Il Tribunale di Enna segue la sentenza 350/2013: usura contrattualizzata. E’ la seconda volta, la giurisprudenza avanza.

Dopo due sentenze di Tribunali Ordinari nel 2014, arriva una nuova sentenza pronunciata dal Tribunale di Enna in data 12 gennaio 2015, che accoglie in toto ancora una volta la discussa sentenza n. 350 /2013 pronunciata dalla Cassazione civile Sez.I, che in modo semplice, lineare e incontroverbribile dilata uno squarcio da tempo già aperto nel panorama giuridico e che vede impegnati a dibattere tutti gli operatori del diritto sulla vexata quaestio dell’usura perpetrata dagli istituti di credito attraverso tutti quei contratti di finanziamento che in maniera più o meno palese registrano l’applicazione di tassi di interesse al di sopra del limite fissato dalla legge.

La sentenza n. 25/2015 emessa a seguito di giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, si snoda attraverso tre passaggi fondamentali nella normativa anti-usura.

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L’importanza della perizia econometrica in un contenzioso bancario.

 

Voglio affrontare questo discorso perchè mi rendo sempre più conto che il mercato della perizia econometrica, strumento necessario per dimostrare le proprie ragioni in un contenzioso bancario, sta diventando sempre più metodo speculativo di persone senza scrupoli, comprese alcune Associazioni Consumatori, che chiedono cifre folli per poi consegnare un documento completamente inidoneo a sostenere la tesi di usura.

Parto da un dato di fatto fondamentale: l‘unica perizia ASSEVERATA, ovvero giurata, che ha un valore in un giudizio in Tribunale, è quella perfezionata dal CTU, ovvero il Tecnico nominato dal Giudice, che giura davanti al medesimo di compiere il proprio lavoro nell’ottemperanza delle normative previste per il calcolo dell’usura, ovvero la sentenza 350/2013 della Cassazione, la legge 108/96 e la sentenza della Corte d’Appello di Venezia nr. 342/2013. (per poterle leggere nella loro completezza potete andare sulla mia pagina facebook nella sezione note)

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