La Rai trasmette un parto live: più Vita in diretta di così… Posso dire che schifo?

Che tristezza.

Sono a casa e sto lavorando, per sentirmi meno sola ho acceso la tv e la tengo di sottofondo. Sono concentrata e non sto seguendo quello che stanno trasmettendo.

Fino ad un attimo fa, quando alzo gli occhi esterefatta dal mio pc e guardo inebetita lo schermo televisivo.

Ho capito male?

No, ho capito benissimo.

Lamberto Sposini e la sua “Vita in diretta” si occupano della scelta di un padre di assistere o meno al parto. Fino a qua i soliti dibattiti che tanto intrigano le pensionate.

Però oggi si va oltre.

Di botto la telecamera si sposta in una sala parto dove una donna sta per dare alla luce la propria figlia tramite un taglio cesareo.

Una “giornalista” la intervista, mentre la donna trattiene smorfie di dolore. Al posto della flebo di ossitocina, la signora si becca un bel microfono in bocca.

E le domande idiote proseguono, mentre la bambina viene al mondo, il padre della bambina preso dalle telecamere quasi non se ne accorge, la neomamma si preoccupa di rimettersi occhiali e darsi una pettinata, il medico si vanta di aver fatto nascere migliaia di bambini, mentre la neonata Matilde piange disperatamente appoggiata su un bancone, abbandonata a se stessa.

E la “giornalista” continua con le sue richieste, del tipo, quando un nuovo figlio, quante foto le farete, avete già scelto i pannolini, vi sentite emozionati… e via discorrendo.

Matilde è lì, ripresa appena nata, senza la mamma o il papà che la abbracciano.
Lo faranno, per carità, però non posso che tornare a ricordare il mio parto… non appena sentita la voce della mia preziosissima piccola, sia io che mio marito abbiamo chiesto subito di poterla abbracciare, non esisteva niente altro che lei.

La nascita di un figlio è un evento talmente unico e sacro, penso che sia stato spocato in questo modo.

Fino a che punto è lecito spingersi per soddisfare la curiosità morbosa di un telespettatore, sempre meno intelligente e sempre più molesto?

E’ giusto che la Rai decida di trasmettere un momento così prezioso, rendendolo commerciale?

E’ morale spingere dei genitori, magari offuscati da un congruo ringraziamento economico, a mettere in piazza l’attimo più prezioso della loro esistenza?

A costo di sembrare retrograda, non posso che dire che ho provato un senso di schifo verso la totale mancanza di privacy e pietà per questa bimba richiamava attenzione con i suoi pianti ma finiva in secondo piano, inconsapevole che l’audience viene prima di tutto.

Peccato che i bambini nascano senza saper parlare, altrimenti anche lei avrebbe potuto dire qualcosa al microfono della Rai… che so… un bel vaffanculo lasciatemi in pace, ho freddo, fame, e voglio mia mamma!

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