Banche: record di sofferenze. Ah si? Vediamo come le creano.

Oggi il Corriere esce con un trafiletto dove parla con grande superficialità del credito, pubblicando percentuali di raccolta di denaro delle banche dai privati che sento a credere (sveglia, esistono altri modi per mettere al sicuro i propri risparmi, piuttosto che darli nelle mani delle banche usuraie), ma soprattutto parlando dell’aumento delle sofferenze bancarie.

Le sofferenze bancarie sono segnalazioni fatte dalle banche stesse alla Banca d’Italia di società o comunque attività individuali o di privati, che non riescono a restituire il denaro avuto in prestito e quindi entrano in contenzioso. Da quel momento in poi, state certi che la banca farà tutto quanto in suo potere per riavere il proprio credito, anche arrivando a minacce di estorsione o di conseguenze indicibili, che ti buttano in uno stato di terrore.

Parlo per esperienza, ovviamente, e sfido chiunque a dire il contrario. Anche perchè finalmente avrei la possibilità di pubblicare i documenti con tanto di nomi delle banche e di come si comportano, senza aver paura di querele. Ma tanto prima o poi il mio libro lo finirò e lì ci sarà scritto tutto e tutto documentato.

L’aumento delle sofferenze bancarie è un chiaro segno dell’aumento della crisi, altro che della sua fine nel 2014, come dice balls of steel Letta.

Ma quale è il giro del fumo e perchè alle banche conviene averne tante a bilancio?

Supponiamo di avere un’azienda sana, che come il 99% delle aziende lavora con il credito bancario: si potrebbe dire che tanto sana non è , perchè ci dovrebbe essere un pari apporto di finanziamenti propri, ma in Italia, formata da microimprese, è sostanzialmente questa la situazione, considerando anche che gran parte dei guadagni li fagocita lo Stato con le tasse.

La banca, fino alla fine del 2011,  ti chiamava e spingeva  la delibera di nuovi crediti, ed analizzando i conti si capisce che l’usura che applicava era tale che avevano tutto l’interesse a fomentare l’indebitamento. Tu imprenditore, lusingato da tanta fiducia, accettavi ed investivi sempre di più nella tua attività, anche in immobilizzazioni non facilmente monetizzabili.

Poi però le banche iniziano a fare speculazioni esasperate, registrano perdite, si riempiono di titoli junk e soprattutto perdono liquidità, non riescono a ripatrimonializzarsi come chiedono gli accordi di Basilea 2.

Allora accade che il tuo direttore, che ti trattava a paccate sulle spalle, ti portava fuori a pranzo e faceva l’amicone, da un giorno all’altro ti telefona e ti dice: “senti, mi spiace, ma la direzione crediti ha chiesto il tuo rientro perchè siamo troppo esposti per la crisi, fosse per me, gli ho detto che persona sei, ma per loro sei solo un numero”.

“Scusa? Non ho ben capito, cosa vuol dire rientrare, in quanti anni?”

“Devi restituirci tutto entro 15 giorni al massimo, altrimenti vai in contenzioso”.

E senza darti nessuna spiegazione, appende il telefono. Dopo massimo tre giorni ti arriva la raccomandata della revoca di tutti gli affidamenti con l’intimazione di pagamento entro i 15 giorni. Chi ha possibilità, stabilisce un piano di rientro più lungo e dà garanzie reali, possibilmente titoli di Stato, chi invece non ha alcun tipo di alternativa, non paga, e diventa peggio di uno stupratore di bambini per la banca.

Cominciano le mail di minaccia, le telefonate ad ogni ora, le indimidazioni, addirittura i ricatti ed i tentativi di estorsione. L’imprenditore onesto crolla emotivamente, non capisce cosa sta succedendo, purtroppo qualcuno arriva anche ad uccidersi.

Nel 2012 le banche si sono comportate in questo modo con il 100% dei piccoli e medi imprenditori.

E si, perchè in Italia funziona così: più è grande l’esposizione con una banca e la possibilità di fallire, più la banca ti finanzia (si potrebbero fare elenchi lunghissimi, da Fiat, Air-One, Alitalia, Parmalat ecc ecc.) Ma se hai la sfortuna di appartenere alla piccola imprenditoria, cioè  a coloro che producono il pil italiano, allora per la banca sei solo un numero da macinare come tanti altri.

Il problema, così facendo, è che la banca si macchia anche di reati, quali l’interruzione abusiva del credito, oppure la concessione abusiva del credito ad aziende evidentemente decotte, e di tutti quanti qua sopra citati, ma porta l’imprenditore (o il privato che non riesce a pagare il mutuo) a vivere un clima di ANSIA ED ANGOSCIA, a sentirsi solo, impotente, PERCHE’ LO STATO LO LASCIA SOLO. Nessuno ha il coraggio di mettersi contro una banca, TRANNE LA SOTTOSCRITTA CHE NE HA DENUNCIATE SEI PER ACCERTATA USURA PENALE.

Si, lo Stato è connivente in questo massacro, le lobby bancarie e gli interessi economici che nascondono sono tali che lo Stato preferisce veder morire i propri cittadini piuttosto che intervenire, magari intascandosi qualche centinaia di milioni come contentino.

Comportandosi così, le banche hanno portato nella peggiore delle ipotesi al fallimento di un terzo delle piccole imprese italiane, nella migliore delle ipotesi alla segnalazione di sofferenza, che comunque significa che il sistema creditizio ti chiude le porte e sei destinato a fallire, con segnalazioni che resteranno per molto molto tempo.

Adesso vado oltre, e cerco di spiegare in parole povere perchè le banche, che non si fidano le une delle altre tanto che i depositi overnight presso la BCE sono enormi (le banche preferiscono depositare il raccolto notturno alla BCE che paga lo 0,95% di interesse piuttosto che prestarlo ad altro istituto che lo pagherebbe molto di più), che sono state coperte di liquidità dalla BCE in più tranche e quindi non dovrebbero avere problemi di bilancio e di concessione del credito, al contrario, quanto meno in Italia, stanno cercando di rientrare il più possibile, anche a costo di registrare perdite.

Gli accordi di Basilea 2 prevedono che per ogni euro prestato, la banca, per evitare un possibile fallimento, accantoni una percentuale calcolata proprio sulla base delle sofferenze avute. A te prestano 100.000 €, loro ne devono accantonare a riserva, e quindi non li possono più toccare, almeno 7.500 €. Per la legge dei grandi numeri, si arriva a cifre enormi, e le banche smettono così di fare il loro lavoro: dare credito.

Ecco perchè si parla tanto di ricapitalizzazione bancaria. L’enorme patrimonio delle banche è stato eroso negli anni da investimenti azzardati andati a finir male, anche se ritengo che se una banca riesce a formalizzare un saldo-stralcio con l’Agenzia delle Entrate per 200 milioni di Euro su un montante di tasse evase pari a dieci volte tanto, tutta questa mancanza di liquidità non c’è, ma chi sa dove va a finire?

Di certo, le banche rientrando di quanto prestato in tempi brevi, hanno minori obblighi di ricapitalizzazione. Inoltre le sofferenze messe a perdita a bilancio, permettono loro di diminuire notevolmente la base imponibile erariale.

Bene, questo è quanto è successo nel 2012: revoca degli affidamenti e dei mutui indiscriminata, il Governo salvabanche, la conseguente segnalazione a sofferenza bancaria.

E qualcuno ha ancora il coraggio di dirmi che la crisi è finita e che le banche non l’hanno acuita con un credit crunch selvaggio???

Bene, cari imprenditori, io ci sono passata ed è stato terribile. Vi capisco. In tutto.

E se vi chiama un direttore di banca, contattatemi. Vi aiuto io a mandarli affanculo, e a mettervi nelle condizioni di avere voi il coltello dalla parte del manico.

QUI, O SI CAMBIA L’ITALIA O SI MUORE.

….. SIAM PRONTI ALLA MORTE, L’ITALIA CHIAMO’…..

Partiamo dall’inizio: ecco perchè le banche sono padrone dell’Italia e fanno quello che vogliono

Non esiste Governo o Istituzione, Costituzione, Codice Civile e soprattutto Codice Penale che possa fermare l’operato usurario e indecente delle Banche in Italia.

Ma come, potrebbe pensare qualcuno, esiste la Banca d’Italia!

Eh già, perchè se vi prendete la briga di andare per strada e chiedere di chi è la Banca d’Italia, ed io parlo perchè l’ho fatto, almeno il 98% delle persone ti risponde: è l’organo statale che controlla l’operato delle Banche.

Errore.

Ed ecco perchè è così difficile ai più credere che le Banche sono i peggiori strozzini che ci sono in Italia, in parole semplici RUBANO I NOSTRI SOLDI.

La Banca d’Italia è una società per azioni e direttamente dal suo sito potete verificare quanto sto riportando:

Partecipanti al capitale

 

Ente partecipante

Numero quote Numero voti

 

Intesa Sanpaolo S.p.A. 91.035

50

UniCredit S.p.A. 66.342

50

Assicurazioni Generali S.p.A. 19.000

42

Cassa di Risparmio in Bologna S.p.A. 18.602

41

INPS 15.000

34

Banca Carige S.p.A. – Cassa di Risparmio di Genova e Imperia 11.869

27

Banca Nazionale del Lavoro S.p.A.

8.500

21

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

7.500

19

Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli S.p.A.

6.300

16

Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza S.p.A.

6.094

16

Cassa di Risparmio di Firenze S.p.A.

5.656

15

Fondiaria – SAI S.p.A.

4.000

12

Allianz Società per Azioni

4.000

12

Banco Popolare s.c.

3.668

11

Cassa di Risparmio del Veneto S.p.A.

3.610

11

Cassa di Risparmio di Asti S.p.A.

2.800

9

Cassa di Risparmio di Venezia S.p.A.

2.626

9

Banca delle Marche S.p.A.

2.459

8

INAIL

2.000

8

Milano Assicurazioni

2.000

8

Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia S.p.A. (CARIFVG S.P.A.)

1.869

7

Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia S.p.A.

1.126

6

Cassa di Risparmio dell’Umbria S.p.A.

1.106

6

Cassa di Risparmio di Ferrara S.p.A.

949

5

Banca Popolare di Milano S.c.a r.l.

873

5

Cassa di Risparmio di Ravenna S.p.A.

769

5

Banca Regionale Europea S.p.A.

759

5

Cassa di Risparmio di Fossano S.p.A.

750

5

Banca Popolare di Vicenza S.c.p.A.

687

5

Cassa di Risparmio di Cesena S.p.A.

675

5

Banca dell’Adriatico S.p.A.

653

5

Cassa di Risparmio di S. Miniato S.p.A.

652

5

Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna S.p.A.

605

5

Banca Carime S.p.A.

500

5

Società Reale Mutua Assicurazioni

500

5

Veneto Banca S.c.p.a.

480

4

 

Ente partecipante

Numero quote Numero voti

 

Banca Popolare dell’Emilia Romagna S.c. 430

4

Banca CARIM – Cassa di Risparmio di Rimini S.p.A. 393

3

Cassa di Risparmio di Bolzano S.p.A. 377

3

Cassa di Risparmio di Bra S.p.A. 329

3

Cassa di Risparmio di Cento S.p.A. 311

3

Cassa di Risparmio della Spezia S.p.A. 266

2

Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo S.p.A. 251

2

Cassa di Risparmio di Orvieto S.p.A. 237

2

Banca Cassa di Risparmio di Savigliano S.p.A. 200

2

Cassa di Risparmio di Volterra S.p.A. 194

1

Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti S.p.A. 151

1

Cassa di Risparmio di Fermo S.p.A. 130

1

Cassa di Risparmio di Savona S.p.A. 123

1

TERCAS – Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo S.p.A. 115

1

Cassa di Risparmio di Civitavecchia S.p.A. 111

1

Credito Valtellinese S.c. 101

1

Cassa di Risparmio di Carrara S.p.A. 101

1

CARILO – Cassa di Risparmio di Loreto S.p.A. 100

1

Cassa di Risparmio della Repubblica di S. Marino S.p.A. 36

Banca CARIPE S.p.A. 8

Banca Monte Parma S.p.A. 8

Cassa di Risparmio di Rieti S.p.A. 8

Cassa di Risparmio di Saluzzo S.p.A. 4

Banca del Monte di Lucca S.p.A. 2

TOTALI 300.000

535

Leggete bene tutto: Inail e Inps a parte, non esiste un solo azionista di Stato, ma sono tutte banche ed assicurazioni.

In sostanza è come mettere un pedofilo a controllare un asilo.

Come si può pensare che l’organo di controllo supremo che esiste in Italia su come si comportano le banche e le assicurazioni, appartenga proprio a loro?

In questi giorni si discute sul valore di Banca d’Italia, che non sono certo i nominali 300.000 €, ma secondo diversi esperti si aggira imprecisamente tra 5 e 10 miliardi di euro, tutti nelle mani delle banche, che con questa rivalutazione riuscirebbero senza sforzo ad ottenere aumenti di capitali che le renderebbero consone alle direttive di Basilea.

In proposito, vi consiglio l’attenta lettura di un articolo sul Fatto Quotidiano di Tito Boeri.

Ma grazie al cielo c’è la manovrina Letta: 14 euro ai dipendenti, un miliardo alle banche usuraie.

Ed allora parliamo di Berlusconi, delle sue amanti, del calcio, del default americano, di qualsiasi cosa che possa distrarre l’attenzione su quello che ci sta capitando.

Andate su Wikipedia e guardate la carriera di Mario Draghi: non è un caso che occupa quel posto, come non è stato un caso che prima fosse in Banca D’Italia, niente è stato un caso nella sua carriera professionale.

Questo purtroppo significa solo una cosa: il nostro destino è già stato deciso; far fallire aziende per consentire di comprarle a due lire, svendere il patrimonio nazionale, costringerci per tutta la vita a pagare un debito pubblico che non esiste continuando ad aumentare tasse.

Io prego.

Prego perchè si formi una nuova carboneria che ci salvi. Tutti.

 

Noi italiani, brontoloni ma non reagiamo di fronte a nulla: o si ha il coraggio di diventare finalmente un Popolo unito oppure finiremo a farci la guerra tra poveri.

madridEro a Madrid per caso durante la prima manifestazione degli indignados in Puerta del Sol, quasi tre anni fa.

Una manifestazione calma, civile, un grande campeggio di persone che si stavano ribellando pacificamente all’austerity esasperante imposta dall’Europa, che stava distruggendo il Paese, provocando disoccupazione e povertà a livello esponenziale.

Non c’era differenza di ceto in quella piazza: studenti, impiegati, imprenditori, manager, tutti insieme per dire NO all’aumento dell’Iva, NO all’aumento delle tasse sul lavoro, NO alla distruzione di un Popolo unito.

Si, perchè la sensazione che si respirava era proprio questa: una Nazione unita che lottava insieme, senza distinzione di idee politiche, economiche, religiose o che altro, per non essere defraudata del proprio diritto alla sovranità territoriale ed economica.

Una Nazione che lottava contro il salvataggio di banche che avevano fatto speculazioni assurde con i loro denari, lasciandoli indigenti, senza risparmi e senza lavoro, per di più protette dal sistema centralizzato europeo, con la scusa che se saltano le banche salta tutto. Balle.

Io passeggiavo tra i vari accampamenti con la mia bambina, troppo piccola per ricordarsi purtroppo, e ricevevo in cambio del mio incoraggiamento abbracci, sorrisi, persino cibo. In quel momento ho sognato che l’Italia diventasse un vero Popolo, unito contro chi lo vuole distruggere e dividere.

Questa manifestazione fu rovinata dall’intervento della polizia, che si impose  con violenza di fronte a persone a mani alzate, completamente pacifiche, non certo armate se non da principi comuni. Ma una cosa mi resterà sempre nel cuore: l’aver visto finalmente cosa significa essere un Popolo.

 

In Spagna ci furono tante altre manifestazioni da allora, tutte con lo stesso spirito: forse non hanno ottenuto grandi obiettivi, ma adesso non si parla più di default spagnolo, tanto che si sono comprati Telecom, i consumi interni sono ripresi, i cittadini hanno riacquistato fiducia in un futuro, la disoccupazione piano piano sta diminuendo.

Anche in Grecia la stessa cosa, magari con più veemenza, ma si è manifestata di certo l’unità di un Popolo che non vuole diventare una colonia di Germania e Francia, che urla con orgoglio la propria appartenenza ad uno Stato che sta cercando di difendere in tutti i modi.

Cosa succede in Italia?

Sempre le solite cose.

Tasse sempre più alte, persone sempre più povere, politici sempre più ricchi e ladri, nessuno escluso. Imprese che falliscono, banche che si arricchiscono ma tagliano il credito a chiunque, bloccando completamente l’economia di un intero Paese, coperte e finanziate dalla BCE e dai Governi che si susseguono, che inseriscono tasse solo per coprire i loro buchi.

Oggi l’hashtag ricorrente su twitter era “14euro”, con frasi di polemica per il tanto proclamato taglio al cuneo fiscale che porterà un aumento in busta paga di ben 14 euro.

Ma non basta: nella legge di stabilità ancora una volta un regalo alle banche che potrebbe ridurre il loro carico fiscale di circa un miliardo di euro, come scrive il Fatto Quotidiano:

Le svalutazioni e le perdite sui crediti saranno deducibili nell’esercizio in cui sono state imputate a bilancio e nei quattro anni successivi e non più in 18 anni come è stato finora. L’impatto potenziale della Legge di Stabilità sull’utile netto delle banche per quanto riguarda il 2015, stando alle stime della Banca Imi (gruppo Intesa), sarà quindi dell’11 per cento.”

Certo, in un Paese in cui l’organo a cui compete il controllo sull’operato delle banche, la Banca d’Italia, è diventata anni fa una spa le cui azioni sono possedute in toto dalle maggiori banche italiane, non si può pensare che ci sia qualcuno che osi fermarle. Banche che praticano usura penale come uno strozzino qualsiasi, e che la passano liscia perchè in caso di denuncia i fascicoli vengono stranamente secretati al pubblico.

Adesso io mi chiedo. Con tutta la serietà possibile.

Ma quando noi, 60 milioni di cittadini, ci renderemo conto di essere un POPOLO tiranneggiato da poche migliaia di persone? Dovremo per forza arrivare alla fame tutti prima che decideremo INSIEME di difenderci da questi ladrocini?

ITALIANI, ME COMPRESA, SMETTIAMOLA DI BRONTOLARE E POI ASPETTARE LE PARTITE DI CALCIO DELLA DOMENICA.

DIFENDIAMO IL NOSTRO PAESE, PERCHE’ SE NON LO FACCIAMO ORA, COSA LASCEREMO AI NOSTRI FIGLI?

SOLO SCHIAVITU’.

n/a