N O V A N T A M I L A AUTO BLU IN ITALIA.

Ok. Mi frullano vorticosamente.

Ho appena letto sul Corriere che nel nostro Bel Paese circolano beatamente NOVANTAMILA AUTO BLU, per un costo complessivo annuo di 4 miliardi di euro.

Alla faccia dei tagli alla spesa pubblica!

Le auto dei politici costano 150 mila l’una: sono 18-20 mila e hanno almeno due autisti.

Maaaaaaaaaaaaaa… quanti cazzo di politici ci sono in Italia????

SESSANTAMILA AUTISTI.

Il nostro caro Tremonti parla tanto di austerità, di sacrifici e magari anche di qualche frustata giusto per non farci mancare niente. A colpi di fiducia passano finanziarie e maxi-emendamenti che tartassano sempre di più gli italiani.

Il tutto per?

Ovvio.

QUALCUNO DOVRA’ PUR PAGARE LE AUTO BLU DI QUESTA GENTAGLIA.

Io ci provo e ci riprovo, ma non riesco davvero a capire come si possa arrivare ad un parco auto di questa entità: un migliaio di parlamentari, una cinquantina tra ministri, vice e balle varie, venti presidenti di regione, i magistrati, i presidenti delle province, i sindaci… CAZZO MA NOVANTAMILA AUTO?????

C’è qualche anima pia che sa spiegarmi come si arriva ad un numero del genere???

E quel fenomeno di Brunetta che dichiara… ma si, penso che si potrebbe spendere la metà per avere le stesse cose.

No, Ministro, si dovrebbe spendere cento volte in meno e mettere queste risorse a disposizione dei cittadini, non dei parassiti.

Io non ho più parole, se non un sonoro VAFFANCULO!


Piccola parentesi: del resto, fino a che l’Italia oggi si focalizza solo sulla rottura Corona-Belen, che si può pretendere?

Dal Sole 24 Ore: una vergogna, il 30% dei file piratati è scaricato dagli uffici pubblici

La lotta alla pirateria è la base dello sviluppo culturale ed economico di un’industria sana.

Ma il download illegale è molto diffuso dai computer dei luoghi di lavoro e circa il 30% del materiale piratato viene scaricato dalle postazioni delle amministrazioni pubbliche: lo ha affermato Tullio Camiglieri, membro del Comitato contro la pirateria digitale presso la presidenza del Consiglio.

Nel corso della Mediterranean Digital Conference, che si è conclusa oggi a Roma, oltre a sottolineare la necessità di «interventi in tempi brevi» in questo senso, Gaetano Blandini, direttore generale per il Cinema del ministero dei Beni Culturali, ha annunciato: «Proporremo al tavolo per la lotta alla pirateria della presidenza del Consiglio l’emanazione di una direttiva più formale per tutte le pubbliche amministrazioni, per mettere dei filtri ai server, in modo da non permettere di scaricare materiale piratato».

Arnaldo Borsa della Bsa (che si occupa della tutela del diritto del software professionale), ha sottolineato che «la metà delle aziende controllate usano software piratati e questo porta alla distorsione della concorrenza per quanto riguarda gli appalti pubblici, oltre a un rischio della sicurezza».

Per Ted Shapiro della Motion Picture Association, la pirateria «è un problema globale» e le vie principali per combatterla sono la creazione di «buoni modelli di business e di validi progetti tecnologici, e la modifica delle condizioni di mercato».

David Moscato della Universal Pictures Italia invece ha detto: «Se non diamo una risposta seria e veloce molte aziende video spariranno».

Francisco Javier Cabrera Blasquez, dell’Osservatorio dell’Unione europea sulla tutela del diritto d’autore, ha ricordato il dibattito in corso alla Commissione europea su una proposta di legge in questo senso, ma ha sottolineato: «Nessuno sa quali sono le soluzioni alla pirateria. Ho l’impressione che potremmo fare di più per informare l’opinione pubblica sul copyright».

Infine, per il regista Marco Pontecorvo, la battaglia contro la pirateria va combattuta con due armi: l’educazione e la qualità.

Che facciamo, multiamo i pubblici dipendenti? Gli facciamo una piccola ramanzina? Si chiude un occhio?
Strana contraddizione, in un’azienda privata una cosa del genere rappresenterebbe giusta causa di licenziamento…

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