Franceschini: voi fareste educare i vostri figli da Berlusconi? Immediata la risposta dei figli di Berlusconi: ma come si permette? Il video

Sarà una mia impressione, ma se il buongiorno si vede dal mattino, la prima campagna elettorale condotta da Dario Franceschini potrebbe dare risultati persino peggiori delle ultime elezioni politiche.

La campagna elettorale dovrebbe incentrarsi quanto meno sulle promesse che tutti fanno ma che tutti sanno, elettori compresi, che non verranno mantenute.

Mi sarei immaginata una lotta alla trovata più assurda: tu volevi abolire il bollo auto, io toglierò ogni accisa dalla benzina! Tu voi dare più poteri al premier, io rispetterò il volere del popolo! Tu candidi veline, io candido Michelle Obama!

Ah, certo, qualcuno potrebbe osservare che trattandosi di Elezioni Europee forse bisognerebbe concentrarsi di più sul fulcro della questione: in Europa l’Italia conta come un rasaerba nel deserto, magari fingere di impegnarsi per riportarla ad un livello di considerazione un gradino superiore a quello di cui gode Caronno Pertusella non sarebbe una cattiva idea. Con tutto il rispetto ovviamente per questa cittadina che dalle mie parti, chissà come mai, è sempre citata negli esempi più inverosimili.

Invece Dario Franceschini ha il lampo di genio: ANTIBERLUSCONISMO.

Un termine mai sentito prima, una strategia politica assolutamente innovativa, certamente darà i suoi frutti!

E dire che Dario ci aveva fatto sognare con le sue dichiarazioni post-nomina a Repubblica, nel lontano febbraio 2009:

“Ho letto è tornato l’antiberlusconismo, non capisco cosa voglia dire.”

Evidentemente Dario ha avvertito la sua lacuna, ed ha cercato di colmarla. Ha studiato. Ed è giunto all’evidente conclusione che se tutti i suoi predecessori hanno improntato le loro campagne solo su affondi più o meno personali a Berlusconi, lui non può essere da meno.

Al contrario, “umile” com’è, lui DEVE FARE DI PIU’.

Peccato che si sia fermato solo a studiare le cause ma non gli effetti, ma tant’è, il prode Dario ha abbassato la testa, si è caricato di tutta questa pesantissima responsabilità ed è partito per la tangente in men che non si dica.

Ieri ha calato il suo asso: diciamo che Berlusconi è un genitore che fa pena.

Ecco le sue parole.

‘Non c’è dubbio che Berlusconi sia un imprenditore e un politico di successo, ricco, furbo e potente. Ma alle italiane e agli italiani vorrei rivolgere una semplice domanda: fareste educare i vostri figli da quest’uomo? Chi guida un Paese ha il dovere di dare il buon esempio, di trasmettere valori positivi’.

Ricco, furbo e potente: l’essenza dell’antiberlusconismo è tutta qua, si chiama ROSICARE.

Non tarda ovviamente la risposta piccata dei figli di Berlusconi. (altro…)

Ballarò: scoppia la "rissa" per il caso Berlusconi-Noemi, Bondi accusa Repubblica di aver pagato l'ex, tutti contro tutti, i video

Quello di ieri sera è stato un puntatone di Ballarò, che avrebbe meritato un titolo più in linea con quanto è successo, qualcosa del tipo “Fight Club”.

Si, perchè la trasmissione che è andata in onda ieri sera è stato un ring dove tutti erano contro tutti, senza esclusione di colpi: Franceschini contro Belpietro, Belpietro contro Mauro, Bondi contro Franceschini., Pannella contro tutti.

In mezzo, sempre lui.

Berlusconi. Con Noemi. Noemi Letizia per la precisione.

«Quello che a me preoccupa è l’intolleranza verso la libera stampa e non Noemi. Vedo un fastidio micidiale verso le inchieste e stasera, qui, contro il direttore di Repubblica è stato aperto un fuoco di fila da un giornalista che per la cronaca è dipendente di Berlusconi».

Il segretario del Pd Dario Franceschini lancia l’attacco al direttore di Panorama Maurizio Belpietro che reagisce: «Io non sono dipendente di Berlusconi ma della mia coscienza».

«In qualsiasi democrazia – è intervenuto Franceschini di fronte a una vicenda così la stampa avrebbe vivisezionato la storia. Ed invece io sono preoccupato da un’intolleranza che vedo verso chi cerca di vederci chiaro nella storia». Belpietro non ci sta ad essere definito dipendente del presidente del consiglio Silvio Berlusconi: «Lei – attacca rivolto a Franceschini – non ha titoli per darmi lezioni di indipendenza che io ho sempre dimostrato. La realtà è un’altra: quando io pubblicai la vicenda che riguardava il portavoce di Prodi fui assalito da tutti».

Il botta e risposta dai toni accesi si è aperto dopo il battibecco tra il direttore di Repubblica Ezio Mauro e Belpietro sul caso Noemi.

Questo scontro Repubblica-Panorama è partito quando Ezio Mauro analizza le presunte menzogne di Berlusconi sul caso Noemi e snocciola le 10 domande di Repubblica che ancora non hanno avuto risposta dal premier:

Ma non è finita qua.

Sandro Bondi non può tacere e parte all’attacco immediatamente, dopo aver visto il servizio introduttivo dell’affaire Berlusconi-Noemi:

Sandro Bondi, coordinatore del Pdl e ministro della cultura, ha accusato La Repubblica di “rimestare nella pattumiera”, scontrandosi sia con il direttore del quotidiano, Ezio Mauro, sia con Dario Franceschini.

Al direttore de La Repubblica, che ha evidenziato le “contraddizioni del premier”’ sulla vicenda, chiedendogli di dire la “verità”, e tornando alla carica con le 10 domande rimaste inevase, Bondi ha ribattuto osservando che la sinistra “non essendo riuscita a sconfiggere Berlusconi sul versante giudiziario ora ci prova sul privato”.

Bondi è stato battagliero e ha anche insinuato che il giornale abbia pagato l’ex ragazzo di Noemi per l’intervista pubblicata domenica. Affermazione che ha fatto arrabbiare Mauro che lo ha “sfidato” a dimostrare una “cosa del genere”.

E’ stata poi la volta di Franceschini, Bondi ha quasi perso la sua proverbiale pazienza, specie di fronte allo sfottò non troppo mascherato di Franceschini.

«Berlusconi ha già chiarito, la realtà è che Franceschini non è un moderato ma un estremista ed è più irriguardoso delle persone di Di Pietro. Lei e Mauro vi dovete vergognarmi».

In mezzo a tutto, le chicche di un Marco Pannella che sembra sempre più macchietta e sempre meno politico; parla dei bombardamenti su Belgrado confondendo Prodi con D’Alema, parla di moralità in ogni dove, manda affanculo Franceschini accusandolo di essere un democratichino e un imbroglione.

Insomma, è finito Zelig, fortuna che è rimasto Ballarò!

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