Omesso versamento di IVA e ritenute: condonati i reati passati. Nuove soglie di reato

Nuove regole per omesso versamento d’IVA, di ritenute previdenziali, presentazione del 770 del sostituto d’imposta, dichiarazione infedele o fraudolenta.

Scattano regole meno severe per chi non avrà regolarmente versato l’IVA o i contributi previdenziali all’Inps: il decreto sulla delega fiscale, appena approvato dal Governo, opera una sostanziale revisione delle soglie di punibilità (prima fissate oltre 50mila euro). La riforma dei reati tributari scatterà subito (15 giorni dopo la pubblicazione del provvedimento definitivo in “Gazzetta Ufficiale”).

Le nuove norme avranno, sui contribuenti, ripercussioni positive non solo sulle violazioni future, ma anche sugli accertamenti e processi in corso, posto il cosiddetto principio del “favor rei”, ossia l’applicazione della pena più favorevole nel caso di abrogazione di una norma penale. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e tutte le novità introdotte dalle nuove norme.

OMESSO VERSAMENTO DI IVA

Attualmente, il reato di omesso versamento di IVA scatta solo nei confronti di chi non versa un’imposta superiore a 50mila euro riferita al medesimo periodo di imposta. In tali casi, la pena prevista è quella della reclusione da 6 mesi a 2 anni. Il reato rientra tra quelli immediatamente archiviati per “fatto tenue”: non si applica la pena, ma il procedimento viene archiviato e la “fedina penale” resta macchiata.

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Aumento aliquote IVA: gli effetti sull’Italia… come prevedibili.

Le previsioni di primavera UE confermano la bassa crescita italiana rispetto all’Europa e ipotizzano un balzo dell’inflazione in caso di aumento IVA (peraltro già abolito): tasse troppo alte per le PMI.

Il 2015 si conferma l’anno della crescita, ma l’Italia resta comunque indietro rispetto allamedia UE, con una ripresa graduale che si confronta con il “vento in poppa” del resto del Vecchio Continente: sono le previsioni di primavera della Commissione di Bruxelles sull’Italia, che segnalano anche come un eventuale aumento IVA comporterebbe un balzo dell’inflazione, con effetti negativi sui consumi interni, già colpiti da anni di crisi, e in generale sulla crescita dell’Economia.

=> DEF 2015: addio clausola di aumento IVA

Aumento IVA in Italia

Si tratta, è bene ricordarlo, di uno scenario (quello dell’aumento IVA), molto poco probabile, perché era previsto da una clausola di salvaguardia contenuta nella Legge di Stabilità, che invece è stata abolita dal DEF (Documento di Economia e Finanza). Il problema resta quello di capire in che modo l’Italia intende finanziare le misure a sostegno della crescita riuscendo contemporaneamente a rispettare i vincoli di bilancio, ovvero il famoso 3% di debito/PIL previsto dai parametri comunitari.

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