il TAE rappresenta l’incidenza sul tasso annuale nominale della capitalizzazione degli interessi alle periodicità previste in contratto;

4) deve essere indicata la durata del periodo trascorso per il quale si procede a capitalizzazione degli interessi;

5) deve essere approvata specificatamente per iscritto la clausola anatocistica da parte del cliente. Per tale specifica approvazione vale quanto elaborato dalla giurisprudenza per le clausole vessatorie di cui all’art. 1341 comma 2 c.c.

Quando tutte queste clausole e condizioni sono rispettate allora si può dichiarare legittimi gli interessi anatocistici stipulati dal 22/4/2000 in poi.

In questi giorni si parla tanto del decreto legge sulla “crescita” che prevede nell’ultimo paragrafo il ritorno all’anatocismo: la regola incriminata si trova nell’articolo 31 del decreto 91/2014, dove si legge che il CICR (il Comitato Interministeriale per il credito e il risparmio) ” stabilisce modalità e criteri per la produzione, con periodicità non inferiore ad un anno, di interessi sugli interessi maturati” nelle operazioni bancarie e finanziarie.

Le banche quindi potrebbero tornare ad applicare l’anatocismo, anche se non più di una volta all’anno.

Questa denuncia è stata fatta da Giorgia Meloni. Immediata è stata la risposta del Governo, che chiaramente ci ha provato, ma che si è subito rimangiato quanto proposto,tramite Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera nonchè firmatario della legge per cancellare l’anatociscmo: “Chi ha infilato quella polpetta avvelenata ne risponderà; se ne governo o negli apparati burocratici qualcuno ha sbagliato, ci sarà tutto il tempo per accertarne le responsabilità”.

Pertanto, il Parlamento, magari suo malgrado, sarà costretto a rioccuparsi del problema, senza che l’inciampo abbia per ora effetti concreti sui costi a carico dei clienti bancari: una clausola (al comma 3 dell’art. 31 del DL) prevede infatti che la nuova periodicità sarebbe applicata solo due mesi dopo l’entrata in vigore del provvedimento, che è tutt’ora ben lontano dall’essere approvato, specialmente in questi termini.

L’informazione è la base per non venire truffati da millantatori con fini reconditi, che magari completamente all’oscuro del Diritto Bancario pensano di poter far cassa sulle disgrazie altrui.

Aprite gli occhi e se avete bisogno sapete dove trovarmi.

Il millantatore è colui il quale fa mostra di titoli di merito che non possiede, esagerando il suo controllo del mondo di cui in realtà è privo. (Aristotele)

 

 

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